Luciano Moggi: “Juve subito dietro l’Inter”

L’Inter parte ancora favorita, la Juventus rincorre e il Milan cerca il terzo posto. Luciano Moggi in esclusiva per ilsussidiario.net esprime dei giudizi sulle squadre principali a pochi giorni dall’inizio del campionato. Se all’Inter può non bastare risolvere il nodo del trequartista per competere in Europa, alla Juve (l’unica vera antagonista in campionato) manca ancora qualcosa: un giocatore che sappia dettare i tempi di gioco.

E il Milan? I rossoneri hanno in serbo un altro grande colpo, ma prima devono risolvere il problema della difesa: Roma e Storari sono palliativi, non le risposte di una società ambiziosa. Mentre per quanto riguarda il Napoli, le grandi presentazioni non valgono più di un piazzamento in Coppa Uefa. L’oscar del mercato va al Palermo, che ha scommesso su Pastore, un centrocampista importante. Infine una parola su Cassano, dimenticato dalle big perché «hanno paura di prenderlo».

Come giudica la richiesta di Mourinho di avere un trequartista?

L’allenatore vorrebbe sempre i migliori. L’Inter, anche perdendo la Supercoppa, resta una squadra forte. Non voglio ripetermi, ma quest’anno sarà costretta a cambiare molto. Con Ibrahimovic aveva a disposizione un giocatore che trascinava la squadra, con Milito ed Eto’o ha due giocatori importanti ma differenti. Adesso la squadra deve giocare e supportare gli attaccanti. A Pechino gli attaccanti erano troppo isolati e penso sia la dimostrazione che il centrocampo non funziona. Anche così comunque è sufficiente per vincere in Italia, non in Champions.

Come si pone la Juve dopo la cessione di un giocatore esperto come Cristiano Zanetti?

La Juventus ha accorciato le distanze dall’Inter ed è l’unica vera antagonista dei nerazzurri. Si presenta compatta e massiccia. A centrocampo Melo, che ha doti difensive, proteggerà le sgroppate di Sissoko. Difficilmente prenderà goal, manca, però, uno che possa dettare i tempi di gioco.

La sua Juve ha sempre puntato molto sul made in Italy, questa Juve ha a disposizione molti italiani che, tranne Marchisio, incominciano a sentire il peso dell’età. Non pensa che dovrebbe costruire un’ossatura, soprattutto per il futuro, italiana?

Non voglio criticare gli altri, ma io i campionati li ho vinti con un sudamericano (Emerson) e giocatori europei. Non mi piacciono, a meno che siano fuoriclasse, quelli che devono trasvolare e smaltire i fusi orari.

Il Milan ha trattenuto Pirlo e ha preso Huntelaar. Il mercato dei rossoneri è concluso o dobbiamo aspettarci qualche altro colpo?

Berlusconi si inventerà qualcosa. Il Milan di oggi ha un problema difensivo notevole. Il primo punto è legato senza dubbio al portiere: con Roma e Storari non ha risolto i suoi problemi. Per una società ambiziosa come il Milan è grave non aver risolto il problema della difesa. I rossoneri sono comunque una compagine che per storia incute timore e questo è già un 50% per superare le squadre di medio livello. Alla fine raggiungerà il 3° posto che vale l’ingresso in Coppa Campioni.

Non si comprendono fino in fondo le ambizioni della Roma, alle prese con un futuro societario incerto…

Il futuro della Roma mi sembra delineato con la Sensi che rimane presidente. Praticamente non c’è mai stata nessuna trattativa concreta con Fioranelli.

Cosa ne pensa della notizia di Spalletti allo Zenit San Pietroburgo?

Una bufala.

Lei è legato anche ai colori del Napoli, quali sono le reali ambizioni dei campani?

Se si guarda la presentazione della squadra, dovrebbero vincere la Champions. Se devo analizzare la squadra, posso dire che è migliorata e può accedere in Coppa Uefa, sistemandosi dal 5° al 7° posto. Il Napoli è un po’ come il Palermo che, però, con Zamparini ha acquistato due giocatori (Pastore e Bertolo) che daranno un impulso notevole. In particolare Pastore è sì una scommessa perché a 19 anni, ma è anche un campione. Ecco, Pastore è un sudamericano che valeva la pena prendere.

Un’ultima domanda su Cassano. Possibile che nessun grande club si decida ad acquistarlo?

Hanno paura di prenderlo. E’ un giocatore importante, che ogni tanto in campo si lascia andare a gesti inconsulti, mentre non so come si comporta fuori. Mi piacciono i giocatori che hanno queste caratteristiche, perché i campionati si vincono con quelli che rompono non con quelli che dicono sempre di sì.

(Luca Zanardini – ilsussidiario.net)