Fiorentina: Diego Della Valle lascia, ma torna in sella Andrea

diego_dellavalle01gNon sarà un fulmine a ciel sereno, ma sempre di fulmine si tratta. Da ieri, Diego della Valle non è più il patron onorario della Fiorentina. Si fa da parte, annunciando, con una lettera alla città e ai tifosi, il suo disimpegno, almeno formale, dalla società viola. Ma la squadra resta comunque in famiglia: in sella torna il fratello, Andrea. E colpo di scena, l’ennesimo di una giornata davvero convulsa, a Firenze resterà anche l’allenatore, Cesare Prandelli, nonostante i forti dissapori dei giorni scorsi con Mister Tod’s. La sorpresa più amara, per i tifosi viola, arriva ieri mattina all’alba. Quando i più mattinieri, sfogliando le pagine del Corriere dello sport, si imbattono in un titolo dai caratteri cubitali: Della Valle lascia la Fiorentina. In un lampo, la notizia fa il giro della città. I bar intorno allo stadio vengono presi d’assalto; centinaia di commenti intasano, in poche ore, i siti internet specializzati; i tifosi, sgomenti, si mobilitano e si dividono. C’è chi espone uno striscione pro Della Valle e chi si affretta a strapparlo, innescando un parapiglia. La rabbia è tanta, ma la paura prende il sopravvento: dopo otto anni, la Fiorentina è di nuovo in vendita?\r\nLo spettro della retrocessione si agita minaccioso: «Non vogliamo ricominciare daccapo» si disperano i supporter, memori della bruciante esperienza in C2. Boatos incontrollati si rincorrrono per tutta la mattina nell’attesa spasmodica del cda straordinario, indetto nel pomeriggio. La risposta più attesa arriva poco dopo le sedici. Quando la lettera di Diego Della Valle appare sul sito ufficiale della squadra. «La sottile strumentalizzazione che in questo periodo qualcuno ha tentato di fare nei confronti della società, contrapponendola ai suoi tifosi, ha superato ogni livello di tollerabilità e qualunque cambiamento di comportamento per il futuro non ne modificherebbe comunque la gravità», spiega mister Tod’s, senza però chiarire chi siano gli autori della strumentalizzazione in atto, come del resto, aveva fatto, tempo addietro, alludendo a un «partito di rosicatori». «Vedere la società messa da molti sul banco degli imputati senza aver commesso nulla se non difendere con forza i valori e la dignità della maglia viola, non è per me accettabile e soprattutto non è giusto», continua. Poi un appello rivolto «ai tifosi veri» a «tenere gli occhi aperti e a non farsi usare da chi vuole destabilizzare i rapporti tra la società e i suoi sostenitori; state vicini a questa dirigenza che ha dato e darà il massimo per cercare di farvi sognare ancora di più, e fate in modo che mio fratello Andrea rimanga vicino alla società con tutta la passione che ha e che ha sempre dimostrato».\r\nDopo le dimissioni dello scorso settembre, Andrea Della Valle torna quindi al comando. Molto rumore per nulla, commentano alcuni, sollevati, e al tempo stesso, seccati, domandandosi se non sia in atto una guerra tra fratelli, forse proprio sulla gestione del caso Prandelli. Ma la chiave di lettura dei passaggi cruciali della giornata appare tutt’altro che scontata. Basta scorrere i commenti on-line, per capire che la curva è divisa, anzi spaccata: per i tifosi a oltranza, Della Valle resta un benefattore, intoccabile. Per i più critici, quello andato in scena ieri è l’ennesimo atto di una commedia che comincia ad assumere i toni di una farsa. Perché questo nuovo passaggio di mano? I dissapori tra Mister Tod’s e Prandelli, la delusione di Diego Della Valle per l’appoggio della curva all’allenatore, non bastano a spiegare l’accaduto. Così i maligni vociferano che l’operazione di ieri nasconda in realtà la volontà di fare pressione per accelerare il progetto della Cittadella Viola. Che i Della Valle puntino a realizzare un nuovo stadio, con annessi e connessi, nell’area di Castello, è noto dal settembre del 2008, quando il progetto fu presentato in pompa magna. E Ddv non ha mai fatto mistero del fatto che, senza l’edificazione della Cittadella, il progetto Fiorentina non avrebbe avuto futuro. A complicare le cose, è arrivata l’inchiesta della Procura fiorentina su quell’area, finita sotto sequestro. Il sindaco Matteo Renzi si era impegnato a fornire risposte certe sulla questione. Ieri, quando ancora la città si dibatteva nell’incertezza, il primo cittadino ha ribadito che sulla Cittadella «dal punto amministrativo si va avanti con determinazione e convinzione». Anche i campi per gli allenamenti, rassicura, «saranno pronti entro un anno».\r\nInfine è la volta di Prandelli, che rasserena il clima e comunica la sua intenzione di restare a Firenze «senza dubbi e perplessità, rispettando il contratto». La giornata, insomma, si conclude, con un sospiro di sollievo collettivo. Ma l’idillio perfetto tra i Della Valle e la città sembra solo un ricordo. Tanto che qualcuno comincia a ipotizzare un cambio di mano.\r\n\r\nCredits: La Stampa\r\nFracassi Enrico – Juvemania.it