Juventus: con Grosso e Camoranesi pronta la linea dura

Dietro la «scelta tecnica» di Gigi Del Neri, che ha tagliato fuori dall’esordio europeo Camoranesi, Giovinco, Grosso e Salihamidzic, ce n’è una «aziendale», ben più profonda. Detto in maniera brutale, i quattro non rientrano più, da tempo, nei piani della Juve. Per ora, da buon tesserato del club, l’allenatore ha semplicemente fornito una copertura diplomatica all’esclusione, ma presto il conflitto tra società e giocatori potrebbe inasprirsi. Nel pomeriggio, quando la squadra si ritroverà a Vinovo, i quattro lavoreranno insieme al gruppo, ma se le settimane passeranno invano, si profila un regime da separati in casa: cioè sedute di lavoro differenziate.\r\n\r\nFin dall’inizio di giugno, sostiene il club, le intenzioni sono state chiare ed esplicitate: i giocatori sono stati informati, tramite i procuratori, che non rientravano più nei piani della società. Altrettanto ferma la presa di posizione che si va profilando: l’esclusione dal primo viaggio di Europa League è stato un primo messaggio, cui ne seguiranno altri. I quattro giocatori non faranno parte neppure della spedizioni per la partita di ritorno, giovedì sera a Modena, e dunque esclusi anche dal lavoro della vigilia. Fino ad arrivare, appunto, a farli allenare lontani dalla squadra, pur onorando tutte le clausole prescritte dal contratto di lavoro. Nel frattempo, una robusta fetta della curva ha già esposto a Varese la lettera di licenziamento: “A chi se ne deve andare ma vuole restare, un anno d’inferno faremo passare”. A patto che la bolgia si limiti a cori, fischi o striscioni.\r\nCome in tutti gli scontri, dalla parte opposta di sventolano opposte e non sempre infondate ragioni. A partire dal contratto, vigente e firmato da entrambe le parti: anche se poi bisognerebbe decidersi, nel mondo del pallone, a far valere e rispettare i contratti sempre, non solo quando fa comodo. Le posizioni sono comunque variegate: chi vorrebbe restare (Grosso), chi accetterebbe pure una collocazione, ma di rango (Camoranesi), chi ce l’ha a portata di mano e presto se ne andrà (Giovinco) e chi ancora non ha nessuna offerta all’orizzonte (Salihamidzic).\r\nIl problema generalizzato, invece, guardando con gli occhi dell’eventuale compratore, è invece lo stipendio, sempre tarato sui milioni di euro: cioè non proprio da tutte le tasche. Anzi, per pochissime. Quello più vicino all’addio è la Formica atomica: il Parma è pronto a sottoscrivere la comproprietà, tra i 3,5 e i 4 milioni, e in settimana s’incontrerà con i procuratori di Giovinco. E se mai andasse male, restano le opzioni Bari e Genoa. Potrebbe risolversi anche la situazione di Grosso, che vorrebbe restare in bianconero, ma che non rientra nell’assetto di Del Neri.\r\nSaltata la trattativa con l’Atletico Madrid, il terzino sinistro potrebbe finire in Italia, visto che la Juve sarebbe disposta anche al prestito, in segno di collaborazione con il giocatore. Rimane invece piuttosto intricata la vicenda di Mauro Camoranesi: “E anche inspiegabile – diceva ieri Sergio Fortunato, il suo agente – perché si dice che la Juve sta cercando un esterno che sappia saltare l’uomo: e Mauro che cos’è? Nel 4-4-2 ci ha giocato una vita”. Alla fine, però, potrebbe accettare il trasferimento: “Mauro ha ancora voglia di misurarsi ad alto livello – spiegava ancora Fortunato – ma sia chiaro che finora non ha mai rifiutato alcuna offerta. Perché non gli è stata fatta”.\r\nL’ultima novità è stata una chiamata del Paris Saint Germain, ma i tre milioni di euro di stipendio avrebbero troncato da subito la trattativa. Ancor più di difficile ricollocazione è Hasan Salihamidzic, pure per gli acciacchi che ne hanno limitato l’impiego. Sarebbe anche un tuttofare utile per molte squadre di medio cabotaggio, ma il salario (sui 2 milioni a stagione) è ampiamente deluxe. Si sta cercando nuova residenza pure per Jonathan Zebina, sostanzialmente già tagliato dalla Juve: tanto che finora non s’è fatto neppure un giorno di ritiro, mentre s’è profilata l’idea della rescissione del contratto. Anche per lui s’è fatto avanti il Psg, che andrebbe benone: da gallerista avrebbe il Louvre e decine di altri musei a due passi.\r\n\r\n(Credits: ‘La Stampa’)