Calciopoli: scontri tra accusa e difesa al processo di Napoli

moggiIl processo di Napoli continua nonostante le novità processuali, come il tentativo di ricusazione del collegio giudicante anzi, del solo giudice Teresa Casoria, da parte dei PM, rea, forse, di aver troppa personalità o probabilmente dotata di quella sana perspicacia ed intraprendenza in grado di far procedere speditamente almeno uno degli innumerevoli processi penali. All’ultima udienza del 30 ottobre sono sfilati come testi dell’accusa: Francesca Sanipoli, inviata di Rai sport, Vittorio Pastore, Responsabile Capo Officina Fiat, Mario Mazzoleni, arbitro. All’inizio dell’udienza, a sorpresa, è stato introdotto un nuovo elemento, frutto “dell’intraprendenza”, dell’avvocato di parte civile rappresentante gli interessi del Brescia Calcio, Bruno Catalanotti. L’avvocato Merlone, difensore di Pairetto, ne rivela infatti una proposta collaborativa, avanzata a Pairetto, per ottenere eventuali ed ulteriori “informazioni interessanti” onde evitare pene severe in sede di giudizio. Da parte sua, l’avvocato Catalanotti, non negando l’incontro, ha annunciato azioni legali e ha tenuto a precisare che “i fatti raccontati non si sono svolti come riferito”. Il Maresciallo Di Larona, altro teste inserito nelle liste dall’accusa, ancora una volta non si presenta all’udienza per la contestuale partecipazione ad esami universitari.\r\n\r\nIl mobbing della Sanipoli. Ma torniamo alle deposizioni dei testi; la prima ad essere ascoltata è stata Francesca Sanipoli, inviata romana di Rai Sport. La teste sconfina in considerazioni legate a situazioni personali arrivando addirittura a fare LEI domande agli avvocati e per questo motivo è stata redarguita più di una volta dal giudice Casoria. Emerge dalla deposizione un chiaro livore ed un latente astio verso il capo struttura Rai Sport Ignazio Scardina, colpevole, secondo la Sanipoli, di esercitare mobbing reiterato nei suoi confronti, non assegnandole partite “importanti”, o comunque impedendole di seguire la Juventus soprattutto a Torino. Le risposte della teste rivelano inoltre un moto di invidia nei confronti del collaboratore esterno Ciro Venerato che sarebbe stato utilizzato impropriamente da Rai Sport al posto della Sanipoli, pur non essendo un inviato sportivo. Due dati contrastanti emergono; in 7 anni di incarico da inviato sportivo, Francesca Sanipoli, secondo i tabulati prodotti da Rai Sport, ha svolto più di 700 “servizi” mentre, da un conteggio mnemonico della teste, non sarebbero più di 400. L’unico dato, certo ed inconfutabile, rimane dunque il conteggio dei giorni di malattia sostenuti dalla Sanipoli in questo periodo: 243! Anche i motivi per cui non le venivano assegnate “partite importanti” sembrano essere incoerenti: la Sanipoli addossa le responsabilità a Moggi, a cui non era particolarmente gradita, dovendo però ammettere che era Scardina a decidere le assegnazioni delle partite. Insomma nulla di più di un caso di mobbing estraneo alla Juventus. Infatti, certo che Moggi poteva non gradire la presenza della Sanipoli, ma chiedete a Zenga se vorrebbe fare dichiarazioni tutte le settimane a Varriale o, a Mourinho, di colloquiare amabilmente con Sconcerti dopo ogni partita!\r\n\r\nLe macchine della verità. Si prosegue con Vittorio Pastore, responsabile Capo Officina Fiat, che viene sentito circa il contratto Fiat-Juventus per la vendita delle autovetture. Il teste conferma l’esistenza di tale contratto, che prevede sconti su un limitato parco macchine e, in base alla vettura, una percentuale di sconto che oscilla dal 20 al 50. Pastore conferma inoltre di conoscere sia Moggi che Pairetto a cui, in 2 occasioni, vennero vendute delle vetture a prezzo agevolato (una Fiat Bravo ed una Musa), potendo esibire in tal senso una lettera della Juventus. Viene citato anche un terzo acquirente, Vincenzo Mussetto, presentato a Pastore da Pairetto stesso: Mussetto, esibendo la lettera della Juventus, acquista con lo sconto del 50% una Lancia Thesis; inoltre Pastore conferma di aver conosciuto il rappresentante della società Seri System, lo stesso Mussetto, a lui portato da Pairetto e da lui reindirizzato verso l’area vendite Fiat con cui, successivamente, stipulò un contratto per l’acquisto di 8 vetture, senza particolari sconti; ma in questo caso la Juve e Moggi non c’entravano nulla. La conoscenza di Moggi era anche dovuta al fatto che Pastore si occupava delle riparazioni meccaniche come prevedeva il contratto in essere tra Juventus e Fiat. Interpretabile dunque anche questa testimonianza che, nell’Italia dei favori, tende a differenziare chi regala Rolex probabilmente senza un regolare contratto o chi regala delle tessere tribuna Vip da chi, secondo regolare contratto, può avvalersi di sconti sull’acquisto di auto.\r\n\r\nFischi per fiaschi. Prima della chiusura dell’udienza viene ascoltato l’ultimo teste: Mario Mazzoleni, arbitro di Bergamo, inteso come città che, risponde sui rapporti con il designatore Mattei. Mazzoleni ricorda con esattezza e facendo collimare la testimonianza con le dichiarazioni precedentemente rilasciate in sede di interrogatorio. I fatti sono legati alla partita Lazio-Cagliari 1-1, stagione 2005/06. Dalle risposte di Mazzoleni si capisce che l’arbitro fu avvicinato dal designatore Mattei nel ritiro di Coverciano antecedente la partita: in tale occasione venne raccomandato di stare attento perché la Lazio in quel periodo si stava lamentando e che, da persone intelligenti, bisognava cercare di capire. Insomma una frase sibillina ed anche interpretabile come un consiglio teso a migliorare la prestazione dell’arbitro stesso. Nel corso della partita Mazzoleni annulla un goal valido alla Lazio, assumendosene la responsabilità, sebbene la segnalazione provenisse dal collaboratore assistente Papi, un nome spesso ricorrente. Espelle inoltre due giocatori della Lazio sostenendo, anche in aula, la giustezza dei cartellini rossi. A supporto dell’arbitro c’erano le valutazioni dell’osservatore arbitrale (Gen. Pasquale Marino) che, dopo aver confermato all’arbitro la buona prestazione subito dopo la gara, redasse il verbale spuntando la casella dell’8.30, corrispondente, nella scala di valori valutativi, ad una prova molto buona. Il primo diverbio telefonico con il designatore Mattei è interrotto a causa del decollo da Roma, Mazzoleni lo richiama appena dopo l’atterraggio e viene pesantemente rimproverato da Mattei solo sulla base di telefonate ricevute da Roma quindi, senza che il Mattei stesso avesse potuto verificare l’operato dell’arbitro tramite immagini, cosa alquanto singolare, soprattutto se il dialogo veniva colorito dalla frase “Solo due coglioni come te e Marino la pensate così”, riferendosi al buon giudizio sull’operato arbitrale. Le conseguenze furono pessime per Mazzoleni che venne fermato le cinque partite successive; Mattei gli abbassò pure il voto correggendo a penna il referto e attribuendogli 7 (ampiamente insufficiente), non è dato sapere se debitamente o meno. Mazzoleni, fino alla sua dismissione ‘per motivi tecnici’, non arbitrerà mai più in serie A; da notare che della dismissione apprese dalla Gazzetta dello Sport prima che gli venisse comunicato telefonicamente da Mattei. Di positivo comunque rimane il cambio procedurale: dall’anno successivo infatti i rapporti degli osservatori arbitrali verranno resi pubblici agli arbitri a partire dalla settimana successiva alla partita assegnata, un sostanziale cambiamento rispetto al passato quando non venivano diffusi. Un altro spunto interessante fornito da Mazzoleni è la conferma che, agli arbitri, non veniva rivelato ufficialmente l’elenco dei giocatori diffidati o deferiti prima della direzione di gara, lo apprendevano soltanto durante la preparazione della partita visionando lo schema delle formazioni in campo sulle pagine della Gazzetta dello Sport, quasi fosse la Gazzetta Ufficiale!!\r\n\r\nRestiamo in attesa della prossima udienza, aspettando i prossimi testimoni chiamati a deporre (Massimo Cellino, Silvana Garufi, Ermanno Pieroni, Manfredi Martino) sperando che il processo possa continuare per raggiungere, il più velocemente possibile, una fine che non sia la prescrizione. In questo caso la prescrizione non sembra interessare agli avvocati difensori, né tantomeno gli juventini veri.\r\n(www.ju29ro.com)