Calciopoli live: segui la diretta dell’udienza di oggi 25 ottobre 2011

E’ cominciata da poco nell’aula 216 del tribunale di Napoli una delle ultime udienze prima della sentenza prevista per l’8 o, al massimo, il 15 novembre, del processo di Caliopoli. Già presente in aula, tra gli altri, l’avvocato Silvia Morescanti che, dopo il parto, difendera oggi le ragioni di Paolo Bergamo, Maria Grazia Fazi e Angelo Fabiani.\r\nOltre alla Morescanti, la giudice Casoria darà la parola a Paolo Trofino, difensore di Luciano Moggi (assieme a Maurilio Prioreschi) che si occuperà del reato associativo. In aula, Trofino dovrebbe commentare le ultime tre intercettazioni tirate fuori dai consulenti di Moggi: la Bergamo-Rodomonti e la prima Bergamo-Fazi e la seconda Bergamo-Fazi.\r\nSeguiremo in diretta l’udienza grazie al prezioso lavoro di Francesco/Frales che è presente in aula per il team Ju29ro e il forum Tifosibianconeri.com (sui cui rispettivi siti trovate la stessa diretta)\r\n\r\nOre 9.40\r\nL’aula si va riempiendo ed è già presente Paolo Bergamo.\r\n\r\nOre 10.05\r\nSono arrivati anche gli avvocati Silvia Morescanti e Paolo Trofino. Giunti in aula anche Moggi e la Fazi. Inizia l’appello.\r\n\r\nOre 10.20 – Dichiarazione spontanea di Paolo Bergamo\r\nMi accingo a dire alcune cose con molta umiltà. Ho ascoltato avvocati molto preparati ma io mi limiterò a ricordare alcuni avvenimenti. Narducci ha parlato in quest’aula dicendo che nel calcio sono iniziate a trasparire situazioni negative già dal 1980. Non posso dire niente ma mi fa piacere che sia stata ricordata questa cosa anche perché in quel caso gli arbitri non furono coinvolti in alcun modo. Sono nato da una famiglia umile che mi ha insegnato principi basilari della vita che ho salvaguardato negli anni. Ho giocato a calcio da giovane e un incidente mi ha obbligato a cambiare. Ho iniziato ad arbitrare e in sei anni sono arrivato in A, cosa mai successa. Sono stato 15 anni in serie A e, mi creda, è molto difficile, perché in 15 anni con le tue decisioni sei arbitro di scudetti e retrocessioni. Mi piace ricordare che nel 1985 ci fu un tentativo di illecito nei confronti della Roma, quando Viola fu contattato da due personaggi e gli furono estrorti 100 milioni per una partita internazionale con il Dundee. Venni a conoscenza di quel fatto e non lesinai niente nella ricerca di questo imbroglio. Io, benché giovane, convocai i due signori a Bologna, e con un registratore nella giacca registrai tutto e li denunciai. Nell’enciclopedia del calcio internazionale è ricordato tutto, e questa cosa mi costò il mondiale! Dopo aver ottenuto consensi unanimi in giro per il mondo, nel ’99 finalmente arrivò la nomina a designatore. Dico finalmente perché ogni arbitro sogna di diventare designatore. Eravamo in due perché era un momento difficile, c’erano critiche furibonde e noi ci accingemmo a questa esperienza con molto impegno e molta preoccupazione. Gli ultimi 8 campionati precedemti erano stati vinti 5 dal Milan e 3 dalla Juve. Narducci dice che io arrivo lì e divento un imbroglione, per favorire la Juventus. Vorrei ricordare un particolare: faccia conto che a 8 giornate dalla fine la Juve batte il Toro e la Lazio perde a Verona e ha 9 punti di vantaggio. La lazio dopo 2 giornate deve andare a Torino. Guarda caso la Lazio vince e si arriva all’ultima giornata con la famosa partita di Perugia. Io credo che eravamo un gruppo di imbroglioni sgangherato. Se non riuscimmo a far vincere quello scudetto alla Juve, che poteva vincerlo in carrozza. Intanto dopo anni una romana vince il campionato. Dopo di che io vengo nominato dall’Uefa membro della commissione arbitrale, sono designatore delle coppe europee. Nel 2000-2001, il campionato lo vince la Roma e per due anni consecutivi lo scudetto si ferma a Roma. Questo tentativo di falsificare le cose non si concretizza, anzi crescono le gelosie e a Natale qualcuno ci prepara un tranello. Su una rivista chiamata “Rigore”, l’attuale addetto stampa della Fiorentina, dichiara che avremmo truccato un sorteggio per fare arbitrare Roma-Juve ad un determinato arbitro. Abbiamo querelato ed è stato condannato. Il terzo anno, il campionato se lo giocano la Lazio e l’Inter. All’ultima giornata, in una partita tranquilla, l’Inter giocò una partita pessima e perse il campionato. La Juve vince perché lo scudetto lo perde l’Inter. Io, in questa situazione, presi anche atto di una telefonata di Moratti che, disperato al telefono, mi disse che d’estate avrebbe avuto piacere ad incontrami. In luglio io e mia moglie siamo andati a cena da Moratti a Forte dei Marmi e credetti di averlo convinto della nostra buona fede. Evidentemente non era così, perché poi è accertato che proprio quell’anno Moratti incaricò la security Telecom di svolgere indagini e controllo bancari che sono stati fatti per me, le figlie, la moglie e mio fratello. Il quarto campionato se lo giocano Milan e Juve, che sono le più forti, ma in maniera così evidente che entrambe vanno in finale in Coppa Campioni, per la prima volta nella storia. Quell’anno vengo promosso alla Fifa, il massimo dello sport nel calcio. Forse ero un imbroglione che riesce a farla franca, se riesco ad ottenere ancora promozioni. L’anno successivo fu un anno particolare, venivamo da incontri sfortunati con la Roma e io credevo che fosse colpa di Capello che in panchina aveva un carattere molto forte, sempre polemico. Io chiamai Capello e gli dissi: “Se tu hai fiducia nel nostro lavoro devi dare fiducia anche a me. Facciamo un patto: io e te ci sentiamo dopo tutte le partite e tu mi parli dell’arbitro che ti ha arbitrato e di quelle che sono le cose che non sono andate. In cambio tu mi prometti che ti calmi e non vai in escandescenza”. Bene, quello fu un campionato bellissimo per noi nei confronti della Roma che arrivò seconda e io con Capello ho ancora un ottimo rapporto. Posso dirlo con orgoglio. In questi anni ci siamo distinti anche per il sociale.\r\n\r\nIl 2004-2005, già l’anno prima ero stanco e avevo chiesto a Collina di prendere il mio posto, ma mi aveva detto di no. Lo andai a trovare a Viareggio per convincerlo ma non ci riuscii. La passione per l’arbitraggio era troppo forte. Fu un anno molto duro perché la stampa non ci aiutò. Si diceva che si vinceva solo perché un arbitro sbagliava, ma in quegli anni c’era anche il problema dei debiti del Milan e dell’Inter, quando la Saras andò in borsa e il titolo viene sopravvalutato per ripianare i debiti del calcio; la Lazio fu abbandonata da Cragnotti che non era in grado di far fronte agli impegni; per la Roma la famiglia Sensi si è dissanguata; la Fiorentina era fallita; il Parma con Tanzi si salvò per caso, il Napoli, il Bologna e il Perugia erano falliti; i problemi del calcio erano altri, non i nostri, ma alla stampa faceva comodo sottolineare solo i nostri errori. I giornali devono sostenere determinate politiche. Io alla fine di quell’anno rinunciai all’incarico, volevo dedicarmi alla Fifa.\r\nE allora perché scoppia questo pandemonio? Ho letto il libro ‘I lupi e gli Agnelli’ di Moncalvo, il quale parla di quello che avviene in casa Fiat nel 2004 alla morte di Agnelli. Giraudo intende continuare l’impegno in casa Juve con l’attuale presidente Andrea Agnelli, che era l’ultimo rampollo che poteva avere posizioni di rilievo. Avviene che il gruppo che fa capo ad Elkann, Grande Stevens e Montezemolo, costruisce le condizioni per cui Giraudo, che è il vero obiettivo, viene disintegrato. A Torino parte un’indagine. Per 26 giornate siamo stati vivisezionati e poi i pm decidono di archiviare la questione. Intanto la strategia del sospetto aveva già avuto un suo effetto. Tavaroli è già a sentenza ed il processo Telecom ha detto chiaramente che le fatture dell’Inter sono state pagate perché Moratti e Facchetti avevano commissionato di fare indagini riservate su un gruppo di persone delle quali anche io facevo parte. Io il 3 novembre sono convocato a Firenze in tribunale e andrò a discutere il danno che ho subito per questi controlli. Anche dall’indagine di Tavaroli non emerse niente. Ma a Napoli il pm delega i militari di Auricchio, a Roma, di svolgere un’indagine sui nostri comportamenti. Interviene Baldini che dà le dimissioni dalla Roma perché incapace di gestire una situazione così importante, dopo che la Juve gli aveva portato via l’ossatura della squadra. Cosa accade a Roma? Dopo che sono state acquisite 170 mila telefonate, ci saranno state delle raccomandazioni, non so, ma un fatto non possiamo negarlo: si costruisce un avvenimento devastante che è un processo mediatico che ci ha distrutto. Io ero un assicuratore ed ho perso tutto in una settimana.\r\nIo parlavo con tutti. Avevo la maturità per farlo a livello internazionale, è procedura che un arbitro abbia un meeting con i dirigenti delle società. Io dovevo stemperare le divergenze. Oltretutto la Federazione voleva che si intrattenessero rapporti con le società perché non voleva polemiche sulla stampa, non voleva ambienti ostili, c’era un indirizzo, non glielo leggo, ma c’è un elenco di 22 incontri che noi abbiamo negli anni nei vari alberghi con dirigenti, capitani e giornalisti. La Federazione ci manda a scuola da Maurizio Costanzo perché dovevo imparare la mimica e le posture per andare in tv a spiegare gli errori, ci imponeva di tenere una rubrica sulla Gazzetta per spiegare gli errori. Tutto alla luce del sole! Quello che Carraro diceva per noi era una missione, lui faceva la politica federale e, sapendo il valore dell’uomo, non ci sono mai stati dubbi. Auricchio ha risposto che le mie telefonate le ha sentite tutte e non mai sentito nulla di sconveniente che io abbia potuto dire ad un arbitro.\r\n\r\nSi è parlato anche delle sim svizzere e io non mi sono mai sottratto. Ho subito detto che avevo una scheda che però per noi aveva un significato diverso. Ma mi permetta anche di fare riferimento a dei falsi. Nucini ha detto che nel 2003 è andato da Moggi a Torino e da quel momento sarebbe dovuto diventare sodale. Nucini un anno prima del 2003 lo proviamo, il 14 gennaio arbitra la Juve e la Juve vince. A febbraio arbitra l’Inter e vince, poi fa altre tre o quattro gare. Per noi non è all’altezza, ma lui dice di essere andato da Moggi. Bene, questa è la relazione che io e Pairetto facemmo a fine campionato. L’anno successivo Nucini fa zero gare di serie A, quindi io non credo che un arbitro che si è così distinto l’anno successivo faccia zero gare. Poi c’è Tombolini. Bene, è vero che io faccio a Tombolini una lavata di testa dopo Lazio-Brescia, ma è anche vero che l’osservatore gli dà un voto ottimo, quindi continua ad arbitrare. Dopo un mese viene sorteggiato per Siena-Lazio. Il Siena vince, lui fa ancora un’ottima gara e continua ad arbitrare, a fine campionato viene sorteggiato per Lazio-Udinese. La Lazio perde in casa, l’arbitro continua a prendere ottimi voti e continua ad arbitrare in serie a: quindi la teoria della lavata di capo non regge. Su Copelli e Di Mauro che piange al telefono, io forse sono un po’ duro, ma devo salvaguardare un campionato. Lo mando a fare una gara internazionale a Tunisi, quindi non viene punito, anzi a fine anno mi batto perché abbia un anno in deroga. Copelli l’ho portato io ai Mondiali, quindi non mi dilungo.\r\nRacalbuto fa quella partita Roma-Juve e non sbaglia lui ma l’assistente; ma le polemiche sono furibonde, quindi devo tenerlo fuori 8 settimane. La favola del telefono del quarto uomo è significativa. Gabriele lo tiene a bordo campo e io gli mando un sms in cui gli dico di fare attenzione perché avevano dato un favore alla Juventus.\r\nQuando Paparesta arbitra alla decima giornata Reggina-Juventus, tre giorni dopo si gioca un turno infrasettimanale. Non esiste che chi arbitra la domenica arbitri anche il mercoledì, quindi lui è a riposo per questo, ma la domenica dopo va subito in griglia, non in prima ma in una dove ci sono le più importanti di B; lui va a Torino-Venezia e fa un’ottima gara. Successivamente c’è la sosta per la Nazionale e in B non lo mandiamo; e poi va di nuovo in A a Messina-Fiorentina. Quindi non solo non è stato punito, ma addirittura premiato! C’era stato qualcosa nello spogliatoio, non voglio nemmeno parlare della chiusura dello spogliatoio, ma Paparesta non lo scrive per un motivo semplice, perché se lo avesse scritto lo avremmo dovuto levare dalla prima fascia, è la sua ambizione che lo fa decidere di non scrivere niente. È sempre stato così, io per il gol di Turone non ho arbitrato la Roma per un anno.\r\nCene? Posso ricordare che sono stato a parlare con Sensi, con Governato della Lazio, con Spinelli, con Aliberti della Salernitana, con Corsi dell’Empoli, con Spalletti dell’Udinese, con Cinquini del Parma, con Tanzi, con Sacchi, con Lucchesi. Ma nella parte finale del campionato indagato, mi accorgo che Inter, Milan e Juve vengono a giocare a Livorno nel girone di ritorno. Ci tenevo che venssero a trovarmi, dato che era il mio ultimo anno. Ma lo stravagante è altro: quando chiamo Facchetti e lo vado a prendere all’aeroporto, poi lui chiama Moratti da casa mia, chiamiamo l’addetto stampa dell’Inter; in altre occasioni chiamo Galliani, lui mi richiama e queste telefonate sono sparite! Poi l’ultima di campionato, già vinto dalla Juventus, io invito anche i dirigenti bianconeri, anzi chiamo anche Mazzini; bene, quando vengono Moggi e Giraudo, guarda caso ho la casa circondata dai carabinieri. Il campionato è finito, dopo una settimana do le dimissioni e c’è questa attenzione? Io ho scritto un libro, ‘Sono morto una notte di luglio’, ed ho scritto esattamente queste cose. Per questo che ho scritto non ho ricevuto nessuna denuncia perché sono tutte verità.\r\nQuesto sistema ha prodotto danni irreparabili per tutti, tranne che per Auricchio, Narducci e Beatrice! Grazie\r\n\r\nConcluso l’intervento spontaneo di Paolo Bergamo\r\n\r\nIl presidente Casoria dà la parola all’avvocato Morescanti.\r\n\r\nOre 12.00 inizia l’arringa dell’Avv. Morescanti\r\nNon posso esimermi dal fare delle denuncie. Noi facciamo un processo che si chiama “Calciopoli” e questo è un condizionamento esterno che è anche condizionamento per Voi. Non è un processo “normale”, ma è “Calciopoli”! Noi ci siamo trovati davanti ad un pm che, dando le spalle alla corte, si permette di dire “Piaccia o non piaccia…”. Per Narducci la prova regina degli illeciti compiuti sono le intercettazioni, quindi, come si possono difendere gli imputati se non ci sono tutte le intercettazioni? Io chiedo che il collegio non si preoccupi solo di sentire le quattro intercettazioni che Vi ha portato il pm ma anche tutte le altre. E non me ne voglia la difesa Moggi che ha fatto un ottimo lavoro ma non possono decidere loro quali sono le telefonate che servono alla Morescanti. Lo devo decidere io. Non posso difendere i miei assistiti in maniera compiuta! Noi non sapremo mai i connotati a 360 gradi di questo processo. A me chi me lo dice che Bergamo dopo la telefonata della grigliata con Moggi non ha chiamato quacun altro e si sia sfogato per essere stato costretto a fare quella telefonata e contraddica quella precedente? Qui si parla di associazione a delinquere e la prova vorrebbero essere le intercettazioni!\r\nQuando i carabinieri interrogano i testi fanno ascoltare le conversazioni, gli dicono che se la squadra X ha perso una gara è perché c’erano Moggi e la sua cupola, quel teste, quel dirigente, troverà una giustificazione per i suoi insuccessi in quello che dice l’investigatore. Ecco che le sensazioni diventano certezze, ma tutto quello che dice è inutilizzabile perché è una dichiarazione condizionata da quello che gli è stato detto. Mi sono stupita che per molti dei testi che sono venuti qui, per primo Nucini, Lei non lo abbia cacciato dall’aula perché si è materializzato il reato di falsa testimoninza come mai ho visto nella mia carriera. Ci ha preso in giro per ore e ore. I dubbi a volte vengono spontanei. Ai pm è stato permesso di tutto e di più. Qui ci siamo dimenticati la procedura penale tante volte. A livello giuridico c’è poco da dire!\r\nAbbiamo avuto anche un monito. Le condotte del pm dovrebbero essere ispirate a misura e riservatezza e non avere carattere di protagonismo. Tutte le regole sono state stravolte. Bergamo ha detto prima che dando alla stampa solo una parte delle intercettazioni è stata data la possibilità di creare un mostro da cui è difficile salvarsi ora! Quali gli elementi costitutivi dei reati: l’associazione a delinquere, un vincolo associativo permanente, stabile, destinato a durare anche oltre la realizzazione dei reati fine, deve essere l’indeterminatezza del reato fine, deve esservi l’esistenza di una struttura organizzativa quanto meno minima. Il pm ha provato anche a dirci che era un’associazione operante già nel ’99 e ci inserisce anche Fabiani che nel ’99 non faceva parte del calcio professionistico.\r\nDa che vogliamo partire? Dal sorteggio? Abbiamo capito tutti come si svolgeva il sorteggio, i testi ci hanno spiegato tutto, ci hanno detto come funzionavano le urne e dalle foto che hanno scattato i carabineri a Coverciano si vede che queste urne sono trasparenti e che quindi tutto quello che avviene al suo interno si vede. Le palline venivano preparate da Martino Manfredi che inseriva i bigliettini. Egli ha dichiarato che, dopo aver fatto l’operazione di scrivere arbitri e partite, le inseriva nelle palline e a mia domanda se in caso di apertura della pallina si sarebbe potuto leggere il nome ha risposto di no, perché la scheda era rinchiusa in quattro. Un designatore sceglieva la prima sfera con la partita e un giornalista l’arbitro. Meccanismo impossibile da truccare! A proposito della Fazi, c’è da dire che ella nel 2004-2005 non ha mai preso parte al sorteggio in quanto era stata trasferita. Ricordo alla Corte di aver chiesto a Martino se poteva accadere che le palline si ammaccassero e lui ha risposto di sì, che accadeva spesso, quindi era impossibile anche qui riconoscere le palline che erano ammaccate in maniera differente. Il pm allora è andato a monte ed è andato a vedere il metodo delle griglie. Ebbene, è emerso che il criterio di scelta era il seguente: arbitri internazionali sempre nella prima fascia in cui venivano sempre inserite le gare più difficili, dove c’era la competizione di squadre della parte alta o della parte bassa della classifica o i derbies. È stato anche riferito che il meccanismo delle preclusioni era ben definito e chiaramente rispettato.\r\n\r\nAd Auricchio è stato chiesto se sono stati fatti accertamenti tecnici per verificare se i sorteggi fossero truccati ed ha ripsosto di no. Gli è stato chiesto se è stato notato qualcosa di strano e ha detto di no, gli è stato chiesto se è stata fatta una casistica sulle preclusioni e ha detto di no. Non hanno mai sentito il notaio nemmeno a sommarie informazioni. I pm non possono dire che i sorteggi erano irregolari senza fornire alcuna prova. Avrebbero dovuto dire quale sorteggio è stato truccato, in quale modo e con quali mezzi. Cosa che non è accaduta. Probabilmente non contento delle risposte che Manfredi Martino aveva dato, Narducci grida all’indirizzo del teste: “Lei non si rende conto di quello che sta facendo” insultandolo e aggredendolo, al punto che Manfredi Martino rispose che forse i carabinieri avevo capito male le sue dichiarazioni. Si è anche detto delle ingerenze dei designatori sugli assistenti, ma scusatemi, questa cosa fa parte del loro ruolo, del loro lavoro!\r\n Le schede svizzere: il pm le ha fatte passare per occulte e inintercettabili. Bene, siccome non è reato avere schede svizzere, non lo è avere schede non intestate a se stesso, non è reato parlare con i dirigenti di società, quale è l’accusa? Bergamo non ha mai smentito di avere avuto una scheda straniera. Ma a monte di tutto, come già detto da altri, vi ricordo che l’argomento non è utilizzabile perché il modo di acquisizione è stato irregolare in quanto ottenuto senza rogatoria. Le schede Sunrise dovevano essere necessariamente intestate e con questa io posso risalire al proprietario. Bene quando è stato chiesto a De Cillis a chi erano intestate le schede ci è stato risposto che non lo sapeva, perché i carabinieri non glielo avevano mai chiesto! E ci dice anche che quando Fabiani andò al suo negozio a Chiasso, con Moggi, non comprò le schede. Per quello che riguarda in particolare Fabiani, abbiamo anche saputo che le attribuzioni presunte sono state fatte a mano, senza alcun riscontro. Di Laroni non sa dire nemmeno se a Primavalle, dove abita Fabiani, ci sia una cella, né quale fosse la potenza dei ricevitori ai quali agganciava la scheda di Fabiani. Non hanno utilizzato un mappale per capire dove si trovasse esattamente l’antenna rispetto alla casa del Fabiani, se la cella era unifunzionale, se il Fabiani era effettivamente presente a casa quando la cella veniva agganciata, se l’operatore italiano aveva un roaming con quello straniero, dove vivesse Fabiani nella città di Messina, se le celle agganciate erano o meno vicino allo stadio, se nella zona Primavalle ci fosse un albergo dove soggiornava il Messina quando andava a Roma. Non hanno controllato niente!\r\nCi vuole davvero tanto coraggio per dire che questi numeri fossero in utilizzo a Fabiani. Tra l’altro nemmeno servirebbero le dichiarazioni dei due Paparesta. Il papà dice che Moggi gli dà delle schede e gli dice di fargli da osservatore nei vari campi e che, però, ne rimanga fuori il figlio che è un arbitro e potrebbero nascere dei problemi. E allora che fanno i pm? Chiedono a Gianluca, il quale dice che un paio di volte il padre gli ha dato quel telefono ma, poi, dice anche che non sapeva che cosa contenesse. E ammette di aver fatto una telefonata a Fabiani e ci dice anche il contenuto, in quanto dice che Fabiani cerca di fare da paciere tra lui e Moggi, dopo la sfuriata post Reggina. E io ho anche dubbi sulla ricostruzione di Paparesta figlio, perché ricordo alla corte che nel 2006 lui era indagato. Successivamente nel 2007 la Federazione istituisce la figura del “collaboratore” e, nel caso di specie, avendo una sanzione così breve, non avrebbe nemmeno interrotto la carriera se avesse fatto il collaboratore. Solo in quella occasione lui dice che voleva raccontare questa storia e, quando venne qui, si è lamentato tantissimo per il fatto che, malgrado il suo apporto, la Federazione non lo avesse reintegrato. Se la corte ha la pazienza di controllare si renderà conto che il giorno dopo la telefonata di cui parla, effettuata da Quarto d’Altino, la scheda aggancia una cella di Roma, ma quando io gli ho chiesto quando era tornato a Bari ci dice che lo ha fatto il giorno dopo, quindi era tecnicamente impossbile quell’aggancio!\r\nMa la vera vergogna è stato Nucini. È evidente a tutti quanto fosse mendace. A parte le contraddizioni continue sul possesso della scheda e sulle telefonate che avrebbe fatto. E quando gli chiediamo che cosa si sono detti con la Boccassini risponde “Niente di particolare”. Signori, stiamo parlando di un arbitro incapace che è stato allontanato dalla Can, cosa che avremmo dovuto fare anche noi da quest’aula.\r\nSulle frodi sportive: l’interesse tutelato è quello della correttezza. Ebbene, noi non abbiamo mai sentito una telefonata in cui si chieda ad un arbitro di tenere un comportamento specifico per ottenere un determinato risultato, quindi la prova potete cercarla quanto volete ma non c’è! Sono stati sentiti arbitri, guardalinee, osservatori e tutti abbiamo chiesto: dateci almeno una idea di come funziona una gara dal punto di vista dell’arbitro, dateci almeno il dubbio. Ebbene nessuno ci ha risposto: tutti, compresi i dirigenti di società, hanno detto che non hanno alcuna prova. Qui si è invertito l’onere della prova. Non c’è una promessa fatta ad un protagonista della gara, non c’è nulla. Il Fabiani viene nominato da Moggi solo in una telefonata in cui tra l’altro dice che non gli piace e che gli avrebbe già dato un calcio nel culo. Questa è l’unica occasione nella quale Moggi parla di Fabiani!\r\nChiedo quindi il proscioglimento per i capi di imputazione perché il fatto non sussiste.\r\nPer Bergamo: dopo aver dimostrato che il sorteggio non era truccato, che vi era una linearità nella scelta delle griglie, vorrei ricordare dei fatti fondamentali: due telefonate tra Carraro e Bergamo. E ricordo che Carraro è stato assolto, bontà sua… La prima, all’indomani di Lazio-Brescia, arbitro Tombolini. Carraro parla come se prima della gara ci fosse stata un’altra chiamata, o un incontro, della quale non sappiamo niente. Poi prosegue dicendo che la domenica dopo bisognerà dare una mano alla Lazio. E Bergamo al suo datore di lavoro che deve dire? Va bene, non si preoccupi; poi la Lazio che fa? Pareggia, Bergamo fa andare la cose come doveva… Altra telefonata prima di Inter-Juventus, in cui Carraro chiede chi è stato sorteggiato e Bergamo risponde ‘Rodomonti’. E Carraro: ‘Che non aiuti la Juve, per carità’. Se poi andiamo a leggere la Bergamo-Rodomonti, Bergamo dice di andare lì e fare la sua gara. Queste telefonate sono niente rispetto a quelle che riceveva da Carraro e che non è stato possibile portare alla Vostra conoscenza perché non ce le ho nemmeno io. Queste le ho riportate per farvi capire qual era il ruolo del designatore: gestire nel miglior modo gli equilibri all’interno della Federazione. Non ce n’è nemmeno una in cui si dice: ‘Va’ e fai vincere quella squadra, o fai perdere quell’altra’. E poi, signori, il mondo del calcio era pieno di miliardari, petrolieri, ignoranti, gente con la quinta elementare che poteva provocare guai seri a livello di pressioni di tifosi. Bergamo voleva abbandonare la Figc sia per le tante pressioni ma anche perché aveva un contratto con la Fifa fino al 2008; quindi, quali potevano essere i suoi interessi nel parlare in un certo modo con Moggi o Facchetti? Il telefono che è stato intercettato non era di Bergamo, ma della Federazione che conosceva bene le persone con cui parlava il designatore. E oggi la Federazione si è costituita parte civile e ha il coraggio di chiedere il risarcimento!\r\nTutto ciò non può che far venire meno il presupposto dell’associazione a delinquere e delle frodi sportive. Questa difesa ricorda, come chiesi ad Auricchio, quale sorteggio era stato truccato e lui non seppe rispondere.\r\nChiedo quindi il proscioglimento per tutti i capi di imputazione riferiti a Bergamo perché il fatto non sussite. Sulla Fazi: in questo processo nessuno ha mai nominato la Fazi, tranne lei nell’appello all’inizio dell’udienza, quindi non saprei proprio cosa dire in proposito se non ripostarmi quanto detto precedentemente sulla mancanza assoluta di prove per cui chiedo l’assoluzione.\r\n\r\nLa parola passa all’avvocato Paolo Trofino, legale di Luciano Moggi che inizierà a parlare alle 13.15. Intanto, il collegio viene spiazzato dal fatto che il Pm Capuano ha annunciato una sua replica che non farà altro che allungare i tempi del processo.\r\n\r\nUfficiale: le repliche sono rimandate all’8 novembre. Nell’udienza successiva, il 15 dovrebbe esserci la sentenza.\r\n\r\nOre 13.20 Inizia l’arringa di Paolo Trofino, legale di Luciano Moggi\r\nFarò una richiesta subordinata al collegio, leggerò telefonate inedite ma lo farò per chiedere al tribunale, in via subordinata ai sensi del 523 6° comma cpp, qualora non siate ancora convinti della innocenza di Moggi, di sospendere la discussione finale e di disporre la trascrizione delle nuove telefonate che vi indicherò, perché la difesa deve dimostrare al tribunale che quelle telefonate sono necessarie.\r\nNon farò polemiche, anche se ce ne sarebbero da fare. In 35 anni di professione, ne ho viste di tutti i colori ma qui sono state veramente eccezionali queste anomalie, il superamento dell’indagine su quello che si doveva per forza trovare. Un processo che nasce senza notizia di reato, non c’è il reato, ma c’è il responsabile: Moggi. Ci sono avvenimenti sconcertanti! Sono state autorizzate intercettazioni illegittime, forse Moggi era il capro espiatorio ideale, modesto ferroviere che aveva conquistato la scena calcistica con grande intelligenza. Era l’uomo che senza mezzi riusciva a fare grandi cose, non era simpatico perché era il più bravo di tutti. Nessuno sapeva fare le squadre come lui. E comincia un processo con le dichiarazioni di Baldini che il pm non hanno nemmeno il coraggio di chiamare davanti a voi e il processo comincia con le chiacchiere di Baldini. Se prendete la telefonata Baldini-Mazzini, riferimento Castagnini, Baldini dice una cosa sconcertante, dando la prova che già parlava con i carabinieri: “Non ho fatto il tuo nome, ho fatto altri nomi ma il tuo non l’ho fatto, io ti salverò”. Non è che aveva in animo di denunciare qualcosa che non andava, di moralizzare, ma di impadronirsi del potere. E quel dato è inquietante. È inquietante che prima di mettere in piedi l’indagine si parli con un teste che ha un odio profondo per Moggi. Baldini ha detto a Moggi che era uomo di nessun pregio. Vorrei rispondere a Baldini che Agnelli, nel ’94, chiamò quest’uomo a guidare una squadra piena di debiti e vuota di successi e che Giovanni Agnelli prima di parlare con i grandi del mondo, la mattina alle 6 e mezza, la prima telefonata la faceva a Moggi. Altro che uomo di nessun pregio. Nel 2006 io sostenni davanti a quella giustizia rudimentale che è la giustizia sportiva, e lo ha detto anche l’ex giudice Di Benedetto, uno di loro, che c’erano centomila telefonate, che ne avevano posto a base di quel procedimento solo 35 e che l’innocenza di Moggi era in quelle altre non messe a disposizione. Da allora sono passati gli anni, c’è voluto il lavoro di Nicola Penta, che è stato bravissimo. Sapete quante sono 171mila telefonate? Io ho provato a fare una media con i miei collaboratori. Se ogni telefonata durasse 3 minuti e mezzo per ascoltarle ci vuole un anno e sei mesi senza dormire di notte, senza interruzione. Ma vi rendete conto in che posizione minorata siamo stati noi? Ecco perché ancora oggi escono ogni giorno telefonate nuove. E sono telefonate che voglio leggervi subito perché ci chiariamo l’idea su tutto il processo. Tre telefonate inedite che seguono la telefonata tra Carraro e Bergamo che conoscete.\r\n\r\nPrima telefonata: Bergamo-Rodomonti. Bergamo non mette in campo alcun atteggiamento specifico, ma incoraggia Rodomonti su quella che potrà essere la gara. “In questo momento, se hai un dubbio pensa più a chi è dietro piuttosto che a chi è davanti” gli dice ad un certo punto. Finisce qui ma ce n’è un’altra successiva. Questi investigatori hanno messo in campo una macchina investigativa degna di miglior causa. Seconda telefonata, Bergamo-Fazi: “Ci ho parlato, è andata”. E Bergamo racconta la telefonata con Rodomonti. E la Fazi: “Quest’anno la Juve vince lo scudetto perché non c’è nessuno…”, e Bergamo “ma se stasera perdessero con l’Inter…”. Ohibò: ma Bergamo non era uno degli organizzatori e promotori di questa associazione che aveva l’obiettivo finale di far vincere la Juventus? In una telefonata privata dice “se perdesse con l’Inter…” e la Fazi: “Mamma mia, che Dio volesse”. Ma la Fazi fa parte dell’associazione a delinquere, secondo i pm! Ma ci rendiamo conto della follia di questa accusa? “Ma come fa a perdere che l’Inter è morta”, dice la Fazi, e Bergamo “Stasera giocano senza Trezeguet e Del Piero”. Non dice “giochiamo”, ma “giocano”… e a malincuore concludono che la Juventus è forte.\r\nDa questa telefonata il teorema dell’accusa si frantuma perché abbiamo appreso che, a parte il fatto che Bergamo tifa Milan in maniera sfegatata, nelle telefonate abbiamo appreso che a casa Bergamo l’8 maggio si piangeva dopo la partita contro la Juve e la moglie era ancora più distrutta di lui.\r\nCi sono altre telefonate sfuggite. Auricchio ha dichiarato di averle ascoltate tutte e di averle catalogate. E sono scappate queste qui, ma la cosa grave è che sono collegate ad un episodio grave. Rodomonti fa un errore gravissimo a svantaggio della Juventus perché non espelle Toldo per un fallo che, pacificamente, era da rosso. E sapete chi ce lo dice? Collina, quello che incontrava Galliani nel ristorante di Meani. Collina in altra telefonata, sempre sfuggita agli attenti investigatori, dice a Pairetto che era “rosso diretto”. Ma ancora veramente vogliamo discutere dell’esistenza della cupola e dell’associazione? Qui abbiamo la prova del contrario!\r\n\r\nC’è anche una Rodomonti-Pairetto in cui l’arbitro ammette di aver sbagliato. Qui è stato prosciolto Carraro all’udienza preliminare ed è un grande risultato. Il problema è che Carraro, prosciolto, è l’unico in questo processo che ha fatto un pressione indebita! C’è la richiesta di Carraro a Bergamo, la telefonata a Radomonti di Bergamo, il commento con la Fazi, il commento di Collina e l’ammissione di errore, ebbene la Juventus era quella che doveva essere favorita, perché resti in vita l’accusa di associazione.\r\nBergamo-Fazi, con Bergamo a Francoforte, e chiama la Fazi che chiede con chi gioca la Juventus. Anche in questo caso la Fazi esprime la speranza che la Juventus perda e poi “Racalbuto sta con il Milan”. Racalbuto è un altro associato, eppure la Fazi dice: “Non gli farà mica male al Milan per quello che hanno fatto per il figlio”. Quindi abbiamo un associato che, quando va ad arbitrare la squadra mia concorrente, sappiamo che non gli farà male! Quindi tre associati, Bergamo, Fazi e Racalbuto che tifano espressamente per la squadra mia concorrente! Ma che roba è?\r\nC’è poi la leggenda delle designazioni e delle griglie. C’è una telefonata tra Bergamo e Meani in cui Bergamo chiede a Meani chi mandare come quarto uomo. Moggi non ha mai fatto alcuna richiesta di questo tipo.\r\nLe designazioni degli assistenti. Meani, Cararro, Abete, Galliani, Meani, Facchetti, Martino Manfredi, Foti. Prima della 16a tra Pairetto e Governato. Pairetto anticipa al dirigente la griglia che sarà resa nota solo un’ora dopo. Sì, il Brescia Calcio che è costituito parte civile in questo processo e chiede svariate decine di milioni di risarcimento. Manfredi Martino parlava di designazioni con Meani, che diceva: “Mandami due cavallini buoni”, mandami Tizio o mandami Caio, e allora io mi chiedo: che potere aveva costui di decidere arbitri o guardalinee? Anche perché in altre occasioni Meani si congratula con Martino per le designazioni! E lo ringrazia anche! E noi stiamo qui a difendere Moggi per la cupola, ma non abbiamo una sola telefonata in cui egli fa una richiesta del genere a Bergamo o Pairetto! Telefonata Moggi-Pairetto in cui Moggi chiede: “A Viareggio chi ci mandate Messina? e allora non ci volete far vincere nemmeno il trofeo di viareggio?”, Moggi in questo caso, in cui non vi è sorteggio ma designazione diretta, mica dice “mandami un altro che Messina non ci piace”. No, fa solo una considerazione!\r\n Martino è stato colto in un mendacio clamoroso e nulla è stato detto dai pm. Sa quale è la gravità? In piena indagine, mentre nessuno sapeva delle indagini, Manfredi Martino dice a Meani: “Di questo parliamo da vicino, perché c’è gente che ci ascolta”. E che ne sapeva delle intercettazioni? E questo signore è colui che ha detto che era impossibile che a mezzogiorno si sapesse dell’esito dei sorteggi. Noi abbiamo la prova che egli mandava sms a Meani alle undici e mezzo!\r\nNarducci sull’episodio di Moggi che parla con la segretaria, che gli comunica gli arbitri e lui dimostra di conoscerli già, dice che non poteva saperli per telefono perché non c’erano telefonate precedenti che glielo comunicavano. Narducci dimostra di non sapere che Moggi non era un uomo, era una multinazionale che camminava insieme a varie persone, Secco era la sua ombra e quindi ben poteva essere che uno dei suoi assistenti avesse ricevuto la comunicazione da qualcuno presente al sorteggio.\r\n Se prendiamo il decreto di citazione a giudizio si parla anche del presunto controllo dei media. Moggi era il più corteggiato dai media perché la sua presenza spostava gli indici di ascolto e, certamente, la sua presenza non era finalizzata all’intento dell’associazione ma alla tranquillità della sua squadra. Non a difesa di sodali o associati ma a difesa della Juventus! Moggi difendeva gli arbitri perché per quella maledetta legge della compensazione aveva paura che se uno aveva arbitrato a favore poteva essere condizionato la volta successiva ed arbitrare contro.\r\nIgnazio Scardina è qui da 5 anni, ha visto la sua vita stravolta per un episodio di una chiarezza estrema, si mette in mezzo ad un diverbio tra Pieroni e Moggi, è uno sfogo, eppure lui è qui davanti a voi!\r\nA Moggi è stato contestato addirittura un sequestro di persona! Gli hanno dato lo stesso capo di imputazione dell’anonima sarda. Se si fosse letta la telefonata tra Paparesta e Pairetto delle 23.45 avrebbero sentito l’arbitro dire che alla fine della gara c’era stata un po’ di tensione nello spogliatoio, che non c’era granchè da scrivere sul caso e che era presente l’osservatore. Questo episodio è un espidio fantasma che non è mai avvenuto, partorito da una telefonata di Moggi che dice “li ho chiusi nello spogliatoio”.\r\n\r\nMoggi ha dichiarato che si muoveva per difendere la Juventus dal Milan, i pm dicono il contrario. Vi è un’intercettazione sull’utenza intestata al Milan del 31.5.2005: Meani parla con Galliani e dice: “So che ha parlato con Puglisi” (a proposito dell’accusa secondo la quale solo Moggi parlava con gli assistenti e gli arbitri); e Meani chiede a Galliani se può spingere per mettere degli uomini nelle commissioni dilettanti, “Così abbiamo un po’ di controllo anche nelle serie inferiori”. E Galliani: “Spinga, spinga”. Questo significa avere un sistema che noi non abbiamo! E Meani, visto che ci troviamo, con Galliani è uno che di richieste ne fa e osa. Parla con tutti gli arbitri. Meani e Galliani sono anche persone che hanno messo in campo iniziative su quella che era la posizione di Moggi. Egli è raggiunto da un’accusa quando nel processo c’è una prova schiacciante di carattere opposto.\r\nL’amicizia di Moggi con il ministro Pisanu: il ministro che sa che Moggi è un personaggio di rilievo del mondo del calcio e che nel momento della morte del Papa si confronta con un amico dell’infanzia, è una cosa strana? Moggi è il direttore generale della Juventus e parla come dg, tanto che pensa alle spese sostenute dalle squadre per raggiungere i ritiri e dice: “Spostiamo la giornata al giorno dopo”. Poi scopriamo che c’è una telefonata tra Galliani e Meani in cui Galliani dice che la giornata era slittata di una settimana e che così avrebbero recuperato Kakà; e Galliani dice: “Pensa che io dormo… e perché quel figlio di puttana di Moggi voleva spostarla di un giorno…”. E sulla base di questi presupposti si è costruito un altro castello di cartapesta, sulla base di una frase di Pisanu che dice: “Aiutiamo la Torres”. Che cosa significa per Moggi aiutare una squadra di serie inferiore? Significa mandare dei giovani in prestito ed infatti bastava vedere che quell’anno due giovani della Juve andarono a giocare nella squadra sarda!\r\n\r\nMoggi aveva una specie di alone nel mondo del calcio. Addirittura Ancelotti diceva che poteva prevedere i sorteggi del campionato e Collina stesso dice: “Vedete che quello millanta, si butta. Quante volte ci ha preso ma tantissime altre volte no, è uno che ci prende per il culo”e poi, scusatemi, ma gli input al computer per il calendario li dava? la Lega Calcio, no? E chi c’era al vertice della Lega? E dopo l’errore di Siena Meani dice al telefono con Galliani “Ho urlato ai designatori che nel dubbio contro il Milan si sta giù con la bandierina!”. Avete mai sentito Moggi dire una cosa del genere?\r\n Sulle ammonizioni mirate poi vi daremo una statistica che ci dice che sulle espulsioni a favore la Juve è all’ultimo posto, sulle ammonizioni mirate è quinta! E su questo si è già detto abbastanza anche in riferimento alla qualità dei giocatori ammoniti del Bologna, e poi De Santis non amminisce i tre diffidati del Milan prima di Milan-Juventus, che erano Seedorf, Nesta e Rrui Costa. E poi dobbiamo ascoltare la telefonata tra Meani e De Santis, con Meani che chiede di non ammonire Nesta!!!\r\n\r\nSchede riservate: credo che non bisogna spendere nessun’altra parola oltre a quello detto da Prioreschi. È evidente che esiste una inutilizzabilità degli atti realtivamente alla violazione della rogatoria. Questo non necessita di alcuna prova. Quello che ci ha detto Auricchio qui è solo infantile. Il maresciallo Nardone ci ha detto che sono andati nel negozio di De Cillis in Svizzera. Non so come si possa superare la inutilizzabilità, tra le tante violazioni messe in campo questa è la più grave. E sugli interrogatori? Cuttica dice che è stato sentito per 5 ore e mezzo con domande incalzanti. Qui non vogliamo parlare contro i carabinieri ai quali teniamo. Ma questi interrogatori sterminati che hanno prodotto una paginetta di verbalizzazioni che senso hanno? In America e Inghilterra si sarebbe sollevata una protesta popolare in questo caso!\r\nLe schede sono inutilizzabili ma vogliamo parlarne perché non ci spaventano. Anche qui la procura ha messo in campo una forzatura. Non chiediamo la nullità della vostra ordinanza sulla competenza territoriale. Voi avete deciso sulla base di un fatto: che la scheda era stata data da Moggi a Napoli, non sapevate di Bertolini che le aveva comprate. Prima di darla la scheda va comprata, quindi la competenza sarebbe stata diversa, ma siamo stanchi e vogliamo una decisione. Tra le tante anomalie di questo processo abbiamo anche avuto che due “prime lame” (Narducci e Beatrice, ndr) della Direzione Investigativa Antimafia di Napoli, che potevano essere impiegate per altri reati, si sono occupati di questo!\r\n Moggi è una persona capace, con intelligenza superiore alla media. Egli decide di essere un criminale e di avere una linea riservata. La cupola è di Moggi e lui la dirige. Ma Moggi, a capo di una cupola segretissima, e con una capacità economica notevole, fa acquistare le schede dalla Juventus, una spesa di poche centinaia di euro, all’ultimo fattorino della squadra. E Bertolini non va al negozio a ritirare una busta riservata e chiusa. No, va sapendo cosa comprava, e più di lui lo sapeva la segretaria Gastaldi, che fa salti mortali per trovare i soldi in contanti nello store Juventus! E lo sa Capobianco, lo sanno le due segretarie Lella e Morena! Il segreto di Pulcinella. Compra le schede con le trombe! E quindi tutti sanno che quelle schede servivano per tutelare la Juventus! E qui c’è un’altra anomalia. Nell’interrogatorio fatto ai carabinieri Moggi dichiarò che quelle schede servivano per il mercato e per evitare lo spionaggio, io ero presente e ricordo il particolare, perché quando finimmo l’interrogatorio contestai a Moggi di non avere allargato il tema dello spionaggio industriale. Ma quando ho letto la trascrizione dell’interrogatorio non vi era traccia di quella dichiarazione!!! Non c’era, ma è certo che Moggi comprava le schede non per sé, ma le comprava davanti a tutti perché servivano per uno scopo lecito!!!\r\n\r\nL’acquisto e la vendita dei giocatori è la vita di una società di calcio ed era la cosa che più interessava a Moggi. Una società può fallire per un acquisto sbagliato! E Moggi era terrorizzato dallo spionaggio industriale e la sciocchezza detta dal pm che il mercato si fa ad agosto è enorme. Il mercato si fa sempre tutti i giorni dell’anno e Moggi era uno che non trascurava niente. È o non è l’epoca del fascicolo ‘Ladroni’, delle intercettazioni Telecom, è o non è l’epoca dello spionaggio di una squadra che spesso e volentieri sbagliava le campagne acquisti?\r\nEbbene, ma avete mai sentito Moggi parlare di mercato in tutte le 171 mila telefonate agli atti? Può mai essere che uno come lui non parli mai con un procuratore o con addetti ai lavori di mercato? E questa è la prova schiacciante! C’è un argomento contrario? E poi, Signor presidente, noi che siamo questa organizzazione criminale, che dobbiamo riunirci per decidere la linea, mi volete dire noi che abbiamo questa linea riservata perché per convocare le riunioni non la usiamo? E sui metodi di attribuzione è già stato detto tutto, io dico solo che esse non servivano all’associazione. Quello che poteva essere una valutazione diversa, ad esempio quella fatta dall’avvocato della Figc che dice che già avere una scheda riservata era reato, viene smentita da De Gregorio nell’abbreviato, il quale dice che il semplice possesso della scheda non è reato. Ma, signor presidente, perché l’arbitro doveva avere una scheda? Qualcuno ha avuto vergogna di dire che ha accettato un regalo, magari per parlare con l’innamorata o per risparmiare quattro telefonate…\r\nSi dice che prima di Atalanta-Milan ci sono molti contatti tra Moggi e Bertini. Ebbene quella gara finisce 1 a 2 (e non 1 a 1 come scritto nella informativa, una distrazione) per il Milan che segna al secondo 46 del quarto minuto di recupero, dopo che Bertini ne aveva concessi 3, quindi fuori tempo massimo; inoltre sbaglia a non espellere Nesta per fallo da ultimo uomo.\r\nFiorentina-Milan del 1 maggio 2005, con una mancata concessione di rigore alla Fiorentina. Vi è una telefonata tra De Santis e Meani… Dopo Atalanta–Milan Moggi si lamentò dell’arbitraggio di Bertini che aveva anche mancato di espellere Nesta. Ma Bertini non era un nostro amico? Non era un associato? Ma c’è logica in tutto questo??\r\n\r\nTrofino chiede di concludere la propria arringa nel corso della prossima udienza. La Casoria concede e fissa l’udienza all’otto novembre. Ignazio Scardina chiede anche di fare una precisazione alla prossima udienza. La sentenza potrebbe slittare oltre il 15 novembre.