(Di Eldavidinho) È un sogno che continua quello che sta vivendo la Juventus in questa stagione di riscatto. Anche a Cesena la musica è stata la stessa, tra i dettami tattici di mister Conte, precisi ed intelligenti, e lo spartito in campo, funzionato bene come da routine ormai se si vedono i numeri: 10 tiri a 3 di cui 7 in porta a 0, 15 corner a 3, 73% di possesso palla contro il 27%, 89% di passaggi riusciti a testimonianza della fluidità della manovra. Tuttavia, per esultare e dare libero sfogo alla propria felicità, la Juve ed i suoi tifosi (al seguito, in un “Manuzzi” quasi completamente gobbo e non) hanno dovuto attendere il 35esimo del secondo tempo, quando proprio l’uomo che non t’aspetti ma che in settimana aveva profetizzato il primo gol in maglia bianconera, Marco Borriello, sigla la rete che rimette sui binari giusti il treno verso il Paradiso. Sì, perché questa è: una rincorsa verso il Paradiso, verso qualcosa d’impossibile sino ad un anno fa di sport e oggi, improvvisamente, percorribile e vincibile. Una marcia trionfale, mai inceppatasi e cresciuta passo dopo passo grazie alla maturità di un gruppo subito entrato in sintonia. Incredibile il lavoro che sta facendo mister Conte, lodevole la serietà dei ragazzi e lo spirito di gruppo che sta accompagnando quest’annata bianconera, quasi servisse quel tocco di fortuna ed imprevedibilità che va al di fuori del progetto di rifondazione, e che fa saltare tutti gli schemi, per poter tornare grandi.\r\n\r\nSarebbe troppo riduttivo risolvere in Antonio Conte e nel suo carattere cupo, deciso, da trincea, questo senso d’imprevedibilità. Troppo grande la responsabilità di dire ed affermare con certezza che è servita una persona dalle idee chiare, dal carisma di ferro e dal polso fermo per poter mettere ordine nella palude societaria degli ultimi anni. Antonio Conte è una delle tante componenti accompagnate da fortuna e bravura che ci stanno facendo vivere questa meravigliosa annata calcistica. Elemento che emerge in campo, in ogni partita, è la mentalità con cui si scende sul terreno di gioco; mentalità in grado d’alleggerire i giocatori da pesanti pressioni esterne e che fa acquisire ad ognuno di loro la consapevolezza di essere importanti al fine del risultato. Il punto, infatti, sta soprattutto qui a pareri mio: nel modo in cui si è affrontata ogni singola partita della stagione. Faticosamente la Juve ha sistemato, ogni volta che è scesa in campo, qualcosa a livello tattico e si è evoluta molto lentamente quanto velocemente. Lentamente perché Conte ha inserito sempre con una certa riflessione, nell’undici titolare, giocatori rivelatisi poi importanti o decisivi come Estigarribia, Caceres, Quagliarella, Giaccherini, Borriello. Così come è stata lenta la   metamorfosi del cambio di modulo da quel 4-2-4 tanto discusso sui forums bianconeri in estate, al 4-3-3 vincente di stagione, al 3-5-2 vera e propria invenzione del mister contro squadre già ben strutturate, con una difesa a tre come Napoli, Udinese, Roma all’occorrenza o contro centrocampi attaccabili lateralmente come quelli di Milan e Inter. Una squadra, questa, che la propria maturità l’ha mostrata proprio col saper alternare, indistintamente dall’avversario, entrambi i moduli inventati, studiati ed applicati prima in allenamento e poi in campo. Quasi si possa parlare proprio di due frecce in più nel grande arco di cui Conte si è munito per portarci al posto che ci compete. Quando, invece, dico velocemente, mi riferisco al fatto che l’abitudine al sacrificio ma alla soddisfazione finale ricorrente in questa squadra ha fatto sì che arrivassimo, a questo punto ormai finale della stagione, da imbattuti e da assoluti protagonisti.\r\n\r\nIl campionato sta scivolando così velocemente che tutte le partite della Juve, giocate ognuna con altissima intensità, ritmo, pressione e attenzione, è catalogabile in un unico archivio. Nessuna di esse è stata tanto diversa dall’altra se non, come è giusto che sia, nelle statistiche numeriche finali. Tornando alla partita, quello di Borriello è stato un gol che, oltre ad aver sbrogliato una situazione ingarbugliata, fastidiosa e ricapitataci per l’ennesima volta in stagione contro una “piccola”,  probabilmente vale il riscatto (preannunciato dal mister nelle interviste post-partita) viste le passate esperienze, sempre molto prolifiche, e le caratteristiche da ariete vero molto utile in situazioni come queste. Tenendo conto della forma non ottimale che ha accompagnato Borriello in questa stagione a causa delle panchine alla Roma, del trasferimento alla Juve e, quindi, della discontinuità con cui è sceso in campo, il vero bomber, alla Juve, non si è ancora visto e, non assaporarlo, sarebbe un grande rimpianto. In ogni caso, inutile ribadire che il destino è nelle nostre mani. Parole retoriche che non danno l’importanza della posta in palio(nonostante ogni singolo tifoso juventino lo sappia comunque a prescindere). Il Milan ha perso 7 punti nelle ultime 7 gare, ne ha raccolti solo 14 ed ha realizzato 9 gol a fronte dei 5 subiti. Il ruolino di marcia della Juve, invece, ha visto una crescita in classifica e in fatto di numeri strabiliante, a partire dal pokerissimo di Firenze. 7 vittorie consecutive con 19 gol fatti, 1 solo subito e 19 punti conquistati. E soprattutto primi in classifica da imbattuti. Ma non è ancora il momento di tirare le somme o lasciarci andare a complimenti che, volente o nolente, a fine stagione arriveranno per tutti. È un sogno che continua.