Calciopoli, udienza del 26 ottobre: hanno testimoniato Copelli, Maggiani, Bergonzi ed alcuni giornalisti

Oggi a Napoli è giorno di udienza. Zlatan Ibrahimovic era atteso sul banco dei testimoni. Lo svedese non ci sarà, la giustificazione è un programma specifico di allenamenti da seguire a Milanello. L’attesa è per la decisione definitiva sulla linea della difesa di Moggi. Probabile la rinuncia ai testi mancanti, tra cui Moratti e Tronchetti Provera, ma ci potrebbe essere la richiesta di inserire la sentenza del gup Panasiti sullo spionaggio Telecom. Intanto Palazzi a Napoli acquisisce tutto il materiale probatorio. Di seguito il live di TuttoSport.\r\n\r\n13.05 UDIENZA CONCLUSA\r\n\r\n12.40 PRIORESCHI: «DEPOSITARE SENTENZA SU SPIONAGGIO TELECOM»\r\nL’avvocato di Moggi, Prioreschi: «Rinunciamo a tutti i testi (Moratti, Tronchetti, Tavaroli), preferiamo depositare la sentenza sullo spionaggio Telecom ai danni anche di Moggi. Stanno emergendo sui cd che ci sono stati consegnati solo negli ultimi giorni tutte le telefonate relative alle gare messe sotto inchiesta. Una cosa che, voglio essere buono, definisco inspiegabile: non ce n’è nemmeno una trascritta di queste telefonate che riguardano le gare indagate! Prima o poi si dovrà fare luce su questo modo di condurre le indagini. E per questo, rinunciamo ai testi, ma ci dia la possibilità di inserire altre telefonate che stiamo scoprendo giorno per giorno».\r\n\r\n12.20 DEPONE GIUBILO\r\nDepone Andrea Giubilo, ex vicedirettore della testata sportiva Rai. «Qualcuno s’è lamentato del taglio dei servizi Rai? Mai lamentato nessuno, con me inipotizzabile: il contenuto dei notiziari, lo decidevo io e il taglio lo decidevo io». Il pm Narducci effettua il controesame del teste Giubilo. «Le griglie chi le doveva predisporre? Dal caporedattore del calcio venivano composte e sottoposte al via libera del direttore. I criteri? L’esperienza, la professionalità degli inviati. Ciro Venerato? Era uno dei nostri collaboratori, come molti altri. La Sanipoli era una delle redattrici e inviata sugli eventi: non era certo in concorrenza con il collaboratore Venerato. In una redazione ognuno si sente la prima firma: ma la direzione deve equilibrare le esigenze dei singoli e le esigenze della redazione. E la decisione finale sui servizi era del direttore».\r\n\r\n12.05 LA DEPOSIZIONE DI MAFFEI\r\nDepone Fabrizio Maffei, oggi direttore delle relazioni esterne Rai, all’epoca di Calciopoli direttore di Rai Sport. Lo ha chiamato Ignazio Scardina. «Ignazio era il responsabile della redazione calcio, alla Rai, allora: la struttura piramidale prevedeva vicedirezioni con deleghe. Lui era capo del calcio e aveva l’autonomia del ruolo per prendere le decisioni e verificarle con i superiori. Pressioni su qualche redattore per orientare i servizi sulle squadre? No. I redattori si lamentavano per le scelte degli inviati sulle partite».\r\n\r\n12.00 LA TESTIMONIANZA DEI GIORNALISTI PARIS E FAILLA\r\nTestimonia Carlo Paris, giornalista della Rai, chiamato a deporre da Ignazio Scardina: «Anche alla Rai facevamo le griglie, chi faceva la Domenica Sportiva, chi faceva la notturna eccetera. Indicazioni da Scardina, mio caporedattore? Assolutamente mai. Ho seguito la Juve quando giocava una notturna del sabato o domenica. Io come inviato curo i collegamenti: intervisto allenatori, dirigenti e calciatori dopo la gara». Parla poi Fabrizio Failla, giornalista della Rai Sport. «Gli incarichi venivano assegnati per un criterio geografico, ma visto che seguivo anche la pallanuoto al sabato, la domenica andavo al campo più facile da raggiungere».\r\n\r\n11.55. PARLA IL CONSULENTE DI RACALBUTO\r\nParla il consulente arbitrale di Salvatore Racalbuto, Pietro Nicolosi, lo storico assistente di Concetto Lo Bello. Che deposita una perizia giurata sulle gare ai capi d’imputazione a carico dell’arbitro di Gallarate, considerato uno di quelli “amici” della Juventus e inserito dai pm nella Cupola moggiana.\r\n\r\n«Ho visto Roma-Parma 19 dicembre 2004: ho visto il video su Sky una serie di volte. Ammonizioni ai diffidati Contini e Pisanu, che salteranno Parma-Juve del 6 gennaio 2005, ammonizioni simili. Trattenute vistose fatte con le mani sulla maglia dei giocatori. E’ uno dei classici casi codificati da regolamento nella versione 2002-2003, allora vigente. Cito: l’arbitro ha il dovere di ammonire se c’è trattenuta palese. Racalbuto non poteva non farlo: Conti e Pisanu hanno fatto. Poi espulso Pisanu per la successiva ammonizione. Pisanu aveva fatto un altro fallo da giallo e Racalbuto fu magnanimo perché rischiava il rosso: Racalbuto non deve essere di cuore tenero e non poteva chiudere un occhio. Da commissario o osservatore avrei detto, hai fatto benissimo ma dovevi darne un’altra ammonizione».\r\n\r\nCagliari-Juve, 16 gennaio 2005, il capo d’imputazione è per atti fraudolenti a favorire la Juventus. «Ho visto la gara sul filmato Sky: ho visto e rivisto. Ci sono diversi episodi, ho scritto tutto nella mia consulenza. Racalbuto non è stato brillante, ha commesso degli errori: ha ammonito quando doveva, altre volte ha evitato seconda ammonizione ad un giocatore del Cagliari per evitargli il rosso e questo non va bene. Non avrebbe avuto buon voto: ci sono due Per fortuna di tutti il buon Dio è saggio: due errori gravissimi uno a favore Juve e uno per il Cagliari. Al 18′ pt assurdo: nega un rigore a favore di Trezeguet. ASSURDO: falciato, spintonato e buttato a terra. Conoscendo l’onestà di Racalbuto, non capisco come ha fatto a non dare quel rigore. Secondo errore grave, la concessione del gol per la Juve di Emerson in netto fuorigioco: ma l’mputazione non può essere rivolta a Racalbuto ma all’assistente Andrea Consolo, assistente internazionale che non hasegnalato il fuorigioco. Il gol è concesso: hai arbitrato male, non hai dato un rigore che dovevi dare, ha dato un Una tirata di orecchie va a Racalbuto e all’assistente. Al 44′ del secondo tempo c’è stata una finezza: non concede la norma del vantaggio afavore del Cagliari, ma fa bene nell’azione successiva segna il gol del pareggio con Zola. Una finezza a favore del Cagliari».\r\n\r\nRoma-Juventus del 5 marzo 2005. «Su Roma Juve ci sarebbe tanto da dire. Ho scritto, in sintesi, tre pagine. Era gara ad alto rischio: fimentata come gara particolarmente difficile, c’era ruggine a monte. Giocatori che si ripresentarono all’Olimpico da ex. Iniziò nel clima di una guerriglia dentro e fuori dal campo. Racalbuto era teso, lo ha dimostrato. Io descrivo almeno 10-15 situazioni di ammonizioni ed espulsioni dato o non date. Le mancate espulsioni: due mancate ammonizioni Del Piero e Zambro e due non rossi non dati a Dacourt e Cufrè. Ci sono quattro episodi determinanti. Due a favore della Juve e due a favore della Roma: prima rete segnata in fuorigioco, un calcio rigore concesso che è al limite e forse fuori dall’area, di qualche centimetro. Poteva essere punizione dal limite (fallo Dellas, ma c’era fuorigioco). Un rigore chiarissimo non dato alla Juventus: fallo di De Rossi, come Un gol annullato a Ibrahimovic che era regolare e annullato per fuorigioco. Di questi quattro episodi, uno solo è responsabile Racalbuto: del mancato rigore a favore della Juve. Quello era sua responsabilità: non so perché non l’ha fischiato. Gli altri sono responsabili gli assistenti internazionali. Imigliori che avevamo in Italia: Ivaldi e Pisacreta, erano il numero 1 e 2 e gli hanno fatto commettere tre grossi errori che hanno influito sul risultato della gara. Il fuorigioco di Cannavaro su primo gol juventino è millimetrico: e come faceva Racalbuto a non fidarsi di Pisacreta (ora vicepresidente Aia e mai indagato in Calciopoli, ndr). L’arbitro va completamente assolto in quell’azione».\r\n\r\nIl controesame passa al pm Capuano. Nicolosi risponde: «L’arbitro può fischiare anche il fuorigioco, è il giudice assoluto. Se l’arbitro si accorge: ma mi diceva Lo Bello, non guardare le gonne delle ragazze in tribuna pensa al fuorigioco… Se l’arbitro è certo può fischiare, ma in serie A oggi l’arbitro è sicuro che il fuorigioco glielo segnala l’assistente. Gol di Cannavaro è segnato agli esiti di un calcio piazzato, ma Racalbuto s’è piazzato all’esterno dell’area per i contatti in area. La rete annullata di Ibra al 21′ st, la Juve era già 2-1. Il rigore per fallo di De Rossi era sullo 0-1. Su Cagliari-Juventus? L’ammonizione di Abejon per fallo su Blasi, ma la palla era lontana quello è da ammonizione. I giocatori furono scorretti e lui fu debole, blando: qualcuno gli ha parlato con le mani in faccia, troppo prudente.Metro equanime, però: permissivo con tutte e due le squadre».\r\n\r\n11.20 BERGONZI: «MAI RICEVUTO PRESSIONI»\r\nDepone, poi, l’arbitro Bergonzi: una testimonianza lampo. Lo interroga l’avvocato Sena, difensore di Pairetto. «Non ho mai ricevuto richieste o minacce per arbitrare a favore o sfavore di qualcuno, assolutamente. Mai avuto pressioni per ammonire a comando o spezzettare il gioco a favore di qualcuno. Se ho arbitrato Napoli-Juve nel 2007? Certo: ci furono polemiche perché commisi due errori, fischiando due rigori contro la Juventus. Non ho arbitrato la serie A per due-tre turni e la Juve per tre anni. Chi era il designatore? Collina».\r\n\r\n11.10 CONSULENTE FIORENTINA: «LECCE-PARMA NON DETERMINANTE»\r\nParla la consulente della Fiorentina, professoressa Beccacece, docente alla Bocconi di matematica e calcolo delle probabilità. L’avvocato Frugiele della difesa viola interroga la prof di matematica. «C’erano sette squadre in lotta per la salvezza: 243 i casi di possibili, nel calcolo delle probabilità. Non ho calcolato ai fini della salvezza della Fiorentina il Lecce e la Lazio che erano irraggiungibili per la Fiorentina, visto che erano a 43 punti, mentre la Fiorentina era a 39 punti. Ho lavorato col metodo della proprietà oggettiva: ognuno applicando norme Figc vigenti la vittoria della Fiorentina sul Brescia e il pareggio nella famosa Lecce-Parma del 29 maggio 2005 non erano condizioni sufficienti, necessarie ma non sufficienti, a salvare la squadra viola. Ho preso in considerazione cinque gare Bologna-Samp, Fiorentina-Brescia, Lecce-Parma, Roma-Chievo e Siena-Atalanta. La Fiorentina doveva vincere per sperare. Serviva una mancata vittoria del Bologna, un ko del Chievo con la Roma salva, un successo dell’Atalanta già in B sul campo di Siena. E la Fiorentina poteva salvarsi anche con la vittoria del Parma sul campo di Lecce. Insomma, a prescindere da Lecce-Parma poteva accadere di tutto quel giorno. Il risultato del Parma era influente, ma non determinante sulla salvezza della Fiorentina».\r\n\r\n10.50 LA TESTIMONIANZA DI MAGGIANI \r\nPoi Maggiani, assistente in Parma-Juve del 5 genaio 2005: arbitrava De Santis e la Juve protestò per un mancato rigore per mani di un parmense su colpo di testa di Del Piero. «Ricordo quella gara – dice Maggiani -, la Juve protestò per un rigore non concesso: un colpo di testa di Del Piero e un mani. La gara finì in pareggio… 0-0, no… 1-1. Farneti decise così, ma De Santis non lo criticò per il mancato rigore alla Juventus».\r\n\r\n10.35 COPELLI: «ANNULATO GOL A TREGUET, VINSE L’INTER»\r\nL’assistente Copelli è il primo teste dell’udienza presso la nona sezione del tribunale di Napoli. Lo ha convocato, anzi ri-convocato (fu teste dell’accusa su Reggina-Juve e sui rapporti – sms e telefonate – con Meani) dalla difesa Fiorentina. L’avvocato Picca, che tutela i Della Valle, chiede se Dondarini in Chievo-Fiorentina avesse condizionato l’arbitraggio degli assistenti. «Mai condizionati e Dondarini non ci chiese di favorire nessuno. Il briefing pregara? Lo facevamo e facciamo tutt’ora ma solo indicazioni tecniche. Il Chievo giocava col fuorigioco e la difesa alta. Nessuno di Aia o Figc mi ha mai indicato cosa fare in campo». Poi l’avvocato Gallinelli, difensore di De Santis, chiede della finale di Supercoppa: la Juve perse a Torino contro l’Inter (gol di Cruz) e a causa di un annullamento ingiusto di un gol di Trezeguet. «De Santis arbitrò un’ottima gara, la vinse l’Inter per 1-0. Ricordo bene la gara: ci fu un mio errore, annullai il gol di Trezeguet, mi accorsi dopo che era stato un errore. De Santis accolse la mia indicazione errata e annullò: poi, però, non mi ha criticato. Era un errore e basta».\r\n\r\n10.05 DILUVIO SU NAPOLI: LARGHI VUOTI IN AULA\r\nPrende il via l’udienza. Confermata l’assenza di Ibrahimovic. Larghi vuoti in aula per via di un diluvio che si è abbattuto su Napoli: anche molti avvocati hanno problemi ad arrivare in aula. Ci sono Moggi, De Santis e Racalbuto, alla sua prima apparizione: sarà ascoltato oggi un consulente di parte, l’ing. Nicolosi. Presente anche l’arbitro Bergonzi e gli assistenti Copelli e Maggiani.