Motivazioni Appello Calciopoli: “Moggi uno spregiudicato”

Motivazioni appello Calciopoli: “Moggi assetato di potere”, scrivono i giudici di Napoli che parlano di molteplici prove a carico dell’ex dg della Juventus

Luciano-Moggi-Roma-calciopoliMotivazioni appello Calciopoli: “Moggi assetato di potere”. Sono state rese pubbliche nel tardo pomeriggio di ieri le motivazioni della sentenza d’Appello di Calciopoli: in attesa di poterle leggere integralmente, i quotidiani sportivi di oggi parlano di “molteplici e articolati elementi probatori” sulla sussistenza del reato di associazione per delinquere messa su secondo l’accusa dall’ex dg della Juventus, Luciano Moggi, e da altri imputati. Le motivazioni sono costituite in tutto da 203 pagine redatte dai giudici della sesta sezione della Corte d’Appello di Napoli (presidente Silvana Gentile, consiglieri Roberto Donatiello e Cinzia Apicella).\r\n\r\nNessun risultato e nessuna classifica sono mai stati alterati, ma Moggi avrebbe condizionato con i suoi “giochi di potere” il mondo arbitrale con la collaborazione di Bergamo e Giraudo, facendo venire meno il principio di terzietà dei direttori di gara. Ovviamente, le motivazioni non fanno alcuna menzione del fatto che era la stessa Figc ad incoraggiare le telefonate tra i designatori e i dirigenti e che quindi tutte le società avevano lo stesso rapporto che aveva Moggi con gli stessi, solo che non ci sono le intercettazioni. E quando le intercettazioni ci sono, vedasi Inter, casualmente non sono state prese in considerazione. Un modo di condurre un processo, potremmo dire, che viola chiaramente la terzietà dei giudici.\r\n\r\nNon essendoci grandi prove a carico di Moggi, i giudici si concentrano sul suo carattere: l’ex dg della Juve viene considerato “di una spregiudicatezza non comune”.\r\n

“Dagli atti processuali – si legge nelle motivazioni – emerge il suo ruolo preminente sugli altri sodali, dovuto non solo alla sua personalità decisa, ma al contempo concreta e priva di filtri nell’esporre le sue decisioni, ma anche per la sua capacità di porre in contatto una molteplicità di ambienti calcistici fra loro diversi e gestirne le sorti con una spregiudicatezza non comune […] Egli – sottolineano ancora i magistrati – non solo ha ideato di fatto lo stesso sodalizio, ma ha anche creato i presupposti per far sì di avere un’influenza davvero abnorme in ambito federale”.

\r\nAncora nella sentenza si fa riferimento alla “peculiare capacità di Moggi di avere una molteplicità di rapporti a vario livello con i designatori arbitrali fuori dalle sedi istituzionali”, cosa che avveniva praticamente con tutti come testimoniato in aula da diversi dirigenti di club come Arrigo Sacchi e tanti altri. Non manca ovviamente, il riferimento all’episodio della chiusura di Paparesta nello spogliatoio, già ampiamente smontato dalla procura di Reggio Calabria che ha archiviato “perché il fatto non è mai avvenuto”. “Appaiono eclatanti – si legge nella sentenza – le diverse incursioni di Moggi, assieme a Giraudo, negli spogliatoi di arbitri e assistenti”. Nel processo d’appello, Luciano Moggi è stato condannato a due anni e 4 mesi.\r\n\r\nLa motivazioni su Pairetto Bergamo e Mazzini:\r\n

“Emerge con chiarezza – scrivono i giudici – un ruolo affatto secondario, ma anzi di rilievo nel sodalizio, ricoperto dagli imputati Pairetto, Bergamo e Mazzini, i quali in forza della funzione loro attribuita hanno di fatto rafforzato il contesto e l’incidenza del sodalizio che, proprio per la loro funzione e per il loro contributo apicale, ha potuto operare per un lasso di tempo cospicuo con metodiche altrimenti assolutamente irraggiungibili, ovvero la scelta degli arbitraggi delle partite di campionato di serie A, e in parte di serie B, condizionata per precostituire griglie ed in parte per sorteggi indubbiamente ambigui”.

\r\nRispuntano dunque anche i sorteggi, il cui video è però sparito mentre sono rimaste a disposizione solo delle sequenze fotografiche montate male. Nulla di nuovo insomma.