Cobolli: “Sentenza di Napoli dice che Zaccone aveva ragione, scudetti non saranno restituiti”

Continua a far discutere la sentenza del processo di Napoli che ha condannato, tra gli altri, l’ex direttore generale della Juventus Luciano Moggi a 5 anni e 4 mesi. La Vecchia Signora, sollevata di qualunque responsabilità civile, prosegue la sua battaglia nei tribunali contro la Federazione e chiede il risarcimento danni per la ‘disparità di trattamento’ tra il 2006 e il 2011, quando è scattata la prescrizione per l’Inter, società per cui il procuratore federale Palazzi ha riconosciuto la violazione nientemeno che dell’articolo 6.\r\nOggi, in una lunga intervista concessa a ‘CalcioGP’, è tornato sulla sentenza di Napoli, Giovanni Cobolli Gigli, il presidente della Juventus dell’immediato post-Calciopoli.\r\n

“Prima di tutto tengo a sottolineare che ci sono altri due gradi di giudizio e questa è solo una sentenza provvisoria – ha evidenziato Cobolli – . Ritengo che si debbano considerare innocenti tutti i processati almeno fino all’ultimo grado di appello in Cassazione . La Juventus attualmente sta seguendo la linea che adottamo noi, io e Blanc. L’avvocato Briamonte era anche il nostro avvocato e oggi come allora la Juventus come club si dissocia dall’operato e dalle responsabilità dei manager precedenti. Così aveva agito anche Zaccone…”.

\r\nGiusto, dunque, secondo l’ex presidente bianconero, abbandonare Luciano Moggi al proprio destino e scaricare su di lui qualsiasi responsabilità.\r\n

“Mi limito a leggere la sentenza e c’è scritto che Moggi operava anche per conto di altre società. Non voglio far polemiche con nessuno. Ma mentre lui dice che le schede svizzere le usava per conto della Juventus, è emerso che sono state utilizzate pure per interessi personali. La Juventus ha pagato pene eccessive per colpe non sue. In base al processo sportivo del 2006 la società bianconera fu condannata per le azioni commesse da un proprio dirigente. Tuttavia il processo penale ha ribaltato questa concezione, dato che nel procedimento di Napoli la Juventus intesa come società è stata separata dall’operato di un suo tesserato”.

\r\nNonostante tutto, Cobolli Gigli, intravede possibilità di avere giustizia, impugnando il giudizio sportivo che fu figlio di un occultamento di tantissime intercettazioni di altre squadre, Inter su tutte.\r\n

“Di sicuro è impossibile tornare indietro. Il danno è stato fatto, in serie B ci siamo già andati. Secondo il mio parere adesso ci sono le basi per chiedere una revisione critica a posteriori del processo sportivo del 2006. Non capisco perché all’epoca dei fatti il colonnello Auricchio e il pm Narducci non presero in considerazione tutte le intercettazioni disponibili. Probabilmente staremmo qui a discutere di tutt’altro…Oggi con la separazione tra operato del club e dirigenti accusati ci sono gli estremi per impugnare il giudizio del processo sportivo. Agnelli fa bene a difendere l’operato e l’immagine della società nelle sedi ritenute opportune. Non ha bisogno di consigli da nessuno. Personalmente avrei agito allo stesso modo. Anzi l’unica cosa che mi sento di dirgli è solo di sorridere un po’ di più…”.

\r\nNessuna speranza, però, secondo l’ex numero uno di Corso Galfer, di riavere gli scudetti: \r\n

“Assolutamente no. Gli scudetti purtroppo credo che non verranno restituiti. Non si otterrà nulla. Il presidente Abete è stato chiaro. Non mi sembra ci sia l’intenzione di arrivare facilmente ad accordi o compromessi. La linea della Figc è irremovibile da questo punto di vista. Indubbiamente la stima dei danni patrimoniali evidenziata è reale. E’ stato disintegrato un parco giocatori di livello mondiale e di conseguenza con la retrocessione molti sponsor importanti si sono defilati. Quando mi sono insediato ho dovuto gestire una situazione che definire devastante è poco… Solo chi l’ha vissuta direttamente in prima persona può capirlo realmente”.