Difesa Juve: è già un bunker, solo 6 tiri a partita subiti

Difesa Juve: anche quest’anno il reparto arretrato bianconero si conferma un vero proprio bunker: subiti solo 1,56 tiri nello specchio a partita

Difesa Juve: anche quest’anno il reparto arretrato bianconero si conferma un vero proprio bunker. Se possibile, addirittura, la difesa di Massimiliano Allegri sta facendo addirittura meglio della passata stagione. Dopo la sconfitta rimediata a San Siro contro l’Inter, i campioni d’Italia si sono ricompattati e se è vero che Higuain ci sta mettendo del suo segnando gol a raffica, il reparto arretrato si sta confermando un punto di forza. Storicamente, del resto, le più grandi vittorie si costruiscono con una grande difesa. E la Vecchia Signora ne ha una grandissima che oltre al trio storico Bonucci, Barzagli e Chiellini può vantare Rugani, il giovane più promettente nel ruolo, e la caratura internazionale di Benatia.\r\n\r\nDalla sconfitta di San Siro ad oggi, la Juve ha conquistato quattro vittorie tra campionato e Champions League senza mai subire un gol e realizzandone dodici. Il dato che però è ancor più significante è che Gianluigi Buffon abbia fatto praticamente da spettatore non pagante. La media è infatti di 6 tiri concessi a partita, di cui solo 1,56 diretti nello specchio della porta.\r\n

Difesa Juve: già meglio dell’anno scorso

\r\nLa statistica è ancora più significativa se la si confronta con quella relativa alla passata stagione, quando la difesa Juve concedeva 9,8 tiri in porta a partita, di cui 2,73 nelle specchio di Buffon. Migliore anche la media dei gol subiti, con 0,44 reti a partita contro 0,62 dello scorso anno. Numeri che confortano il lavoro svolto da Allegri e che molto probabilmente sono anche alla base della decisione del tecnico toscano di non cambiare modulo.\r\n\r\nLa difesa a tre continua a garantire impermeabilità e successi, anche se anche quest’anno i campioni d’Italia hanno fatto fatica all’inizio. Gli stessi calciatori si sentono più sicuri con questo assetto e non è un caso che ne parlino ormai come “uno stile di vita”.