elkann villarE così se n’è andato anche l’ultimo obiettivo stagionale! 90 minuti di sofferenza per dire addio all’Europa League, il palcoscenico del tanto paventato riscatto bianconero.

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Da tifoso sono sconfortato, consapevole che il tunnel in cui si è infilata la Juve è lungo, molto più lungo di quanto si riesca a immaginare.

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Monsieur Platini suggerisce all’amico Blanc di affidarsi a uomini di campo, Tardelli rimprovera la dirigenza di presunzione, John Elkann ha qualcosa di banale da dire solo quando la squadra, per un sussulto di orgoglio, riesce a risollevare la testa, Moggi puntualizza a ragione che i migliori giocatori oggi in rosa li ha comprati lui.

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Mentre la difesa si sfascia leggiamo di un ritorno all’ovile di Palladino in cambio della metà di Criscito, oggi punto fermo del Genoa di Gasperini, domani, forse, dell’Inter.

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E mentre l’Uno e Trino rivendica i suoi obiettivi centrati, ci chiediamo quanto dureranno gli sponsor sulle maglie  ingrigite della squadra che fu Fidanzata d’Italia.

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Quando anche questi ultimi saranno andati via, cosa resterà? Un gioiello architettonico vuoto, un prato verde calcato da una squadra di metà classifica, un presidente francese che vaneggia di obiettivi centrati, un principe sotto tutela del proprio mentore neroazzurro che sogna di assomigliare  al nonno.

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Al giovane Yaki bisognerebbe chiedere di non buttare soldi in una squadra che non ama: non ne ha bisogno. Piuttosto, se non ha tempo, passione ed energia da dedicarle, che passi la mano.

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Ad Andrea Agnelli, a un nuovo proprietario, a chiunque.

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Tanto nell’immaginario dei tifosi, dovesse anche un giorno vincere uno scudetto o una coppa dei Campioni, resterà come colui che ha ammazzato la Juve.

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Ne vale davvero la pena?

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Di Luca Falvo