Altro dietrofront del PM Di Martino: “Nelle telefonate udite frasi pesanti, ma di reati ancora niente…”

“E’ facile criticare senza conoscere le situazioni. La verità è che molte persone si sono sedute davanti a me e mi hanno parlato di combine in Serie A. Ma so che ce ne passa a dimostrare un reato”. Prima trucidano il mostro in pubblica piazza e poi cercano le colpe da imputargli. funziona così ormai, soprattutto quando si deve orientare il sentimento popolare nei confronti di uno o più individui da togliere di mezzo. Così il PM Martino, conferma, dopo averlo già fatto nei giorni scorsi di non avere ancora prove che dimostrino la presenza di partite truccate in serie A.

“Palamara può dire quello che vuole – ha proseguito Di Martino a ‘La Stampa’ – La mia era una forma di smentita, uno modo per correggere al ribasso le voci che continuano a girare. Per dire, un conto sono i fatti un altro le sensazioni. La sensazione non è la Madonna che viene in sogno a indicarmi la strada. Nelle carte ho letto frasi che ovviamente non posso rivelare. Ma sono consapevole che da qui a riuscire a dimostrare un reato la strada è lunga”. Se a qualcuno, quanto sta succedendo ricorda la farsa di Calciopoli, non si lasci comunque abbindolare: quella volta il sentimento popolare era stato orientato ad arte in modo avverso nei confronti del mostro. Stavolta gli organi federali (e non) si stanno orientando verso il non colpire i ‘grandi’. Si sparerà ancora una volta nel mucchio. Si salvi chi può.