Moggi e il tavolo della pace: “Sento puzza di bruciato, che c’entra De Laurentiis?”

A meno di 24 ore dal famigerato ‘tavolo della pace’, Luciano Moggi, ex direttore generale della Juventus, torna sull’argomento nel consueto editoriale pubblicato sul quotidiano ‘Libero’. Secondo l’ex dirigente bianconero, sul meeting che si terrà domani aleggiano strane nubi e si rischia di veder prevalere la confusione.\r\n

“Petrucci non ha reso nota l’agenda, sembra però che tutti sappiano tutto e pontifichino di conseguenza. Tutti a plaudire, nessuno a ricordare come è nata l’iniziativa. Andrea Agnelli aveva chiesto un “tavolo politico”. Petrucci l’ha trasformato e l’impressione è quella di un calderone, nel quale c’è tutto e forse manca il punto di partenza. Annacquati i puntelli, cavalli di battaglia del presidente della Juve: i fatti del 2006, l’impar condicio pagata solo dal club bianconero, lo scudetto di quell’anno trasferito all’Inter per motivi etici inesistenti, e sullo sfondo del tutto dimenticata la relazione di Palazzi, quella che ha accertato la violazione dell’art. 6 tout court a carico dell’Inter, l’illecito sportivo per chi provasse a dimenticarlo, il grido di Abete (chissà quante volte se ne sarà pentito) che l’etica non sarebbe andata in prescrizione, l’invito dello stesso Abete a Moratti di rinunciare alla prescrizione, invito arrogantemente respinto”.

\r\nPoi Moggi, non poteva non tornare sulla recente intervista rilasciata da Franco Carraro alla ‘Gazzetta dello Sport’ e sull’ipotesi che Moratti lasci subito il tavolo delle trattative.\r\n\r\n

“C’è anche chi come Carraro, invece di tacere, chiede alla Juve di rimuovere dallo stadio i due ultimi scudetti, il 28 e il 29, senza chiedersi come e perché resta nella bacheca dell’Inter l’ultimo del 2006, che sta lì solo per prescrizione, quindi indebitamente, e perché non si è trovato un organo della Figc che si dichiarasse competente per revocarlo, con l’ultima barzelletta che non essendoci stato un atto specifico, per questo motivo non può essere rimosso. C’è chi sostiene (Spy Calcio) che «Agnelli non calcherà la mano sullo scudetto 2006, per non rischiare di fare alzare Moratti subito dal tavolo». Se le cose stanno così, allora ha ragione chi vede nel tavolo un gioco delle beffe, e non un tavolo di pace. E a questo punto un concetto deve essere chiaro: se la pace vuole intendersi come una genuflessione di fatto ai diktat di Moratti («non ci penso per niente a cedere lo scudetto»), mentre lo stesso patron nerazzurro se ne sta zitto sui fatti e misfatti del club (svelati da Palazzi), allora ha ragione la tifoseria bianconera, Agnelli non dovrebbe nemmeno sedersi, a meno che nelle più alte sfere bianconere non siano stati decisi piani diversi. Lo dice con chiarezza, pari a una stilettata, il blog “aspettando godot10”: “Dovrebbe essere un tavolo della pace ma forse è una via di fuga”. Insomma c’è puzza di bruciato e di digressione (inutile) su altri problemi. Non si capirebbe altrimenti la presenza di De Laurentiis, un segno di considerazione, certo, e di attenzione sui temi esternati dal patron del Napoli, ma non c’entrano niente con quel tavolo che avrebbe dovuto (lo dico già al passato) pacificare i duellanti”.

\r\nInfine, un augurio rivolto ai tifosi bianconeri:\r\n

“Cari amici tifosi bianconeri, lo scenario è questo, mi dispiace per la vostra battaglia, che è stata anche la mia, e lo è ancora, ma se parlano ancora Carraro e Guido Rossi, se nessuno dice a Petrucci che proteggere Abete non significa cassare a comodo tutti i suoi errori (gli chieda Petrucci perché e come è stata adottata e segretata la radiazione cancellata di Preziosi), se questo è lo scenario e anzi l’andazzo la conclusione può essere una sola, un altro atto di somma ingiustizia”.