Moggi “Ormai lo sanno tutti, mi difendevo da spionaggio industriale”

Ne ha davvero per tutti Luciano Moggi. Alla luce delle ultime notizie provenienti da Milano, principalmente dal Processo Telecom, l’ex direttore generale della Juventus scrive oggi un editoriale al veleno per il quotidiano ‘Libero’, nel quale inizia con una stoccata a Ruggiero Palombo: “Dopo una non breve assenza è riapparso Palazzo di Vetro. Non se ne sentiva il bisogno né di lui, né di Maurizio Galdi, missing anche lui. Palazzo di Vetro è tornato con il suo solito incedere, dispensare qualche verità magari inattesa ma mantenere tutta intera anche la sacca dei veleni. Dobbiamo meravigliarci? Certamente no, il lupo perde il pelo, mai il vizio.  Nell’ ultima “vetrata” il Nostro, al secolo Ruggiero Palombo, scopre che “la breve inchiesta sull’ Operazione Ladroni condotta da Borrelli con interrogatorio di Moratti , conclusasi nel 2007 con l’ archiviazione di Palazzi, meritava maggiore attenzione e un epilogo meno frettoloso”. Alla buonora ! E’ comunque un’ammissione importante.  La verità è lenta per quelli che non la vogliono vedere ma quando diventa imperiosa anche Palazzo di vetro non può più disconoscerla. Il Nostro però ci tiene a fare due osservazioni, entrambe un po’ contorte, che vanno illustrate.  Vediamo la prima:  “Non bastassero – scrive Palombo – le 72 pagine della postuma inchiesta Palazzi sulle sopraggiunte intercettazioni Inter  (estate 2011), la vicenda Telecom conferma che lo scudetto 2006 non andava assegnato”.  Fossimo in Palazzi faremmo intanto.. gli scongiuri. “Postumo” può stare anche per tardivo, ma abitualmente è inteso per ciò che appare dopo il decesso. Aggettivo diciamo non allegro, più brevemente funereo. Ma veniamo alla sostanza:  l’inchiesta Palazzi qui riferita è quella che accertò la piena configurazione dell’ illecito sportivo a carico dell’Inter e del suoi dirigenti, violato l’articolo 6. Troppo poco dire che essa e la vicenda Telecom confermano che lo scudetto 2006 non  andava assegnato. La conferma che ne deriva è che esso non andava sottratto alla Juve, che dovrebbe essere riaperto il processo sportivo togliendo all’Inter ciò che all’Inter non appartiene, sanzionare la società nerazzurra senza darle la possibilità di trincerarsi dietro una prescrizione. Sulla seconda osservazione, debbo preliminarmente ricordare che in tempi non sospetti avevo parlato di spionaggio industriale ai nostri danni, dal quale ci dovevamo difendere, ma in quel caso il pateracchio preconfezionato disperdeva la mia voce come in un deserto. Dice dunque Palombo che “l’ Inter sia pure illegalmente cercava nel 2002-2003 quel che la Procura di Napoli ha poi trovato nel 2005-2006”. E’ evidente che Palazzo di Vetro tenta di edulcorare come in un gioco di prestigio i dossieraggi illegali ordinati da Moratti, ma c’è qualcosa di  più importante, Palombo dica che cosa la Procura di Napoli avrebbe trovato (e accertato) . Il punto fermo è che il campionato non è risultato alterato,il sorteggio regolare , scritto così nelle  motivazioni della sentenza penale, così come concluso anche dalla Corte Federale di Sandulli, e non voglio pensare che Palombo voglia fermarsi alle accuse della Procura, di per sé di parte, alle quali  come oro colato può credere solo il suo autore Narducci, rimasto fermo senza vergogna al 2006, come se il processo di primo grado e il lungo dibattimento non si fossero svolti. Narducci è un primo attore.  Sentendosi stretto nella toga, ha provato a cercare un più lucroso posto al sole in politica, cominciando dalla giunta comunale di Napoli. Ma la nuova frontiera gli si è già chiusa. Formalmente si è dimesso, in realta’ De Magistris l’ ha tagliato.Disse un mio amico che  cadde da cavallo “tanto volevo scendere”, cosi ha fatto Narducci con le sue dimissioni. E chi volesse può  rileggersi le parole di fuoco del sindaco di Napoli rivolte al suo ex collega “Non prendiamo lezioni di legalità da nessuno, neanche da Narducci”. Il quale ha fatto sapere di aver già chiesto al Csm il rientro in magistratura, ma si è posto subito il caso, a Napoli no, lo vietano le norme, a Salerno anche, dovrà cambiare Regione Narducci, resta il fatto che partito lancia in resta verso lidi dipietreschi, non ha saputo conservarsi il posto neanche accanto a De Magistris”. \r\n\r\nTornando proprio al processo Telecom, e alle pesanti accuse lanciate all’Inter, a Moratti e a Facchetti da parte di Tavaroli, Moggi precisa: “Veniamo al fatto giudiziario più importante di questi ultimi tempi: le dichiarazioni di Tavaroli hanno scoperchiato il vaso di Pandora dei dossier illegali fatti in danno della Juve quindi del dr. Giraudo e del sottoscritto, di De Santis e di molti altri, anche nell’ambito familiare. Ed e’ proprio il “Dossier Ladroni” a testimoniare come fossero infondate le accuse alla Juve e ai suoi dirigenti, si legge infatti nel predetto dossier “non  risultano comportamenti scorretti”. In tempi non sospetti ebbi a dire che con le schede, che vollero definire “riservate” per dare la sensazione del mistero (che poi riservate non sono affatto perché intercettabili ed “intercettate”, come le italiane) tentavamo di  difenderci da quello spionaggio a danno Juve per quanto concerne il settore commerciale, ricerca giocatori e relativa compra-vendita dei medesimi. I PM (Narducci) invece vollero infondere nell’aria l’alone del sospetto che meglio si addice a chi accusa e fa anche piu’ presa sull’opinione pubblica anziché, ad esempio, ordinare una perquisizione a Coverciano,durante un ritiro arbitrale, magari alle 5 del mattino per prendere gli arbitri nel sonno, così come fatto per le abitazioni di tutti gli indagati, facendosi consegnare le schede. Non lo fecero volutamente, visto lo scarso risultato ottenuto nella perquisizione delle abitazioni, preferendo creare il cosiddetto “mistero delle schede svizzere” e creando anche due griglie -arbitri amici- e arbitri nemici-. Peccato per gli ideatori di tanto (Narducci) perché facendo la somma la Juve ottenne più punti con gli arbitri cosiddetti nemici”.