Ancora oltraggi alla memoria dell’Heysel

(Di Gaver) Avevo appena 12 anni quella sera, un’età complicata e bellissima allo stesso tempo, una di quelle età in cui tutto ti è concesso, dai sogni ad occhi aperti al gioco senza tempo fino alle scorpacciate di dolci a tavola, tanto non ci sono linee o valori da tenere sotto controllo.\r\nSogni di diventare calciatore o astronauta o pompiere o benzinaio… Viaggi ovunque con la mente, ti riesce di fare il giro del mondo nella frazione di un secondo senza schiodarti dalla tua sedia… Ma succede anche che, una sera quei sogni diventino particolarmente freddi, irriconoscibili, quasi inutili.\r\nA 12 anni ti aspetti sempre risposte e sempre un qualcosa o un qualcuno che ti venga a raccontare il perché di quel che stai vivendo o vedendo… Ma quella sera non venne nessuno a dirmi perché vedevo tutto quello scempio, perché 39 povere anime morivano per una partita di calcio; mi son chiuso nel mio silenzio, e neanche una coppa al cielo è servita a cancellare dubbi ed amarezze che, nonostante sempre quei 12 anni, erano troppo forti per svanire, alimentati da immagini che non lasciavano scampo e non concedevano spazio a quei sogni…neanche se la coppa era sollevata dalla tua squadra del cuore.\r\n\r\nOggi, dopo circa 27 anni, ci troviamo ancora, e per l’ennesima volta, a discutere di quella serata, a portarla agli onori della cronaca solo perché qualcuno, evidentemente poco incline al senso di responsabilità e rispetto nei confronti di chi non c’è più, si sente in dovere di pubblicizzare se stesso (a che titolo poi?) oltraggiando una serata che invece dovrebbe vivere solo in fondo ci cuori di coloro che, quei 39 angeli, li conoscevano sul serio.\r\nE’ notizia di qualche giorno fa che tale Luca Dordolo, consigliere comunale di Udine, si sarebbe fatto ritrarre dinanzi alla targa commemorativa dell’Heysel, a Liverpool, col dito medio alzato dinanzi a quel ricordo.\r\nFoto che poi, com’è usanza di questi imbecilli tempi moderni, ha fatto il giro e raggiro sui social network, puntualmente smentita o attaccata a seconda dei punti di vista.\r\nIl signore in questione si sarebbe difeso lamentando un atto di pirateria informatica che, per carità, potrebbe anche starci. Allo stesso tempo, però, da queste pagine mi sento di invitarlo a recarsi presso la Polizia Postale, denunciare il fatto e porre in essere tutte le operazioni necessarie che potrebbero almeno tentare di risalire al citato “pirata”.\r\nCerto è un attacco informatico che desta perplessità, in quanto mai nessun politico, anche di fama “differente”, è stato ferito in modo così brutale utilizzando un mezzo così becero ma, come recita ill nostro sistema giudiziaria, si è innocenti fino a prova contraria, ragion per cui dobbiamo dare credito alle giustificazioni addotte dal Dordolo; sperando allo stesso tempo che sempre il Dordolo ponga in essere seriamente ogni atto dovuto per la risoluzione della vicenda.\r\n\r\nA parte la questione tecnica che sarà esaminata con attenzione da chi di dovere (si spera), vorrei un attimo, ma solo un attimo e  per chi magari ha qualche anno in meno, ricordare in un flash quella serata, dal mio personale vissuto.\r\nTorno dalla palestra, doccia in tutta fretta e cena “con imbuto” guardando l’orologio nella speranza di non perdermi neanche l’ingresso in campo di quel Juventus-Liverpool, poi di corsa verso la tv in camera, respirando comunque in casa una strana atmosfera.\r\nGià, perché se ai tuoi del calcio interessa poco, quella era però una tragedia, che loro già stavano vivendo e lo facevano da adulti, dando il giusto peso a quei morti, da omaggiare col silenzio, senza rimostranze o commenti alcuni.\r\nLa tv parte, ma l’immagine è di quella che non ti aspetti, poliziotti a cavallo in uno stadio sconclusionato, senza senso, gente che scappa, che urla, sta a terra, sangue che si intravede, tutti che corrono o spingono… E lì, sinceramente, non sai davvero cosa chiederti, cosa sperare.\r\nComprendi, dopo ogni minuto che passa, che quella è una serata buia e triste, che non sarà una serata di festa, neanche quando Boniek conquista un generoso rigore che poi darà statisticamente la Coppa alla Juventus.\r\nAspetti giusto per inerzia la consegna di quella coppa di sangue e poi te ne vai a letto, con negli occhi solo quei poliziotti a cavallo che tentavano di ridimensionare a quella tragedia.\r\n\r\nOggi, dopo tutti questi anni, ancora e purtroppo, c’è chi specula a vario titolo su quei morti, e non alludo solo al Dordolo, ma a tutti quelli che, per mania di protagonismo e per alto tasso di imbecillità, tenta di guadagnare le prime pagine ed i consensi dei suoi simili dissipando la memoria di chi non c’è più.\r\nA voi le amare conclusioni; a chi di dovere invece il mio invito a non sottovalutare quanto accade in tal senso, e ciò a prescindere da che morti si tratti e dalla loro appartenenza, perché tutti hanno il diritto di vedere salvaguardata la propria memoria.\r\nUn popolo civile non è fatto solo di spread, economia, gossip, moda, o quant’altro…un popolo che vuol definirsi moderno ed evoluto deve aver anche e soprattutto rispetto della propria storia, imparando da essa e dagli errori commessi, auspicando che in futuro certi momenti non vengano più vissuti, da nessuno.\r\n\r\n