Non nascondo di nutrire da sempre una sconfinata ammirazione per Antonio Conte, prima per l’uomo e il calciatore, poi anche per l’allenatore. Chi mi legge sa molto bene quanto ho ‘’spinto’’ perché si concretizzasse questa soluzione. Certo, anche a me non sarebbe dispiaciuto Lippi (il mio favorito) o Capello (che non mi piace esteticamente, ma è un vincente), ma bisogna pur farsene una ragione, e se non si può arrivare a questi due bisogna trovare quello che più di tutti a questi due somiglia. Conte è quest’uomo. È un tipo determinato proprio come quei due ed è uno a cui non piace perdere. E’ uno che somiglia a Lippi perché ha fatto la gavetta anche se è giovane, e somiglia a Capello perché è stato un grande calciatore. Conte è un combattente nato, uno con gli attributi. E’ uno che giocava in mezzo ed è proprio da li, dal centrocampo che passano tutti i palloni, le idee, il calcio e i calci. Chi lo ha allenato giura che era già un allenatore in campo. Conte mi piace perché a differenza di Ranieri non ama i piazzamenti; a differenza di Ferrara non è un uomo mite, è uno che se è necessario sbattere i pugni lo fa. Conte a differenza di Del Neri è abituato a certi palcoscenici, a certi tempi del calcio. Conte mi piace perché ha vinto tutto quello che c’era da vincere da calciatore, ma ancora si rode dentro per quelle finali che ha perso. Per quella traversa che a Manchester ancora vibra dopo il suo colpo di testa, per quei 5 cm più su o più giù che ti fanno sfiorare un trofeo. Come se non ne avesse vinti di altri. Andrea Agnelli ha dichiarato che i nuovi giocatori non hanno capito cosa è lo spirito Juve, mentre i vecchi non sono stati in grado di insegnarlo ai nuovi. Conte è lo spirito Juve chi meglio di lui può insegnarlo? Non ha bisogno di fare un corso per imparare cosa sia la Juve. Conte lo sa perché se la porta dentro, lo ha detto anche il Presidente del Siena: ’’Per Antonio la Juve non è una squadra da allenare, è la maglia che porta sotto la camicia’’. Bellissime parole che toccano il cuore ma ancora meglio sono le striminzite, quanto chiare, dichiarazioni fatte alla stampa da Conte medesimo: ‘’La mia Juve deve avere le palle, non voglio giocatori che escono dal campo con la maglia che non gronda sudore. Non amo chi non lavora duro in settimana e non amo chi dopo una partita sorride, anzi è una cosa che mi fa proprio incazzare, si gioca dando tutto per vincere alla fine ci sta pure di perdere se gli altri son più bravi ma basta una stretta di mano’’. Musica per le mie orecchie. Finalmente finisce e spero sia una volta e per sempre, l’epoca degli ‘’smile’’ gratuiti, dei sorrisi dopo le sconfitte, delle pacche sulle spalle con i nostri avversati, pure i più acerrimi. Una mania ‘stupida’ che ha contagiato la società pre Andrea Agnelli e che ha portato ai risultati attuali. Tanti sorrisi, zero titoli. Squadra che non suscita nessuna simpatia comunque, né ai tifosi né ai nostri avversari, al massimo fa pietà. Menomale che Conte c’è: da domani possiamo iniziare a pensare alla nuova stagione con fiducia e a dimenticare l’ennesima amarezza. Con Conte ce la faremo.