L’addio di Beccantini: “Quando un ospedale chiude”

Quando un Ospedale chiude, oscillo sempre fra sentimenti disordinati: 1) che bellezza, non ci sono più pazienti da curare; 2) che tristezza, adesso dove andranno a curarsi i (miei) pazienti? 3) che disastro, doveva proprio essere scarso, il Primario, per far chiudere il nosocomio.\r\nVi lascio dopo quattro anni, gli anni di Calciopoli, e dopo quarant’anni di professione in giro per il mondo. Molti di voi faranno la ola, com’è giusto che sia. Ci siamo annusati a distanza e beccati per mail. Non ci siamo risparmiati colpi sotto la cintura, abbiamo scomodato santi e morti. Non ho voluto filtri, perché agli indulti ho sempre preferito gli insulti.\r\nVorrei citarvi tutti e, dato l’alto tasso di anonimi, se avessi la memoria di quando la Juventus spazzolava i campionati ci riuscirei, di sicuro. Così, vado a spanne rischiando di fare brutta figura: la signora Mimma, la signora Patrizia, che è uscita ma non ci ha abbandonato, Marco Ninotti da Bruxelles, Cristiano Poster, il Martinello, Axl Rose, Leoncini 45 detto Little Lions, il mio Vittorio Sgarbi personale, alias Impera, Inter + tripletta/ + slam, Rico, Rdvg, Alvarec, W, Scheda svizzera, Formiche rosse, De Pasquale, Cuore zebrato, Fulvio, Agostino, Vito A., Lo svizzero, Cccp, Dimasdumas, Nicola Negro, Quartieri spagnoli, Aiace, Biraghi, i sosia e i cloni di Impera (un esercito), Bit, Roberto l’Aquilano, Carlo Nicola Colacino, Yanez, Cry me a river, Thug, Quartieri inglesi, Roberto, Parmigiano, Arturo, Giuseppe, QDN, Belva, Bacconi, Matteo Pietrella, Pino, Ohu, Eisberg, Gianni, Mirko, Lex Luthor, Tyrel, Fabrizio, Luca G., Apota, Antonio Riccione, Achtung Banditen, Il moralizzatore, Daniele, Davide, eccetera eccetera eccetera.\r\nL’importante, per me, è stato e rimane il confronto. Non il consenso: il primo, è difficile da sostenere (ma spesso gratifica); il secondo, è facile da ottenere (ma talvolta non gratifica). Credo che le visite in Ospedale saranno consentite ancora per un po’: approfittatene. Mi mancherete. Vi lascio il mio indirizzo personale di posta elettronica se mai qualche Paziente volesse continuare a «frequentarmi»: roberto.beccantini@mailbox.lastampa.it e poi roberto.beccantini@fastwebnet.it.\r\nBando alle chiacchiere. Non vorrei che il clima buonista da «rompete le righe» portasse a subdoli e dolciastri armistizi.\r\nProvvedo subito:\r\n1 Il prestito di Borriello («Chissà!») non mi dice niente.\r\n2 Su Calciopoli resto dell’idea che l’avvocato Zaccone abbia salvato la Juventus dalla serie C, e che Milan, Fiorentina, Lazio e Reggina avrebbero meritato la B.\r\n3 In base alle nuove intercettazioni, anche l’Inter dovrebbe essere retrocessa in serie B.\r\n4 Lo scudetto a tavolino del 2006 andrebbe revocato seduta stante.\r\n5 L’albo d’oro del 2005 e 2006 dovrebbe presentare, e mantenere, due caselle vuote: non erano campionati a tre (Inter, Juventus, Milan) ma a venti squadre. Se quasi tutti telefonavano ai designatori, non tutti grigliavano con loro.\r\n6 Invito il presidente Abete e il procutatore Palazzi a tenere vigile l’attenzione sul processo di Napoli e sui fascioli aperti in ambito sportivo. Nell’estate del 2006 i tempi della giustizia sandulliana furono tutt’altro che flemmatici, e molti ne godettero.\r\n7 Mi auguro che Massimo Moratti rinunci alla prescrizione sportiva per dimostrare la differenza tra il sistema Moggi e il sistema Inter.\r\n8 I miei pronostici sul processo a Moggi e c.: niente associazione per delinquere, «solo» frode sportiva. Idem per Giraudo (rito abbreviato).\r\n9 Continuo a non capire il silenzio che Andrea Agnelli tenne nel 2006.\r\n10 Continuo a capire perché in Italia i Tronchetti Provera la fanno sempre franca.\r\n11 Mi è spiaciuto molto che Giampiero Mughini abbia lasciato «Controcampo».\r\n12 Ho sopportato con cristiana rassegnazione che Giraudo & Moggi venissero venerati come martiri, Moratti come santo e Berlusconi come statista, ma quando ho letto che, per alcuni di voi, «Zidane non era un fuoriclasse», mi sono detto: «E’ l’ora».\r\n\r\nE adesso, per favore, insultatemi. Cominci lei, signor Fulvio. Grazie.\r\n\r\nIl Primario\r\n\r\n(Roberto Beccantini per ‘La Stampa’)