Crisi Juventus: al vaglio l’ipotesi di aumento capitale

Sono giorni cruciali per il futuro della Juventus. Forse anche più decisive delle partite, potrebbero essere le riunioni fra John Elkann e Andrea Agnelli, nelle quali si sta discutendo quanto e come investire nel club. Decisione critica, perché senza investi­menti non si può finanziare il piano triennale, che in altre e più allargate riunioni (che in­cludono anche Beppe Marotta e altri membri del Cda) è stato tracciato ed è in via di defini­zione. In questo scenario si va delineando l’ipotesi di un au­mento di capitale, sempre più probabile, anche se finora smentita dallo stesso Andrea. \r\n\r\nD’altra parte c’è chi, vedi l’articolo di Salvatore Cozzolino su ju29ro.com, con un’analisi fi­nanziaria piuttosto dettaglia­ta ha già spiegato in termini tecnici l’ineluttabilità di varare l’aumento di capitale, 4 anni dopo l’ultimo, di 105 milioni, sottoscritto nella primavera del 2007. Tutto parte dal pas­sivo di bilancio che per la sta­gione in corso potrebbe anche toccare i 50 milioni di euro. Una perdita legata al mercato e ai mancati introiti di una sta­gione senza Champions Lea­gue, con sensibili decrementi alla voce sponsor. A questo punto, considerata la salute e la solidità dei conti bianconeri, la società potrebbe decidere di non mettere mano al portafo­glio e non deliberare alcun au­mento di capitale, ma utilizza­re le riserve patrimoniali. Si troverebbe infatti a fine eserci­zio comunque con un patrimo­nio netto positivo, nell’ordine dei 30 milioni e non intacche­rebbe in ogni caso la posta “Ca­pitale Sociale” del Patrimonio Netto. Tuttavia la società in questo caso si troverebbe in una situazione di sottopatri­monializzazione che ne sanci­rebbe il definitivo ridimensio­namento strategico e sportivo, perché in quelle condizioni è difficile pensare a una campa­gna acquisti particolarmente ricca. Ecco, quindi, che la solu­zione dell’aumento di capitale pare inevitabile.\r\n\r\nAl di là del­l’analisi tecnica, il dibattito fra i cugini sul futuro della Juven­tus ruota intorno al piano triennale e al suo finanzia­mento. Nessuno dei due vuole deviare dalla strada “virtuosa” che la società ha imboccato, an­che in vista dell’attuazione del fair play finanziario sul quale ­l’ha appena spiegato Platini ­non ci «saranno sconti». Ma pur senza mettersi nelle con­dizioni di finire sulla lista nera dei club a cui potrebbe essere vietata la Champions League, Andrea vorrebbe rilanciare il progetto sportivo bianconero con una campagna o – meglio ­con delle campagne acquisti al­l’altezza visto che si parla del­le prossime tre stagioni. Da una parte il progetto giovani, che vede nella brillante opera­zione Piazon una lucida foto­grafia della strategia juventi­na, ma dall’altra non si può pensare a un rilancio delle am­bizioni senza l’inserimento di qualche campione di livello in­ternazionale (e il fatto che la Juventus avesse nella lista del­la spesa uno come Dzeko è in­dicativo anche di quest’altra strategia che corre parallela a quella dei giovani). Quindi, an­che in questo caso, la conclu­sione è che servono i soldi e, al di là del fatto che lo stadio, ope­rativo dalla prossima stagione, porterà indubbi vantaggi fi­nanziari, è facile tornare a sbattere nell’ipotesi dell’au­mento di capitale. Anche per­ché non ci sono Zidane da ven­dere a 147 miliardi (di lire) e, anzi, Marotta e Agnelli si sono resi conto quest’estate di quan­to “costi” ringiovanire la rosa.\r\n\r\nMa se la strada che i cugini dovessero decidere di imboccare sarà quella del­l’aumento di capitale (che ver­rebbe sottoscritto per il 60% dalla Famiglia, attraversa la Exor, per il resto dagli azioni­sti, a partire dalla Lafico), re­sterebbe da stabilirne l’entità. E si dice che le riunioni stanno vertendo proprio su questo spi­noso argomento: ripetere l’au­mento di quattro anni fa, iniet­tando 100 milioni nella nuova Juve o varare un più morigera­to aumento da 50 che, di fatto, lascerebbe poco al mercato, fi­nendo per lo più a rimpolpare le riserve? Qualunque sia la decisione finale (e in mezzo c’è tutta la serie di soluzioni inter­medie), quella sarà la copertu­ra finanziaria del piano trien­nale al quale è aggrappato il futuro della Juve. Altro che l’U­dinese o il Palermo…\r\n\r\n(Di Guido Vaciago per ‘Tuttosport’)