Avanti adagio, ma avanti. I lavori nel cantiere Juventus proseguono, però i primi risultati si cominciano a vedere. Il capomastro Delneri ieri era soddisfatto al termine della sfida con l’Inter di San Siro: “Il bilancio al termine di un ciclo importante di partite è buono”. Il ciclo importante è un miniciclo, in verità: il doppio scontro con Manchester City e, appunto, i campioni d’Italia. Risultato: due pareggi esterni. E un solo gol subito. In una parola: progressi. \r\nLa difesa era il nervo scoperto, il punto dolente della rivoluzione tecnica bianconera. Dopo 5 giornate i bianconeri avevano la peggiore retroguardia del campionato, addirittura con 9 gol subìti. Gli esterni, più portati a spingere che a coprire, si trovavano spesso e malvolentieri in difficoltà sui tagli degli esterni avversari, o nel contenere gli uno contro uno di ali con il passo breve, più a loro agio negli spazi stretti di Motta e De Ceglie, veloci negli spazi, ma non rapidi nei cambi di passo. L’ingresso in formazione di Grygera, un esterno basso puramente difensivo, ha dato un mano. E De Ceglie appare in crescita tattica e fisica: da questo punto di vista ha paradossalmente beneficiato dell’acciacco che lo ha costretto a fermarsi, dopo due mesi da stakanovista. I centrali, poi, stanno migliorando la propria intesa. Chiellini e Bonucci sono, con merito, i centrali della Nazionale: avevano solo bisogno di affinare l’intesa ed assimilare gli schemi di Delneri. Che talvolta espongono i loro difetti più che valorizzare i loro pregi: giocare molto “alti”, con tanto spazio vuoto dietro di loro, li espone agli inserimenti di attaccanti rapidi e sguscianti, loro che per caratteristiche fisiche (sono alti e grossi, ottimi nel gioco aereo) e tecniche (Chiellini è pressochè insuperabile nel corpo a corpo, la marcatura è il suo pane) eccellono quando possono giocare a difesa schierata e non ammassata, corta, subito dietro il reparto di centrocampo. E infatti, contro Manchester City e Inter, che hanno costretto la Juve a gare di ripartenze, hanno limitato i pericoli al minimo sindacale, pur affrontando avversari in gran forma come Tevez ed Eto’o, tenuti all’asciutto. Per intenderci, i centrali bianconeri hanno caratteristiche simili (al di là dei valori tecnici) a Lucio (Bonucci) e Samuel (Chiellini), che Mourinho difficilmente “alzava” sino a metà campo. In più i mediani adesso fanno un po’ più filtro: soprattutto Sissoko, ma anche Melo, sta crescendo, e non ci voleva poi molto, dal punto di vista tattico. In più, l’inserimento a centrocampo di Aquilani consente ai bianconeri maggior possesso palla, la chiave dell’ermeticità della difesa spagnola al Mondiale, un modo efficace per togliere grattacapi alla difesa.\r\n\r\nMilos Krasic — Il serbo è scatenato. Per Delneri è l’unico insostituibile – parole sue -. Più di un califfo come Del Piero. Perchè Krasic, con il suo cambio di passo e la velocità da Beep Beep è l’unico centrocampista capace di creare costantemente la superiorità numerica. Krasic salta l’uomo. E quando crossa dimostra piedi discreti, i suoi traversoni non sono mai a casaccio. Certo, deve affinare qualche movimento difensivo – correre dietro al terzino che sale non è proprio la specialità della casa -, e bisognerà vedere quanto manterrà questa invidiabile forma atletica – lui che in Russia, in campionato, era già a stagione inoltrata -, ma per adesso è il valore aggiunto della Juve, capace di farsi sentire anche in zona gol, come dimostra la tripletta al Cagliari.\r\n\r\nCarattere ed entusiasmo — C’è di più. Il popolo bianconero aveva bisogno di nuovi eroi in cui credere e per cui esaltarsi. E Krasic è l’uomo giusto. Con la zazzera bionda sempre in movimento come un suo illustre predecessore, da esterno di centrocampo juventino: Nedved. E vai con i paragoni. Un modo per godersi il passato glorioso sognando un futuro migliore del presente a tinte grigie degli ultimi anni. E poi la Juve contro City e Inter ha dimostrato carattere. Salendo di livello in occasione delle partite più importanti, resistendo alla mareggiata City (secondo in classifica in Premier League, non dimentichiamolo) a fine primo tempo, aggredendo l’Inter alla gola nel primo tempo, pur nella tana della squadra da battere. In quella che Chiellini aveva definito “la sfida delle sfide”. E che la Juve – lavori in corso o no – non ha toppato.\r\n\r\nCredits: Gazzetta\r\nFracassi Enrico – Juvemania.it