Esposito: “Rapporti club-ultrà approvati dalle forze dell’ordine”

Stefano Esposito, senatore del PD e membro della Commissione Antimafia, è intervenuto nuovamente sul caso biglietti e sull’inchiesta sportiva contro la Juve

Stefano Esposito, senatore del PD e membro della Commissione Antimafia, è intervenuto nuovamente sul caso biglietti e sull’inchiesta sportiva contro la Juventus. Nonostante la Procura di Torino non abbia indagato né il club bianconero né alcun suo tesserato, pare che il procuratore federale Pecoraro sia intenzionato a chiedere pene severissime soprattutto nei confronti di Andrea Agnelli. È di ieri l’indiscrezione secondo la quale, il pm del calcio vorrebbe formulare una richiesta di 3 anni di inibizione per il presidente bianconero.

Una cosa spropositata se si pensa ai precedenti processi sportivi per cose ben più gravi. Intervistato da ‘Tuttosport’, oggi Esposito prova a fare un po’ di chiarezza sulla vicenda: “Chi si scandalizza perché la Juventus tratta con gli ultrà è un ipocrita – dice il senatore – . Basta far finta di non sapere! Gli ultrà ricattano le società da sempre, si hanno mezzi ridicoli per reprimere il fenomeno”.

Esposito: “La polizia sa dei compromessi”

Ovunque, lascia intendere, ci sono accordi tra società e ultras per mantenere la quiete dentro e fuori lo stadio, per evitare multe altre noie ai club. Poi la bomba: il tutto avverrebbe con la connivenza delle forze dell’ordine. “Si deve garantire la sicurezza di migliaia di persone, per tenere a bada la marmaglia si danno cose in cambio come i biglietti. I compromessi sono voluti dalla Polizia”, insiste Esposito.

Quanto alla possibile soluzione, propone l’approvazione di un disegno di legge che prevede l’istituzione di un responsabile giuridico di ogni gruppo ultras che sia il punto di riferimento di ciò che succede nel suo settore, escludendo di conseguenza la responsabilità oggettiva dei club. “Quel progetto è in Parlamento da due anni, non c’è interesse politico per risolvere questa vicenda…”, conclude Esposito. Evidentemente si vuole continuare a lasciare le società sotto ricatto in modo da poterle anche punire per colpe altrui?