Lippi: “La Juve arriverà fino in fondo. Vidal super, Buffon di nuovo lui, Marchisio fuoriclasse”

“La partita del San Paolo ha fatto capire che il Napoli non è tagliato fuori dalla lotta scudetto: nel primo tempo ha giocato momenti di calcio scintillante. Nel secondo invece la Juve ha capito di avere tante frecce nel suo arco, ha approfittato del calo fisico del Napoli dopo la partita di Champions e con grande grinta ha riequilibrato la partita. Il che non significa vincere automaticamente il campionato, ma è la garanzia che la Juventus arriverà di sicuro fino in fondo”. Marcello Lippi, ex tecnico della pluridecorata Juventus degli anni 90 e CT della nazionale Campione del Mondo 2006, ha rilasciato una lunga intervista alla ‘Gazzetta dello Sport’, nel corso della quale si è soffermato sui temi principali del campionato di serie A in corso evidenziando i pregi della Juventus di Conte.\r\n

“I punti di forza della Juventus? Innanzitutto la campagna acquisti – esordisce Lippi – Poi il recupero del miglior Buffon, l’esplosione di Marchisio, l’autostima ritrovata, la bravura dell’allenatore, la carica che ha dato il nuovo stadio, l’equilibrio che regna quest’anno in Serie A e il fatto di non avere una coppa da onorare. Pirlo è stato un acquisto eccezionale. Sento i ragazzi e i difensori mi raccontano che rispetto agli ultimi anni dà loro grande tranquillità avere un punto di riferimento in mezzo al campo a cui affidare il pallone con la certezza di metterlo in cassaforte anche se ha addosso tre avversari”.

\r\nL’ex allenatore della Juventus, fa poi il punto sui singoli più decisivi per i risultati ottenuti da Antonio Conte\r\n

“Vidal, una sorpresa: è molto forte, corre tantissimo e fa girare tutta la macchina. Con lui è un centrocampo ben equilibrato. Buffon? È tornato lui. Il mio più grande rammarico in quella maledetta partita contro la Slovacchia, al Mondiale, è di non aver avuto in campo Gigi e Pirlo a pieno regime. Marchisio? È diventato un fuoriclasse, sul livello dei grandi centrocampisti europei. Del resto, quando lo chiamai per la prima volta in Nazionale me lo immaginavo proprio così, come un Lampard, un Gerrard, gente che sa farsi valere anche sotto porta. Altri? Beh, non dimentichiamo la disponibilità di Chiellini, che dopo quattro anni da centrale è tornato serenamente a sinistra. O Pepe, uno che al carattere somma qualità, quantità e le sue origini di attaccante, per cui si presta a tanti ruoli. Queste cose sono il segnale che il gruppo è tosto, perché ognuno mette le proprie qualità al servizio della squadra”.

\r\nOnore ai calciatori, dunque, ma il timoniere è quello che sta facendo più di tutti la differenza: Conte.\r\n\r\n

“È intelligente, bravo e competente, del resto era un trascinatore già ai miei tempi – spiega ancora l’ex CT – I giocatori mi dicono che trasmette loro una carica incredibile, la voglia di vincere e di allenarsi. Perché si vince in settimana, non la domenica, e lui lo sa. Antonio non è soltanto uno psicologo che sa trasmettere grinta, ma ha capito che il modulo migliore era diverso da quello che aveva in mente, e ha cambiato. E poi è intelligente quando rifiuta i paragoni con me, con Capello, Mourinho e Ancelotti: prima vuole vincere qualcosa anche lui. Analogie con me? Sì. Come ci sono delle analogie fra la mia prima Juve e questa: la voglia di lavorare, il fatto che entrambe non vincevano da un po’, l’equilibrio del campionato e l’assenza di una squadra dominante come l’Inter di due o tre anni fa”.

\r\nPoi Lippi, evidenzia l’importanza di giocare nello Juventus Stadium, e il fatto di non avere le Coppe.\r\n

“È stata un’iniezione di orgoglio e fiducia straordinaria. Mi sono emozionato io stesso all’inaugurazione, con tutti i grandi del passato. Davanti a quelle 40 mila persone, i giocatori vecchi e nuovi hanno capito davvero in che squadra sono. Meglio senza coppe? Sempre, per il risparmio di energie. Main questo caso ancora di più, perché con tutte le novità di quest’anno, a cominciare dall’allenatore, il fatto di non dover giocare ogni tre giorni ha permesso a Conte di poter lavorare e far crescere la squadra”.\r\n\r\n