Calciopoli: il resoconto dell’udienza del 23 novembre 2010. Sparite alcune telefonate di Facchetti

Si è chiusa l’ennesima udienza del processo Calciopoli presso la IX sezione del tribunale di Napoli. La giornata è stata dedicata agli ultimi testi delle difese e al deposito di circa 300 telefonate nuove/vecchie scovate dalle difese tra le 170 mila del materiale processuale e ritenute irrilevanti dall’accusa nel 2006. La novità del giorno, e che novità, è che nel materiale processuale esistono delle telefonate tra l’ex designatore Pairetto e l’allora presidente dell’Inter, Facchetti, che vengono sunteggiate nei brogliacci dei carabinieri ma di cui non si trova traccia dei file audio. Sono state ascoltate ma sono oggi inascoltabili, stando a quanto sostiene la difesa di Moggi.\r\n\r\nNUOVE TRASCRIZIONI\r\nAll’avvio della seduta la giudice consente la trascrizione di altre 151 telefonate: 1 per De Santis, 20 per la difesa Pairetto, 11 per Racalbuto, 114 di Moggi, Meani ne chiede 1, il pm chiede la trascrizione di 4 telefonate di Moggi. La giudice Casoria introduce il perito trascrittore Roberto Porto. E dice alla difesa Moggi: “Certo avete chiesto un bel po’ di telefonate…”. L’avvocato Prioreschi risponde: “Ma ci hanno dato le chiavi per decrittare dieci cd con telefonate solo a settembre”. La Casoria dà il via libera. “Ma voglio che siano trascritte in tempi brevi”. Prende la parola il perito trascrittore Porto: “Saranno oltre duecento, le telefonate in elenco. Chiedo 60 giorni di tempo per la trascrizione. Cominceremo il lavoro il 25 novembre prossimo”. Il tribunale autorizza il tempo e due collaborati. Ora in aula Riccardo Bigon, teste chiamato dal presidente della Reggina Foti.\r\n\r\nDEPONE IL GIORNALISTA RAI CIRO VENERATO\r\nInterviene in aula anche Ciro Venerato, giornalista Rai: “Non mi mandarono a fare Lecce-Juve perché sapevano che ero antizemaniano. Mi lamentai al telefono, mica solo con Moggi ma con tutti i miei capi urlando. E riuscii a ottenere la designazione grazie ad una intervista esclusiva ottenuta grazie a Corvino. Intervistai Zeman prima della partita Lecce-Juventus e disse una cosa che fece molto rumore: ‘Spero tra qualche anno di non piangere i morti juventini’. Non proprio qualcosa che faceva piacere alla Juventus”.\r\n\r\nTOCCA ALL’ASSISTENTE MITRO \r\n Parla l’ex assistente Mitro, teste della difesa Della Valle, ma anche consulente tecnico di Gennaro Mazzei. Era nella terna di Reggina-Messina, con “Inversione di campo per problemi di taferugli sotto la porta del Messina, era un derby sentito. Fu una partita regolare. Mai ricevuto da Ambrosino telefonate da numeri particolari, avevo il suo numero memorizzato e ce l’ho ancora. Ho arbitrato molte gare quell’anno con De Santis, mai mi parlò di un’indagine in corso su di lui. Juventus-Inter, mi ricordo un fallo non segnalato di Ibra: non rilevammo quell’episodio (si riferisce alla prova tv Ibra-Cordoba, ndr). Fui chiamato dal giudice sportivo per verificare la questione del fallo di Ibra, ci chiedeva se avessimo visto la violenza. Lo chiesero a tutti e tre, ervamo in camera per una trasferta in Olanda: il giudice parlò prima a De Santis, poi fece lo stesso con noi assistenti. Tutti e tre avevamo detto di non aver visto il colpo di Ibra. E quella risposta causò la squalifica per prova tv. Se io Griselli e De Santis avessimo detto o scritto non poteva essere squalificato con la prova tv. Ero anche con Collina per Milan-Juve, che decise lo scudetto l’8 maggio 2005. In Milan-Juve non partecipò Ibrahimovic, perché squalificato da prova tv. E non giocò quella gara anche perché oltre alle due giornate per la prova tv gli demmo un’ammonizione che gli costò anche un altro turno di stop, visto che era diffidato. Milan-Juventus era una gara determinante. Nesta, Seedorf e Rui Costa? Non ricordo se giocarono. Mai mi chiese qualcosa su giocatori diffidati”.\r\n\r\nDE FALCO (CONSULENTE FABIANI): SIM SVIZZERE INTERCETTABILI\r\nAlle 12.40 ha deposto l’Ingegner De Falco, chiamato a presentare una perizia telefonica sulle chiamate di Fabiani, nel 2004-2005 ds del Messina. E le sue dichiarazioni sulle schede svizzere hanno del clamoroso: “Il cellulare è parte della rete, quindi quando lo accendo tutti sanno dove sono. La rete vede il telefonino e se non lo ha nei database chiede al gestore straniero se può dare la linea. Non è segreta per niente.I telefonini sono tutti intercettabili se si conosce il numero del telefonino. Quando c’è una telefonata il gestore non segna solo il numero della sim ma anche il numero del telefonino. Sarebbe stato interessante vedere se questi numeri erano associati anche ad altri numeri cellulari ma non è stato fatto. Non vi è collegamento tra zona e persona ma anche in termini di zona e abitazione della persona siamo a percentuali molto basse, al di sotto del 5%. I carabinieri hanno fatto il ragionamento per cui essendo le celle in quel quartiere, e abitando il Fabiani in quel quartiere, e essendo alcune rivolte a Messina, le hanno attribuite a lui. Inoltre, c’erano anche agganci a celle in posti diversi dove si trovava il Messina in trasferta, ma solo per 5 giornate e non per le altre trasferte.”\r\n\r\nL’udienza si è conclusa alle 13.55 circa e viene aggiornata al 14 dicembre. In attesa delle trascrizioni del perito Porto, toccherà alle dichiarazioni spontanee. Già annunciate quelle di De Santis e di Mazzei.\r\n\r\n(Credits: ‘Tuttosport’ e ‘Tuttojuve’)