Bisoli su Schelotto: “E’ da Juve”

Ezequiel Schelotto, attaccante del Cesena, è in orbita Juventus. Gli osservatori bianconeri da tempo “bazzicano” il Dino Mannuzzi e Pierpaolo Bisoli, allenatore dei romagnoli, ammette che il giocatore «se non si monta la testa e lavora con umiltà, è potenzialmente da big di Serie A». E in questa intervista, in esclusiva per ilsussidiario.net, traccia una scheda tecnica del giocatore che piace non solo alla Juventus ma anche a Bologna e Milan.

Mister, Schelotto è con voi ormai da due stagioni…
Ha iniziato a giocare alla fine di marzo dell’anno scorso per problemi con l’arrivo del trasfert. Non si è mai demoralizzato e ha lavorato sempre con impegno. Dopo il tesseramento ha fatto 4 partite. Partì dalla panchina con la Pro Patria, segnò, la giornata successiva a Ferrara, il gol vittoria e da quel monento è diventato titolare fisso. Quest’anno ha già fatto 4 gol in Serie B ed ora è stato convocato in Under 21.

Speriamo che non si monti la testa e non bruci tutti i sacrifici che ha fatto in questi mesi…
E’ un traguardo importante ma da prendere con le molle. Non si deve sentire arrivato. Deve lavorare ancora tanto ma le potenzialità sono enormi

Dal punto di vista tattico che giocatore è?
Può fare l’esterno di centrocampo, visto che in una difesa alta fa ancora fatica a fare il terzino e solo quest’anno ha iniziato a lavorare su questo aspetto. Io lo utilizzo come quinto di centrocampo quando giochiamo a 3 dietro. Ma comunque qualcosa in campo difensivo sta imparando, visto che sabato ha salvato anche un gol…

E’ chiamato el galgo, il levriero…
Ha una capacità di corsa incredibile anche in accelerazione. Deve migliorare tatticamente come tutti i giovani, ma ha un involucro per una grande squadra. Ho visto pochi giocatori con la sua potenza fisica. Se lui rimane con i piedi per terra e con la voglia di migliorarsi, può arrivare a grandissimi livelli. In serie A non so quanti riuscirebbero a farmarlo quando è lanciato in velocità.

Quanto di Bisoli c’è nella crescita del giocatore?
Giudicheranno gli altri, non voglio fare spot su me stesso. Io chiedo il medesimo impegno al giovane come ad Antonioli, il più anziano del gruppo. Alcune cose però gliele ho trasmesse: non deve mai sentirsi arrivato, non deve mai sentirsi inferiore a nessuno, non deve mai essere presuntuosio ma umile. Questa è la base nello sport come nella vita ed è la base dei successi del mio Cesena.

Si sono scomodati addirittura gli osservatori della Juventus per venirlo a vedere…
L’ho sempre detto: potenzialmente questo è un giocatore da Milan, da Inter, da Juventus. Ho letto anch’io sui giornali che la Juventus è venuta a vederlo, così come il Milan, il Bologna e altre squadre. Con le sue capacità in serie A ci starebbe benissimo. Come ho già detto, l’importante è che non smetta mai di lavorare e di migliorarsi, soprattutto perché un grande campione è tale quando ha una squadra che gioca per lui. E lui su questo aspetto è migliorato tantissimo. Prima giocava da solo, ora gioca per la squadra e non si basa solo sulle sue capacità. In una big questa sua caratteristica, se non la perde, è fondamentale.

E’ contento della sua esperienza a Cesena come allenatore?
Sono in una piazza fantastica, con un tifo eccezionale. I risultati poi aiutano a far crescere il valore dei giocatori e l’attenzione sulla squadra. In Italia si guarda solo al risultato. Io sarei contento per il lavoro che sto facendo anche se mi trovassi nella parte destra della classifica e non nei piani alti. Oltre a Schelotto ho Milan Djuric classe ’90, ho 3 nazionali Under 20, 2 Under 16 che si allenano con noi. Sabato ha esordito un ’91 e domenica avevo un ’92 in panchina. Ho un primato: la squadra che schiera più giovani in Serie B.

Da chi ha imparato Bisoli a fare l’allenatore?
Quando hai come mister uno come Mazzone per 6 anni impari molto. Ho appreso anche da Trapattoni, Tabarez, Radice, Spalletti, Giorgi. Di ognuno di questi ho cercato di carpire qualche segreto e da Mazzone ho imparato la griinta. Non ho però copiato nulla. Non è presunzione ma alla fine non dà frutti seguire il modo di allenare di altri. Il mio modo rispecchia l’applicazione di mie idee e intuizioni. E’ andata bene a Prato, è andata bene a Foligno e sta andando bene anche qui a Cesena. Mi piace, anche se questo è un mestiere difficilissimo…
(Credits: ilsussidiario.net)