Il calcio italiano sempre più un’immondezza

(Di Alessandro Magno) Alla luce dei risultati di sabato e domenica è lampante che il pareggio ”migliore” è quello della Juventus. Resta il rammarico per non aver allungato sugli altri, ma capita. A Torino si è vista solo una squadra in campo, una la Lazio mai pericolosa, un Buffon spettatore non pagante, i gioielli Hernanes e Klose praticamente annullati, Marchetti migliore in campo autore di parate superlative e per chiudere in bellezza, anche una traversa di Bonucci. Ci possiamo rammaricare per le tante azioni da gol sprecate e per un briciolo di sfortuna, non certo per la prestazione totale. Se ci aggiungiamo che alla Juve mancava Pirlo e cioè il faro illuminante del nostro gioco, concludiamo che alla fine son mancati davvero solo i 3 punti. Una parentesi è giusto dedicarla a Giovinco ancora molto attivo ma poco brillante in zona gol. Al ragazzo non manca l’impegno, si applica e può migliorare. Se raddrizzasse la mira non staremmo qui a parlare di questo. Può esser sicuramente utile alla squadra. Detto che non è Messi ed è anche utilizzato in una veste tattica per me a lui non troppo congeniale, i fischi preventivi non li merita di certo. Allo stadio tutti i giocatori vanno incoraggiati. Poi per mio conto, i titolari dovrebbero esser altri e i giocatori da Juve dovrebbero essere altri ma son gusti miei personali. Mi stupisce, un poco mi fa arrabbiare e un po’ sorridere che diversi editorialisti che si credono anche importanti o addirittura con pretese di ”dettare la linea” agli altri, adesso difendono a spada tratta Giovinco dalle critiche post-partita. Gli stessi che parlavano magari di Delpieristi, gli stessi che hanno scritto e detto che era giusto liquidare un giocatore (lasciamo perder la bandiera) in Novembre. Di questo passo gli stessi che criticavano i Delpieristi e la Delpierese inventeranno la Giovinchese e il Giovinchismo o ne diventeranno loro i primi sostenitori. Comunque è una vecchia malattia sciocca del popolo Juventino quello di dividersi in fazioni. Il mio pensiero è chiaro e lo ribadisco: ”I giocatori in campo vanno sostenuti tutti a prescindere. Sono contro i fischi preventivi che non vanno mai fatti contro nessuno. Finita la partita però se un giocatore non gioca bene (o non convince) lo si dice senza se e senza ma. Le critiche sono volte a migliorare la squadra. Sempre”. Altro che delpierismo.\r\n\r\nNiente di tutto questo si è visto sugli altri campi. Il campionato di serie A bis (quello dalla Juve in giù) ha visto, eccetto Fiorentina-Atalanta, quasi solo partite sconce. Un Napoli con un gioco pessimo non è andato oltre il 2-2 contro El Sharawy e le sue mummie. Una squadra quella partenopea che è succube del suo giocatore più talentuoso e devastante (Cavani), giocatore tanto abile sul campo quanto protetto ”dal sistema”, uno che  andrebbe espulso almeno una volta a partita per la quantità industriale dei ”vaffancu…” che dedica platealmente all’arbitro di turno. Pensate che schifezza di partita sarebbe Napoli-Milan senza Cavani ed El Sharawy? Roba tipo scapoli contro ammogliati. Sull’altro campo che ci interessava, quello di Milano, invece, l’altrettanto squadraccia catenacciara e contropiedista (nonché piagnona) che risponde al nome dell’Inter, si guardava bene dall’ andare a vincere contro il nientepopodimeno che Cagliari. Morale: eccetto la Juventus e la Fiorentina di Montella, in Italia si gioca un calcio pessimo; fra le prime, Lazio, Napoli e Inter adottano il modulo primo non prenderle e golletto di rimessa. Pensate come giocano le altre!\r\n\r\nA questo punto spendiamo qualche considerazione per l’Inter. Prima cosa bisogna dire che fino al 2-2 il Cagliari ha dominato e che l’Inter è stata salvata in più di un occasione dal suo portiere Handanovic. Ora farsi dominare dal Cagliari in casa già dovrebbe far riflettere un poco, tuttavia aggiungiamo anche che l’Inter perviene ingiustamente e immeritatamente al pareggio su un autogol del cagliaritano Astori. Cose che capitano. Fin qui nulla da dire se non che il Cagliari meriterebbe di più. Il secondo gol con cui gli isolani son passati in vantaggio anche rivisto in centomila moviole non chiarisce se la palla stoppata da Sau è più di braccio o più spalla, io ho la sensazione che sia spalla, ma non essendoci l’assoluta certezza da regolamento si deve convalidare. Si fa così per lo spettacolo si dice. Ora sul 2-2 inizia un’altra partita e a onore del vero c’è un rigore su Ranocchia che qualora fosse realizzato darebbe la vittoria all’Inter. E’ un pelo dentro l’area ma è dentro. Da qui apriti cielo, dichiarazioni di Moratti, allusive, deprecabili, scontate e anche querelabili e diffamatorie. Menomale che in settimana Stramaccioni ha detto che la Juve parla troppo. In primis il suo Presidente alludendo a Calciopoli e situazioni già viste omette di dire che lui riguardo a Calciopoli risulta prescritto e non innocente o peggio danneggiato, come va a raccontare in giro, e bene ha fatto la Juventus a ricordarglielo sul proprio sito; in secondo si dimentica che lo scudetto cosiddetto cartonato di cui fieramente si fregia, gli è stato lasciato da un tribunale che si è autodefinito incompetente. Rimanendo terra-terra poi, si dimentica di tutti i favori arbitrali avuti fin qui dalla sua Inter fra gol in fuorigioco e mancate espulsioni, come contro la Sampdoria, o rigori negati e gol annullati agli altri come contro il Milan, o a errori marchiani che han favorito l’Inter contro Chievo, Pescara e Catania. Questo solo per rimanere a quest’anno senza rivangare i gol con 6 uomini in fuorigioco di cui la seconda squadra di Milano ha goduto ampiamente negli anni addietro. Nonostante tutto questo amano fare i danneggiati. Se si sbaglia a favore loro capita, se si sbaglia contro, c’è qualcosa di losco sotto. L’anno scorso Antonio Conte dopo un girone di andata intero senza rigori a favore ebbe modo di sfogarsi e dire che vedeva un disegno strano contro la Juventus, fu subito deferito e attaccato da tutti. Mi aspetto lo stesso trattamento per Moratti, vediamo se la Federazione è capace di questo.\r\n\r\nIntanto per non farci mancare nulla, oggi la Gazzetta dello Sport esce con un titolo per cui la prescrizione dell’Inter non sarebbe un’accusa con richiesta di andare a processo ma una tesi. Con chiara posizione in difesa di Moratti e di attacco alla Juventus. Poi si chiedono come mai gli juventini non la comprano. Ora cosa c’entra la Juventus in un Inter-Cagliari e quale disegno losco ci sia dietro visto che quei personaggi non ci sono più lo sanno solo a Milano. La Juventus che nel ”palazzo” non ha un solo amico, e un solo arbitro così demente da favorirla appositamente, visto che quando accade questi vengono puntualmente sanzionati e allontanati dai campi per alcune settimane e solo esclusivamente nel caso in cui sbagliano in favore della Juve. Non si capisce proprio come farebbe la squadra bianconera a creare tutto questo. Si continua a parlare di gol di Muntari nonostante nella stessa partita sia stato annullato un gol regolare a Matri e di Tagliavento-Juventino nonostante la Juventus con questo arbitro abbia vinto solo 6 volte su 19. Siamo all’assoluta mistificazione della realtà. Come può gente come Cesari dare 7 all’arbitro che ha arbitrato il derby Sampdoria-Genoa nonostante riconosca ci siano due espulsioni per giocatori genoani e dare 5 all’arbitro che non ha espulso Lichtsteiner in Juventus-Inter? E il signor Paparesta che dichiara commentando le ultime dichiarazioni al vetriolo di Moratti che questi è evidentemente ancora arrabbiato per il gol in fuorigioco segnato dalla Juventus 3 settimane fa? Si va beh, allora pure io ho ancora mal di stomaco per la peperonata che ho mangiato ad agosto. Ma questi son da ricovero. Questi andrebbero davvero tolti da quelle sedi perché creano un danno enorme al calcio italiano fomentando l’opinione pubblica. E’ rimasto ormai il solo Arrigo Sacchi a parlare di calcio giocato a esaltare la Juventus per come gioca e denigrare l’Inter e la Lazio per lo stesso motivo. Ma ormai è come una mosca bianca, parla e nessuno se lo fila. Molto meglio per tutti parlare di un rigore dato o non dato e giustificare con i torti arbitrali le proprie frustrazioni.