“Sono più che contento. Sono soddisfatto, ma anche sorpreso. È capitato tutto molto in fretta. Per me questo incarico non rappresenta un passo indietro rispetto alla Juventus, nè un modo per ripartire: è un’occasione di crescita ulteriore”. Ciro Ferrara, nuovo commissario tecnico dell’Under 21 si è resentato oggi in FIGC assieme ad Angelo Peruzzi, suo vice, e Luciano Castellini, preparatore dei portieri. \r\n”Ciro è stato da subito il nostro primo obiettivo – ha sottolineato Arrigo Sacchi, coordinatore delle nazionali giovanili. “Proprio lui – ha scherzato Ferrara – che non mi convocò in nazionale per i Mondiali di Usa ’94″. Stavolta, invece, Sacchi non ha tentennato nemmeno un minuto. “L’anno scorso ero tra coloro che lo hanno difeso – ha ricordato Sacchi – non perchè mi era simpatico, ma perchè conoscevo il suo valore umano, la sua intelligenza e la sua modestia. Sapevo che era la persona giusta e sono convinto che sarà un grande allenatore. Era in corsa per questo incarico insieme ad un altro tecnico, ma pensavo non potesse venire perché i club pagano uno stipendio più alto, ed invece anche in questo ha dimostrato grande entusiasmo”. \r\n“Teniamo in modo particolare all’Under 21, che è sempre stata un punto di riferimento del calcio italiano – ha aggiunto il presidente federale Abete La Figc è impegnata per rinnovare quei risultati sportivi che per tantissimi anni ci hanno visto al primo posto fra le nazionali europee”.\r\nÈ ancora troppo presto per sapere con quale modulo giocherà la sua Italia, ma di certo Ferrara non vuole etichette addosso, a cominciare da quella di ‘Lippiano’. “Non è così. E non sono nemmeno un ‘sacchiano’. Sono stato scelto per le mie qualità tecniche ed umane. Ovviamente ho chiamato Lippi, ma non mi ha dato alcun tipo di consiglio”.\r\nUna telefonata c’è stata anche con Prandelli, il ct della nazionale maggiore, a cui Ferrara non ha però chiesto Balotelli: “Lui deve proseguire la carriera con la nazionale dei grandi, ha esperienza e classe per continuare”.\r\nSugli oriundi, poi, Ferrara si è mostrato prudente: “Sono ben accetti, ma non penso a una nazionale a maggioranza oriunda”.\r\nUn ultimo pensiero sui 16 anni trascorsi alla Juventus: “Al di là del mio esonero, alla Juve ho trascorso 16 anni ricoprendo tre ruoli. Il rapporto è rimasto forte, di profonda amicizia. Ora farò un lavoro diverso, con i giovani, e sono sicuro che troverò molta disponibilità da parte loro. Voglio che sentano fortemente la maglia azzurra e che siano consapevoli che serve sacrificio per arrivare a certi livelli”.