Amauri: “In questa Juve farei un sacco di gol”

Torna a parlare Amauri e lo fa in una lunga intervista concessa oggi a ‘La Stampa’: l’attaccante italo-brasiliano, da agosto fuori rosa alla Juventus ha fatto il punto della sua situazione, tornando sulle indiscrezioni di ieri secondo le quali avrebbe rifiutato il Genoa: “Non è vero. Mi hanno fatto una proposta interessante e quella è una piazza che mi piace. Parlerò con il mio procuratore. In queste settimane sono arrivate offerte, dall’Italia e dall’estero. Una cosa è certa: a gennaio andrò a giocare”, ha puntualizzato l’attaccante.\r\n\r\nPoi Amauri spiega il perché del rifiuto delle destinazioni sin qui proposte:\r\n

“Chi mi voleva, non mi dava quello di cui si era trattato e parlato. Problema di lunghezza del contratto. A 31 anni si fa l’ultimo della vita e ho sempre chiesto un triennale: anche perché tre stagioni ad alto livello penso di poterle fare. A Parma l’ho dimostrato”.

\r\nTornando a parlare strettamente del rapporto con la Juventus, poi, l’attaccante tende a chiarire:\r\n

“In qualche modo bisognerà risolvere questa situazione. Del resto, finora sono sempre stato zitto, non ho mai fatto casino, e mi sono allenato. Con i ragazzi della Primavera, stupendi, loro e l’allenatore Baroni, ma non è stato facile. Anzi, è stato un periodo davvero pesante. Le partite le ho viste, non tutte, ma molte ne ho viste. Ci sono ragazzi che conosco da anni e con loro il rapporto è rimasto ottimo. Stanno facendo un gran campionato. Ho due rimpianti, sono sicuro che in questa squadra, con un allenatore che ha cambiato quasi tutto, compresa l’aria pesante che c’era prima, starei facendo bene anch’io. Darei una mano. Il secondo è non aver giocato con Andrea Pirlo, l’acquisto chiave, il giocatore che ha messo a posto la squadra. Avrei potuto fare un sacco di gol. Spero di ritrovarlo in azzurro. Però non è la Juve più forte. La più vogliosa e arrabbiata, sì. Ma la più forte era quella del mio primo anno a Torino, con giocatori pazzeschi: Nedved, Trezeguet, Del Piero, che andava come un treno. La domenica con i miei figli, Cindy, che ha dieci anni, e Hugo Leonardo, che farà i cinque a gennaio. Pizzeria e cinema, l’ultima volta con i bambini a vedere ‘Il gatto con gli stivali’. E poi sul divano davanti alla televisione, per vedere le partite. Strane domeniche, quando da più di dieci anni sei abituato a ritiri e stadi. Mi manca giocare, è chiaro. E poi le parole dei miei figli, che quando tornavo a casa dalle partite mi dicevano: ‘Bravo papà, vedi che sei forte?'”.