Moggi: “Juve avanti così ma piedi per terra”

Luciano Moggi torna a parlare dalle colonne del quotidiano ‘Libero’ e lo fa parlando dei temi calcisti che hanno tenuto banco in questi giorni. Si parte dalle dimissioni dell’amico Fabio Capello dalla carica di CT dell’Inghilterra: “In un mondo in cui nessuno si dimette, ancor più nel calcio, il rifiuto di Capello a proseguire nel pur lucroso incarico di Direttore tecnico della Nazionale inglese è una rarità, e va apprezzato. Un atto di orgoglio che torna a suo onore, e dovrebbe insegnare qualcosa ai capi del calcio inglese. Non si toglie infatti il potere di gruppo ad un allenatore prendendo decisioni all’insaputa dello stesso, addirittura contrarie rispetto al suo modo di pensare (vedi il caso Terry). A Fabio, grande conoscitore di uomini e di calcio, va la nostra comprensione e il nostro plauso”.\r\n\r\nPoi, l’ex direttore generale della Juventus, passa ad analizzare la vittoria in Coppa Italia dei bianconeri sul Milan ,facendo il punto sulla diatriba sportive e polemica tra le due squadre:\r\n

“Possiamo chiamarla cinica, aggettivo usato in molte salse, ma sarebbe forse riduttivo. La Juve di oggi, vista in Coppa, è di più, sfrontata, piacevole, da sogno come prova ad osare Conte, e con un’aggiunta: è una Juve che ha fatto ancora più piccolo un Milan che dimostra di passarsela male. Non è solo la Coppa che ha preso nettamente la strada di Torino, ma è un segnale indubbio per il campionato. Quel punto di differenza che tuttora separa bianconeri e rossoneri appare ristretto, sarebbe più espressivo il +4 che dovesse uscire da una Juve che facesse suo il recupero con il Parma. Il Milan appare in questo momento poca cosa, lento nei recuperi, macchinoso nelle ripartenze, senza idee e anima. È vero che mancano troppi uomini ad Allegri, ma un tale contraccolpo non si poteva prevedere, l’origine del gap non è nemmeno nell’emergenza del momento ma in alcune scelte compiute alla fine dello scorso campionato… Al contrario il momento è importante per la Juve, giusta la soddisfazione del presidente Agnelli e di Marotta, cui riconosciamo di aver saputo emendare scelte sbagliate dello scorso anno. Ma è proprio questo il momento in cui occorre tenere i piedi per terra: i successi di mezzo sono solo temporanei, danno fiducia ma non valgono di più. La ricetta è sempre quella ossessiva di Conte: lavoro, lavoro, lavoro. La stessa che trovò nella Juve di quando era calciatore. La Juve è a metà del cammino, forse anche oltre, ha tutte le possibilità, la rabbia agonistica e la fame per andare avanti facendo anche di meglio. Una stagione per certi versi inattesa per il suo svolgimento, segnata dal cammino mai incombente delle più vicine inseguitrici come Udinese e Lazio o il crollo dell’Inter e le lune incostanti della Roma e del Napoli. Tutti motivi in più per non distrarsi, anche domenica sera a Bologna. Poi per il titolo ci sarà la sfida decisiva del 25 febbraio col Milan, ancora a San Siro”.