Juve, procedono i lavori per il nuovo stadio. Ma il progetto per riempirlo?

nuovo_stadio_juve«Nessuno allo stadio» cantavano Elio e le Storie Tese per i mondiali di “soccer” 1994 nei più o meno disinteressati Stati Uniti. E quasi ci siamo pure da noi. Il rischio, peraltro evidenziato dall’andamento della vendita dei biglietti negli ultimi anni, è fondato. Uno dei correttivi, da sempre ritenuto fondamentale dai dirigenti del­le società sportive mondiali è quello di fornire strutture ade­guate. L’assunto sarebbe, luogo più invitante uguale a maggior numero di presenze. Bene, ma non basta fornire un servizio migliore dal punto di vista del­le strutture. E la Juventus che per prima si è mossa sullo sta­dio di proprietà, uno stadio confortevole, dovrebbe (dovrà) pensarci. Lo stadio ha costi e dunque va riempito, invitando i tifosi a venire e partecipare. Per fare ciò, almeno in Italia, non basta mettere poltrone co­mode, garantire una perfetta visione della partita, offrire ri­storanti, parcheggi e negozi per arricchire la giornata con lo shopping.\r\n\r\nCOMPETITIVITA’ – Il primo requisito è una squadra com­petitiva. Altrimenti neppure negli Stati Uniti, laddove lo spettatore si alza per andare a mangiare l’hot dog o acquista­re una maglietta (o quant’al­tro), i biglietti vengono strap­pati in numero sufficiente. La Juventus inaugurerà lo stadio nel 2011-12? Allora è necessa­rio che già nel 2010-11 regali un sogno, o perlomeno l’ottimi­smo nel futuro. E offra uno spettacolo adeguato. Insom­ma, il nuovo progetto (perché l’attuale è fallito) deve comin­ciare al più presto. I sondaggi devono diventare fatti. Se Prandelli deve essere, lo sia su­bito (anche se l’annuncio sarà a fine stagione). E pur rilan­ciando e dunque puntando sul­la gioventù, è necessario accen­dere la fantasia con qualche acquisto importante.\r\n\r\nRAPPORTI COI TIFOSI – La Juventus deve pure chiarire i propri rapporti con i tifosi, an­che quelli organizzati (altri­menti detti ultras). Ne va del­la serenità ambientale, del bi­lancio (al capitolo multe que­st’anno la società ha pagato più volte), ne va appunto dei biglietti da vendere alle fami­glie, ai bambini che divente­ranno i “clienti” di domani. Certo, la televisione è ormai dominante. Dal punto di vista degli introiti per i club, ma pu­re dell’offerta ali spettatori (pe­raltro ormai paganti anche in tal senso). A maggior ragione bisogna essere convincenti.\r\n\r\nCredits: TuttoSport\r\nFracassi Enrico – Juvemania.it