Marotta da Tuttosport chiude a Del Piero “Agnelli è stato chiaro”

La lotta scudetto è ormai un affare tra Milan e Juventus, ma i rossoneri sono attualmente avvantaggiati sui bianconeri, non fosse altro per la classifica: “Dalla sua il Milan ha la continuità, ma ha un impegno molto importante con Montella e noi, logicamente, confidiamo sempre su un passo falso per recuperare punti”, spiega il direttore generale Marotta in una lunga intervista a ‘Tuttosport’.\r\nDa giorni non si fa altro che parlare dei metodi di Conte: secondo alcuni addetti ai lavori, il tecnico bianconeri spremerebbe troppo i suoi: “Assolutamente no – replica Marotta – Conte li allena, non li logora. L’intensità delle sue sedute di lavoro prepara molto meglio i giocatori allo stress della gara, quello che spesso è alla base degli infortuni”.\r\nIl gioco della Juventus, basato sull’intensità e la circolazione palla, è da alcuni avvicinati a quello del Barcellona. Ma un confronto tra blaugrana e bianconeri oggi Marotta come lo vedrebbe? “Bene, bene. Ma attenzione che le vittorie sul campo non arrivano solo per la forza dei singoli giocatori che si mettono insieme, ma grazie a modelli di riferimento che le società creano, ovvero il gruppo dirigente, un bravo allenatore a cui è permesso di portare avanti la sua metodologia. Senza questi presupposti non vinci. Infatti io preferisco partire con la società forte, un bravo allenatore e poi i bravi giocatori forti”.\r\n\r\nCapitolo rigori, i bianconeri sono tra gli ultimi in Europa per tiri da gli undici metri assegnati. C’è una spiegazione? “Non lo so, ma voglio chiarire: noi nelle scorse settimane non volevamo mettere le mani avanti per ottenere vantaggi nei match successivi. Volevamo puntualizzare una situazione anomala. Purtroppo c’è la sensazione che qualche volta manchi serenità da parte di chi arbitra la Juve: le scorie di Calciopoli sono ancora lì”, risponde ancora Marotta, che poi parla dei rinnovi di Buffon e Del Piero. “Gigi può stare alla Juve quanto vuole, incarna un forte sentimento di juventinità e non ci sono ostacoli. Lui sa che la società lo stima e basta uno sguardo. Al momento opportuno ci siederemo intorno a un tavolo per firmare. Del Piero? Se ne è discusso fin troppo. E mi pare che quello che ha detto Agnelli sia chiaro ed esplicito…”.\r\n Tante voci di mercato in questi giorni, ma secondo Marotta i top player sono quasi impossibili da prendere: “Il sistema calcio Italia, alla luce della crisi generale, non è in grado di portare nel nostro campionato un giocatore che costa 30/40 milioni di cartellino e ha un ingaggio di 7/8. Nessun club può sostenere una spesa del genere”.\r\nQuindi neanche la prossima stagione la Juve prenderà giocatori di livello assoluto? “Assolutamente no. Volare bassi, no. Partiamo dal presupposto che possiamo e dobbiamo migliorarci ancora e lo faremo in ogni reparto con almeno un innesto. Tutto può tramutarsi in realtà. Noi oggi pensiamo in grande e l’obiettivo che ci porremo sarà importante. Ma un conto è pensare in grande, un altro è promettere. L’unica promessa che posso fare adesso è che ci miglioreremo di sicuro e lo faremo in ogni reparto. L’anno scorso e quello prima, nei quali dovevamo ricostruire l’organico e quindi chiudere parecchi acquisti, procedevamo in modo molto analitico. Paratici aveva costruito dei campetti, che sono un mio vecchio metodo, in cui ci sono i giocatori sul mercato ruolo per ruolo. Per esempio: nella casella del terzino sinistro ci sono i sei/sette nomi, dal più forte in giù e così diventa più facile valutare come agire. Quest’anno sarà diverso perché confermeremo l’80% della rosa e gli acquisti saranno più mirati. Dalla quantità si è passati alla qualità: ora è il momento della perfezione. Non abbiamo bisogno di elenchi”.\r\nIl mercato chi lo fa, Conte o la società? “Ma spieghiamoci una volta per tutte: non esiste Conte da una parte e la società dall’altra. Noi non facciamo nulla senza l’imprimatur dell’allenatore, come d’altronde nessun grande club. A volte il tecnico segnala dei nomi perché li conosce, altre volte fornisce dei profili. Poi la società deve fare le valutazioni sul prezzo e non solo… Sincerità? Ecco… Noi abbiamo un gruppo sano, non ci sono teste matte, neppure una. Per cui bisogna sempre andare a conoscere bene la persona, per evitare brutte sorprese. Noi siamo orgogliosi del nostro modello di riferimento che consta in una società con le idee chiare sul mercato e di un tecnico vincente che riesce a valorizzare al massimo le risorse attraverso una metodologia e una precisa cultura del lavoro. Oggi abbiamo un gruppo che segue ciecamente quello che l’allenatore dice o vuole, che significa farsi un mazzo così e allenarsi in maniera costante. Se c’è qualcuno che non si applica, rischia di non inserirsi. E poi: se sbagli il giocatore da 5 milioni puoi fartene una ragione, se sbagli Tevez che te ne costa 100 sei morto! Bisogna stare molto attenti”.\r\nInfine, Marotta risponde ad una serie di domande su singoli nomi: “Immobile? Lo vedremo, ma non lanno prossimo. Deve farsi le ossa in provincia, è meglio anche per lui. Melo? Lo venderemo. Krasic? E’ un ottimo giocatore, diciamo che non è congeniale al tipo di gioco di Conte. Questo può aver innescato un’involuzione psicologica, ma le qualità rimangono: deve solo rilanciarsi”, spiega infine l’ad e dg bianconero a ‘Tuttosport’.\r\n\r\n