Conte: “Trovato modulo giusto. Torniamo presto antipatici. Inter-Juve? Vale tre punti…”

La Juventus di Conte si appresta ad affrontare l’Inter da prima della classe. Non succedeva dal campionato 2005-06, vale a dire da prima della farsa di Calciopoli. Ma come la sta vivendo Antonio Conte? Vertigini non ne ho – spiega in un’intervista rilasciata oggi alla ‘Gazzetta dello Sport’ -, da giocatore ero abituato a certe altezze. E comunque questa è una classifica che va presa con le molle. Siamo troppo all’inizio per abbandonarci a strani discorsi o entusiasmi vari. Restiamo quindi indifferenti a un evento che pesa molto poco a questo punto della stagione. La critica innalza, perché non vede l’ora di abbattere. Erano bastati due pareggi per coprirci di polemiche eccessive. Alla Juve non è permesso parlare di progetto, di costruzione. Qui la via di mezzo non va bene. Sia chiaro, non sono uno che si nasconde, che ha paura delle responsabilità. Paura di che? Proprio io? Non si può però ignorare la realtà. E qui si viene da due settimi posti. Una volta può essere casuale, due no. Anche a me, da giocatore, successe di stare fuori dalle coppe, ma l’anno successivo vincemmo lo scudetto. Calciopoli ha distrutto una grandissima squadra, Capello aveva a disposizione un gruppo pazzesco. Da allora, anno dopo anno si è di fatto peggiorato, e quindi chi ci chiede di essere immediatamente al top non capisce nulla di calcio. Dal 2010 ad oggi è cambiato tutto, contro la Fiorentina 11 dei 14 giocatori che ho utilizzato sono arrivati a Torino dopo quella data. Ecco perché dopo tre mesi di lavoro non si può parlare di casa già completata, col tetto pronto. Una casa simile sarebbe destinata a crollare alla prima scossa. Le nostre fondamenta sono due settimi posti, non va dimenticato mai. Serve tempo, pazienza da parte di tutti e tanto lavoro. Il City, per esempio, comincia a raccogliere dopo 4 anni e 480 milioni spesi. In ogni modo, mi lascia tranquillo il gruppo di cui dispongo: ragazzi affamati, pronti al sacrificio, vogliosi di riportare la Juve là dove deve stare. E l’esempio arriva proprio da chi ha già vinto tutto, come Buffon, Del Piero e Pirlo”.\r\nUna Juventus ancora in costruzione, dunque, quella del tecnico pugliese, che vuole aspettare ancora qualche mese prima di affermare cosa può fare da grande il suo gruppo: “Per me perdere è come morire, ma siamo all’inizio di un progetto e io vado sulle certezze, su ciò che hanno detto le ultime stagioni, sui numeri. E tutto dice che al momento Milan, Napoli e Inter sono superiori alla Juve. Dopo Inter e Napoli le il bilancio? No, aspetto la fine del girone d’andata per capire chi siamo e fin dove possiamo arrivare in questa stagione. Prima di allora sarebbe da irresponsabili fare proclami. Magari batti Milan, Inter e Napoli e poi perdi con le cosiddette piccole…”.\r\nEppure, il primo posto di oggi sembra confermare che la ‘casa’ Juventus sia già ad un buon punto: “Abbiamo già un’identità precisa, facciamo sempre la partita, giochiamo nella metà campo avversaria. Ma per fare lo scatto decisivo servono continuità, tempo e fiducia da parte di tutte le componenti: tifosi, squadra e società. Questo è l’anno zero, il più difficile. Ci aspetta un lavoro immane, ma se restiamo uniti e concentrati sul progetto, allora la prossima sarà una stagione in discesa. Lo dico sempre, un tecnico va giudicato ed eventualmente esonerato solo in settimana, guardando come lavora, come tiene in pugno il gruppo. Io ho chiari i miei compiti: lavoro sulla mentalità dei ragazzi, sulla ferocia, sulla cattiveria agonistica. Ho ottimi giocatori, alcuni dei quali possono diventare grandi campioni. Come Marchisio, un gioiellino. Il mio compito è quello di aiutarli verso questa strada. È come se avessi in mano delle azioni da portare più in alto possibile. Su questo mi deve giudicare la società, sul lavoro quotidiano. E se tutti avremo la giusta pazienza andremo certamente lontano”.\r\nMa che Juve ha (ri)preso Conte? “Ho ritrovato una squadra simpatica a tutti. Vediamo quindi di tornare al più presto molto antipatici. Chi vince è sempre antipatico…. Inter-Juve partita dell’anno? Saremmo provinciali a ragionare così, a isolare questa partita. Vale sempre tre punti, la vivo come un’altra tappa di crescita. Certo, contro l’Inter le risposte, sia in un senso sia nell’altro, saranno importanti. E mi piace arrivare a questo appuntamento da capoclassifica, nessuno ci avrebbe scommesso qualche mese fa. Sono curioso di vedere se anche a San Siro sapremo imporre il nostro gioco. In caso positivo, cresceremmo in entusiasmo e autostima. Ma sia chiaro, sulla carta l’Inter è favorita”.\r\nCon la Fiorentina, conte sembra aver trovato un equilibrio che cercava da quest’estate, i rimbalzi contini tra 4-2-4 e 4-5-1 sono stati forse definitivamente interrotti da un seppur anomalo 4-3-3: “Prima della Juve non avevo mai abbandonato il 4-2-4, ma non avevo nemmeno mai allenato una grande squadra. Qui i giocatori più importanti ce li ho in mezzo al campo, andava quindi trovata una soluzione tattica adatta a esaltare certe caratteristiche. Un tecnico deve agire in base al materiale di cui dispone”.\r\nTra le leggende che circolano in quel di Vinovo, si dice che Conte non volesse Pirlo: “Oggi dico di aver avuto la fortuna di trovarmelo a disposizione. Dal primo giorno di ritiro non ha saltato un allenamento, e posso garantirvi che le nostre sedute non finiscono mai a tarallucci e vino. Andrea è un esempio, trascina tutti. E vederlo così in allenamento non fa altro che agevolare anche il mio lavoro. É stata una bella sorpresa, un bel regalo che la società mi ha fatto”.\r\nCosa vorrebbe fare da grande Conte? “Sono nel posto in cui ho sempre voluto essere. Mi basterebbe vincere una piccola parte di quello che loro hanno vinto nella Juve. In futuro, però, vorrei misurarmi all’estero, diventare un tecnico internazionale”.\r\nCapitolo Del Piero, lo si vede soffrire in panchina: è davvero ancora importante per questo progetto? “Ale incide in questa squadra anche solo con il respiro. Ci parlo spesso, lo ringrazio per come si allena, per l’esempio che dà ogni giorno sul campo. Mette la Juve davanti all’interesse personale. Vorrebbe giocare sempre, è la giusta mentalità, poi io però devo fare valutazioni a 360°. Si è ricamato sulla mia decisione di mandarlo in campo negli ultimi 5’ contro il Genoa. Doveva entrare sull’1-1, poi siamo andati in vantaggio e avevo bisogno di altro. Una volta sul 2-2 è normale che abbia pensato a lui, a uno che anche in due minuti può trovare il colpo giusto”.\r\nche fine ha fatto il vice-campione del mondo Elia? “Anch’io mi giro indietro e vedo una bella carriera personale. Ma conta soltanto il presente. Per tutti, sia chiaro. In campo, voglio gente che mangia l’erba. Chi non ha stimoli, non gioca. Detto questo, Elia viene da campionati molto diversi rispetto a quello italiano, meno tattici, molto meno tattici. Qui per lui è cambiato tutto, anche a livello di alimentazione. Ci vuole quindi un po’ di tempo”. Gli esclusi chiedono spiegazioni? “No, ma se me lo chiedono la risposta è unica: scelgo così perché voglio vincere”, conclude Conte alla ‘Gazzetta’.\r\n