Il pronostico di Moggi: “Inter e Roma, poi il deserto”

È strano questo mercato, sonnecchia, sembra disfare di notte quello che viene detto più che fatto di giorno, operazioni date per concluse non si concludono mai e anzi si complicano la vita. In testa l’Inter con le cessioni di Balotelli e Maicon, ogni giorno sembra quello buono, così non succede, si tratta sempre di danaro, non si smuove di una virgola Moratti, e neanche Balotelli e nemmeno Maicon, ma alla fine la soluzione si troverà. Sorprende come sia andato in cavalleria il disvalore tecnico che ne può derivare alla squadra (Maicon, al momento, più di Balotelli), ma una buona orchestrata campagna di convincimento ha portato il tifo interista a condividere le scelte di Moratti, penso per l’abbaglio delle operazioni promesse in entrata di Mascherano e Kuyt, operazioni che se diventeranno certezze porteranno ancora l’Inter a guardare gli avversari dall’alto verso il basso. Mascherano, assieme a Cambiasso, costituirà una diga di centrocampo insuperabile (mi ricorda la Juve con Emerson e Vieira), Kuyt sarà importante nel portare avanti la propria squadra oltre che segnare gol con la potenza che lo contraddistingue. Il patron dell’ Inter insegue intanto una sua strategia personale, quella di ripetere il successo riuscitogli l’anno scorso con l’operazione Ibra in uscita e Milito e Thiago Motta in entrata: vive un momento di esaltazione operativa, da grande stratega del  mercato quale pensa di essere diventato, e lo si ricava anche dai suoi discorsi sul pareggio del bilancio.Comunque vada può essere un buon principio.\r\nResta il fatto che finora l’Inter non ha fatto niente sul mercato (Coutinho ottimi sprazzi ma resta una promessa ): tuttavia l’impianto interista mi pare ancora più sicuro e più forte delle avversarie, tra le quali finora non trovo una valida antagonista. Al contrario, mi convincono poco le operazioni di rinforzo fatte dalle principali avversarie – almeno fino ad ora – per cui, ancora per qualche anno dovremo fossilizzarci sugli scudetti dell’ Inter, amenoche Abete non impedisca ai nerazzurri di presentarsi in campo in undici stranieri undici. Una realtà noiosa, ma soprattutto deleteria per la crescita del nostro calcio.\r\nForse appaio troppo poco ottimista per quello che potranno fare Juventus, Milan e Roma, elenco in ordine strettamente alfabetico, ma questo per ora passa il convento in termini di cambiamenti operati ma tutt’altro che completati, o per equivoci irrisolti e bandiere “mantenute” oltre il dovuto.\r\nÈ il caso del Milan dove la conferma di Ronaldinho, che pareva dispostissimo ad andarsene, lascia un problema tattico di cui Allegri non avrebbe bisogno, e che potrebbe indurlo a una scelta negativa decisa (ne avrà il coraggio?). Un non diverso problema, per gli effetti pratici, può derivargli da Gattuso. Conosco l’affezione che il Milan ha per i campioni che gli hanno dato lustro (contratti rinnovati anche per Zambrotta oltre che per Oddo), e di ciò il club può menare vanto, ma gli interessi sono tali che dovrebbero sempre prevalere davanti ai limiti connessi all’età. Galliani parla di un Milan che si è rafforzato. Non potrebbe dire niente di diverso, ma il mio suggerimento resta quello noto: convinca Berlusconi a fare uno sforzo per Ibrahimovic. È il giocatore “universale” di cui il Milan ha bisogno: può creare spazi per Pato, segnare gol imprevedibili e soprattutto tenere bloccata la difesa avversaria frenandone le ripartenze. Cerchi inoltre ricambi per il centrocampo e per la difesa anziché prolungare i contratti a giocatori ultratrentenni. Solo cosi potrà essere un antagonista per l’Inter.\r\nLa Roma parte con il vantaggio della continuità: non ha cambiato allenatore e non ha bisogno di rodaggio, anche se i giallorossi sono legati come sempre a Totti, che però non appare alla frutta. Il resto dipenderà da Adriano, una scommessa per il club e per Ranieri, soprattutto se l’Imperatore darà seguito alle sue promesse: cosa non proprio facile pensando a una città come Roma, tentacolare più di Milano. A prescindere da questo particolare, che non è affatto secondario, penso però che sarebbe stato più opportuno confermare Toni. E i giallorossi attendono molto anche da Simplicio (beati loro):  nonostante ciò, penso che la Roma sia l’unica rivale dell’Inter.\r\nLa Juve ha rincorso un totale restyling di cambiamento, ma il peso delle cessioni che non si è riusciti ad attuare ha frenato anche gli arrivi. E meno male, perchè gli acquisti fatti fino ad ora, fatta una eccezione per Bonucci, lasciano alquanto a desiderare: Pepe, Storari, Martinez sembrano più adatti a squadre da quarto-quinto posto. E quando sento parlare di attaccanti in quantità, mi sorprende che non si pensi a rinforzare la squadra là dove c’è bisogno, cioè a centrocampo e in difesa. Resto infine del parere che si dovrebbe partire da una rinuncia a Diego, che ho sempre ritenuto inadatto al nostro campionato. Interessante invece potrebbe rivelarsi l’acquisto di Krasic che, però, non deve essere contrabbandato per Nedved solo perché è biondo: è un giovane interessante, un rinforzo per la rosa, ma tatticamente tutto da forgiare. La squadra bianconera è davvero lontana dall’ Inter. Dietro c’è poco: il Napoli è la mia candidata al quinto posto. A contenderglielo sarà solo la Sampdoria, che pagherà in campionato gli impegni europei.\r\n\r\n(di Luciano Moggi per ‘Libero’)