Lippi sulle critiche pre Mondiale: “se succede, stavolta non saliranno sul carro”

Esperti, più che anziani. Così, nella prima conferenza stampa in Sudafrica, Marcello Lippi risponde alla solita critica di una Nazionale avanti con gli anni: «Non siamo i più anziani, c’è chi lo è di più – attacca il ct nella sala conferenze del Courtwall Hill College di Irene, sede di Casa Azzurri – e poi abbiamo un mix. Nove giocatori che c’erano anche nel 2006, e io mai ho visto una squadra che ha vinto il campionato del mondo presentandosi con 23 giocatori diversi; e poi abbiamo dei giovani. Abbiamo alcuni giocatori che sono anziani, il che però non significa solo garretti consumati, ma anche esperienza, carisma, e abitudine a incontri di alto livello».\r\nAl solito, sottolinea Lippi, gli azzurri non sono favoriti, ma corrono per vincere: «Favorita l’Italia non lo è mai stata, favoriti, anche quest’anno, sono il Brasile, la Spagna, i nomi più pronosticati. E poi bisogna aggiungere tante altre squadre forti. Cinque-sei Nazionali che vanno al Mondiale non solo per far bella figura: Inghilterra, Olanda, Italia, Argentina. Non vengono solo per partecipare».\r\nNon fa proclami da favorito, Marcello Lippi, ma di certo si sente più «carico». Così risponde ai giornalisti nella prima conferenza stampa in territorio mondiale: «Mi sento carico, mi sento molto più pimpante. Se mi chiedete il perché non lo so, però così mi sento. Mi sento molto più carico che nel 2006». Il ct rivendica pure di avere le idee chiare: «E ve le posso dire, a grandi linee. Non le avete viste solo perché non ho avuto tutti. Ma ho in testa una difesa più compatta del 2006, con davanti giocatori che aiutino l’attacco, perché non ci si può solo difendere. Così da tentare di fare male con tre giocatori in attacco».\r\nPiù simpatico e ironico che alla vigilia di altre battaglie, quando si presentava con corazza e randello, Marcello Lippi risponde alle polemiche sorridendo, e senza turbarsi più di tanto: «Polemiche? – si chiede il ct ripentendo la domanda che gli fanno a Casa Azzurri – ma non so a quali polemiche vi riferite. Se devo aspettare una polemica per cementare il gruppo, ce ne sono talmente tante…Quando si avvicina un Mondiale tutti, ma proprio tutti, di tutte le categorie, vogliono dire la loro. Che la dicano, non c’è problema». Ora, però, una visibile vendetta se la prenderebbe, in caso di trionfo: «Stavolta non ce li faccio salire sul carro, anzi sul pullman, come l’altra volta», contrattacca il ct riferendosi ai critici. «Se succede, ma non succede, come si dice ultimamente, non li faccio salire, come invece accedde l’altra volta, dopo la Germania. Perché poi, quando cambiano le cose, salta sempre fuori chi dice, io ci credevo, avevo fiducia. Ma va bene così». Tanto, quel che conta è la squadra, e il gruppo di più, nell’etica lippiana: «L’importante è che ci sia grande voglia, e c’è. E diciamo la verità: in Italia non è rimasto alcun fuoriclasse in grado di cambiare le cose, e lo scrivete spesso anche voi. Se avremo la fortuna di andare avanti, questa squadra potrà ancora fare qualcosa di importante» Nessuno meglio di Lippi intuisce l’aria che tira dentro lo spogliatoio, e quella che si respira qui alla periferia di Pretoria, può portare lontano, secondo il ct: «Abbiamo la voglia di andare in fondo, e allora Pirlo farà comodo». Anche se l’Italia potrà fare a meno di lui, nel frattempo: «Sì, e anche su questo ho le idee chiarissime. Ma la formazione non ve la dico, nessuno lo fa la Mondiale».\r\nPer adesso, più della tattica, pesa l’umore, collante unico: «Nell’allenamento di oggi c’era molto entusiasmo. E La cosa bella è stata ieri sera, quando siamo partiti da Malpensa, c’erano 800 persone a farci in bocca al lupo. L’anno scorso a Pisa, prima delle Confederations Cup, ce n’era solo una: ed era un mio amico venuto da Forte dei Marmi, con uno striscione». Uno che salirà sul pullman di certo, se mai ci sarà.