Giustizia sportiva a due velocità: lumaca con Moratti e Zamparini…

La giustizia sportiva ha due velocità: non ce ne accorgiamo oggi, ma tutto il mondo ha visto cosa è successo circa quattro anni fa. Un processo di 20 giorni manda in serie B e distrugge una squadra basandosi su “un sentimento popolare” e inventando un “illecito strutturato” che non esiste in alòcun codice. Mentre quando si tratta di prendere provvedimenti su illeciti accertati tutto va a rilento: è stato così per il passaporto di Recoba (per la giustizia ordinaria Oriali è stato ritenuto colpevole e condannato) e lo stesso si sta verificando con “l’affaire” Motta-Milito: non si può trattare con dirigenti inibiti, ma se lo fa qualcuno che ha una società di Milano con la casacca nerazzura i discorsi cambiano e per giudicare non bastano 20 giorni, anzi forse un anno è pure poco.\r\nRiporto di seguito un bell’editoriale di Fulvio Bianchi per Repubblica.\r\n\r\nPiù di un anno, una giustizia sportiva che è una lumaca: Moratti e Preziosi, n.1 di Inter e Genoa, hanno trattato nel maggio dello scorso anno l’acquisto di Milito e Thiago Motta e adesso andranno a processo, davanti alla Disciplinare, il prossimo 8 luglio. Tanto ci è voluto perché il superprocuratore Stefano Palazzi venisse a capo dell’inchiesta e fosse fissata l’udienza di primo grado (poi c’è l’appello). La stagione si è chiusa, i due contratti sono validi ma Giancarlo Abete, quando torna dal Sudafrica, dovrà mettere mano a questa giustizia sportiva che così non può certo funzionare. E’ vero che la procura federale è oberata di lavoro, e adesso ha anche i compiti dell’ex Ufficio Indagini. Ma così non va. Contro questa giustizia sportiva anche Maurizio Zamparini, n.1 del Palermo, che oggi ha scritto una lettera aperta ai ”colleghi presidenti”. Il patron rosanero è stato inibito per 6 mesi dalla Disciplinare per plusvalenze fittizie nel trasferimento di calciatori. Per il presidente rosanero si tratta di una ”nefasta applicazione della Giustizia sportiva odierna”. ”Caro collega- scrive Zamparini-, come al solito ci troviamo (oggi il Palermo) vittime di un sistema di ordinamenti federali che penalizza le nostre società, i nostri diritti costituzionali violando le più elementari norme di giustizia ordinaria”. Zamparini sostiene che l’inibizione è collegata a ”un fatto provocato nel giugno 2002 dalla proprietà della Roma, proprietaria allora anche del Palermo”, ovvero lo scambio di giocatori (Bombardini e Brienza) tra la società rosanero e quella giallorossa. ”Questo -spiega- provocava notevoli plusvalenze per Palermo e Roma di proprietà della Famiglia Sensi, e un aggravio per ammortamenti notevoli per il Palermo”, negli anni dal 2003 al 2006. Zamparini acquistò le azioni del Palermo nell’agosto 2002 obbligandosi con la proprietà a confermare in sede di approvazione di bilancio le operazioni fatte fino al 30 luglio 2002 dalla proprietà Sensi. Ora è stato punito, ”ma se esiste un fatto di plusvalenza fittizia (ed allora anche di ammortamento) dovrebbe esistere per il Palermo e per la Roma”. Zamparini ora chiede di riportare la giustizia sportiva e gli arbitri (suo vecchio cavallo di battaglia) sotto la tutela della Lega Calcio. L’Associazione Arbitri si è già opposta con Marcello Nicchi: comunque, sembra che sia una battaglia (persa) solo di Zamparini…