Marchisio: “Lazio e Napoli diranno di che pasta siamo fatti”

Secondo gli addetti ai lavori, Claudio Marchisio è attualmente uno dei cinque centrocampisti più forti al mondo, di sicuro il numero uno in Italia per rendimento e media gol. Per anni additato come il nuovo Gerrard, Marchisio è finalmente giunto a maturità dimostrandosi indispensabile per la Juventus e la nazionale italiana. Come se non bastasse, il profilo basso e lo stile fuori da campo, lo rendono agli occhi di tutti un leader silenzioso, e molto probabilmente sarà proprio lui il capitano del futuro bianconero. Difficile incontrarlo nei locali più ‘In’, Marchisio sarà invece presto in libreria con un libro fotografico realizzato per aiutare l’ospedale Sant’Anna. Intanto, dalle colonne della ‘Gazzetta dello Sport’, il centrocampista della Juventus, fa il punto su questo scorcio di stagione.\r\n

“Sì, è un momento importante, anche stimolante – esordisce Marchisio -. Due trasferte durissime in tre giorni, vediamo di che pasta siamo fatti. Stiamo bene, giochiamo un ottimo calcio e credo che sia il momento giusto per mettere fieno in cascina. In queste condizioni psicofisiche è d’obbligo cercare la prima mini-fuga. Arriveranno sicuramente momenti più complicati, i punti vanno quindi fatti quando si è al meglio. Intanto pensiamo di gara in gara e cerchiamo di rimanere davanti a tutti il più possibile. Per lo scudetto vedo il Milan favorito, ha una rosa esagerata ed esperienza da vendere”.

\r\nAl momento la Juventus è in testa assieme alla Lazio, ma meglio volare bassi e non perdere di vista l’obiettivo stagionale…\r\n

“Almeno il terzo posto. Io voglio tornare in Champions League. La Juve deve tornare in Champions League. Mi piace quando al termine delle battaglie, anche dopo 90’ durissimi, ci presentiamo in 4-5 giocatori nell’area avversaria. In questa Juve vedo grande mentalità, forza e fiducia fra compagni. La squadra è sempre cortissima, non ha paura di osare, anche perché ci sentiamo ben coperti da chi sta dietro. Sì, la nostra difesa ci permette di spingere senza preoccuparci troppo di lasciare qualche spazio qua e là”.

\r\nEppure in difesa non si è cambiato molto, in termini di uomini…\r\n

“Prendiamo pochi gol e i nostri difensori sono tutti in Nazionale. Vi dirò di più, se giochiamo con un baricentro molto alto è proprio perché da centrocampo in avanti c’è grande fiducia nella difesa. Veniamo da due stagioni difficilissime, oggi invece siamo primi e proponiamo bel calcio. Ma nonostante i complimenti, qui nessuno molla di un centimetro: anche questo è un segnale di maturità”.

\r\nLa maturità raggiunta da Marchisio è merito più di Prandelli o di Conte?\r\n

“All’esperienza, al tempo. Anno dopo anno ho sempre cercato di migliorarmi. Rivedo spesso in tv le mie prestazioni, cerco di capire dove ho sbagliato, dove sia possibile migliorare. In carriera ho ricoperto parecchi ruoli, e questo mi ha fatto crescere. Certo, oggi gioco finalmente nella mia posizione ideale e questo conta, mavi assicuro che la cosa che più mi dà soddisfazione sono i miglioramenti in fase di copertura”.

\r\nPirlo-Vidal-Marchisio, secondo molti il trio di centrocampo più forte d’Europa…\r\n

“No, per certe investiture serve la prova della Champions. Di certo, siamo un reparto potenzialmente molto forte, completo. Senza dimenticare Pazienza e Marrone: il primo si è sempre fatto trovare pronto, il secondo è un giovane di grandi prospettive. A gennaio arriva Montolivo? Non mi va di parlare di mercato, non è giusto nei confronti dei compagni. La nostra rosa è fortissima e competitiva così. Diverso sarà il discorso se dovessimo andare in Champions”.\r\n

\r\nDopo stagioni buie, dunque, la Juventus si sta riprendendo la propria dimensione. Secondo molti, il merito è soprattutto di Conte…\r\n

“Ha avuto il grande merito di cancellare in noi tutte le paure e le insicurezze – continua Marchisio – . Lo aiutano il carattere, la determinazione e il fatto di conoscere l’ambiente. Poi, però, va detto che a volte bisogna anche essere fortunati e trovarsi al posto giusto nel momento giusto. Con Ferrara giocavamo davvero bene, vincevamo e sembrava che ogni cosa fosse al suo posto… La verità è che la casualità nel calcio esiste, e tutto ti deve sempre girare per il verso migliore”.

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