Marotta: “Alla Juve non è tutto da buttare”

«Per correttezza posso dire che non ho ancora firmato ma che lo farò tra mercoledì e giovedì». Beppe Marotta non è ancora il Direttore Generale della Juventus, ma manca davvero poco. «Oggi riparto. La Juventus è in una situazione non consona al suo blasone. Non ho la bacchetta magica ma c’è un presidente giovane e mi auguro un rilancio dal punto di vista sportivo. Rifondare è una parola forte, la Juve è da ricompattare».\r\n In molti pensano che la regia che ha portato Delneri a Torino sia proprio dello stesso Beppe Marotta: «Del Neri? Esula dal mio arrivo a Torino. È normale che una squadra che vuole puntare in alto cercasse il meglio e Del Neri è additato come uno dei migliori. Di certo non avrei mai voluto fare uno sgarbo alla Sampdoria. Vorrei che fosse chiaro che la Juventus non è solo Marotta». \r\nI media si apettano un esodo da genova, ma l’ex AD sampdoriano smentisce seccamente. «Credo che quando uno se ne va in casi come questi bisogni portar via il minor numero di risorse possibili . Per questo andando a Torino ho voluto portar via il minimo indispensabile, solo un collaboratore. Posso dire che sul fronte giocatori non sarà fatta la minima azione di disturbo per creare problemi alla Sampdoria. Sarà poi la Samp a fare le proprie valutazioni è giusto che venga difeso quanto abbiamo fatto. Sarà la famiglia Garrone poi a fare valutazioni economiche».\r\nEppure, qualcosa nel giocattolo Samp si era rotto e Marotta era pronto a lasciare Genova in ogni caso: «Ci sono stati segnali che mi hanno portato a capire che la mia permanenza era al termine. La mia è una scelta dettata da decisioni personali. Cassano? Non c’è stato un caso Cassano, la mia è stata con lui un’esperienza assolutamente positiva. Mi auguro sia un arrivederci e non un addio. Dopo otto anni è giusto guardarsi in faccia ed è normale che ci fosse un abbassamento della soglia delle motivazioni e che la proprietà avesse voglia di cambiare. Mi sarei fermato comunque, anche se non mi avesse chiamato la Juventus mi sarei preso un anno sabbatico. Vorrei che fosse chiaro – conclude Marotta – che con la società in questo mese non eravamo separati in casa, tutto è avvenuto soprattutto a livello mediatico»