Boniperti: “Contento di essere raggiunto da Del Piero, campione dentro e fuori dal campo”

“Che effetto mi fa essere raggiunto da Del Piero? Beh, se proprio qualcuno doveva raggiungermi preferisco che sia lui”. Giampiero Boniperti, ex presidente bianconero, commenta così a ‘La Stampa’ l’ennesimo record frantumato da Alessandro Del Piero, un record che stavolta lo coinvolge in prima persona. “È anche l’unico che poteva riuscirci – continua Boniperti –  Lo conosco bene, ha la Juve nel sangue, l’ho preso io e ho seguito con affetto tutta la sua carriera. Conosco le grandi qualità di Alessandro, in campo e fuori: è sempre stato un bravo ragazzo oltre che un grande campione. Se è il mio vero erede? Non si possono paragonare epoche così lontane di un calcio profondamente cambiato. Di sicuro lui è un simbolo positivo, anche di attaccamento alla maglia, in un mondo che di simboli ne ha sempre meno. La migliore qualità di Del Piero? La costanza. Così ha inseguito e raggiunto questo traguardo. Non si è arreso mai, superando momenti difficili, gravi infortuni e situazioni delicate come la serie B. Si è preso una medaglia meritata, che resterà nella storia. La qualità calcistica che lo ha reso grande? Ha sempre fatto gol, lo ha sempre cercato con caparbietà, unendo a una tecnica straordinaria una altrettanto grande volontà. Destro, sinistro, punizioni, rigori: il repertorio di Del Piero è vastissimo e ci prova sempre, da ogni posizione. Anche oggi che non ha più lo sprint dei vent’anni sa rivelarsi un pericolo costante per gli avversari. E un grande esempio per i compagni”.

Davvero difficile aggiungere altro, se non sperare, per il bene della Juventus, che Del piero continui a dare il suo apporto alla causa così come ha sempre fatto: “Cosa voglio dire a Del Piero? Bravo glie l’ho detto tante volte. Ha saputo conservarsi con intelligenza, mantenere una condizione atletica ottimale. Oggi gli dico grazie per un secondo motivo: con questo record ha ricordato al mondo juventino che anch’io segnavo tanti gol: sette nella partita del debutto che fece scrivere a Carlin ‘è nato un settimino’ – ricorda ancora Boniperti – Ero diverso da lui, più potente fisicamente e pure più ‘cattivo’. Inoltre io smisi a 33 anni, non avevo le coppe, si giocava meno e finii la carriera da mezz’ala, non più da attaccante puro. Mi ha raggiunto a 36 anni e allora gli dico un’ultima cosa: caro Ale, ringrazia anche chi ti ha dato un fisico che ti consente ancora di giocare così”.