-39: storia di una brutta storia

heyselDi quello che era accaduto in occasione di Fiorentina-Liverpool (seconda giornata di Champions League) avevo preferito non occuparmene; un gemellaggio dove si inneggia all’amicizia e alla fratellanza tra due culture sportive completamente diverse è segno, per chi non conosce la storia, di civiltà e intelligenza.\r\nGli strascichi a seguito di tanto amore, da parte dei tifosi juventini (e non solo), sono stati inevitabili. Difficile non ricordare cosa accadde il 29 maggio del 1985, questa volta si per chi conosce la storia, in quella che fu definita la “coppa insaguinata”.\r\nSemplice, invece, capire perché, da juventini e non, a distanza di vent’anni esatti da quel 29 maggio, i veri “tifosi” del Liverpool (io che presenziai a Bruxelles vidi dei delinquenti assassini che nulla avevano a che vedere con lo sport chiamato calcio) si strinsero in un minuto di silenzio chiedendo pubblicamente scusa ai tifosi bianconeri con la scritta “Amicizia” .\r\nE’ vero che una scritta non potrà mai cancellare 39 vittime innocenti, è vero che l’unione dei colori appartenenti alle due società in una sciarpa non potrà alleviare il dolore di chi ha pianto, e piangerà per sempre, i propri cari, ma è altrettanto vero che la civiltà e l’intelligenza delle persone è riuscita a sfondare quel muro che ci ha tenuti, a torto o ragione, distanti e nemici per ben quattro lustri. Quel martedì 5 aprile del 29 maggio 2005 non nacque un gemellaggio, ma la voglia di dire al mondo che lo sport e i suoi tifosi sono ben altra cosa rispetto all’inciviltà.\r\nChissà se i tifosi viola hanno saputo che la tifoseria della Kop (la curva del Liverpool) ha dedicato a tutti i tifosi bianconeri questa frase: “Liverpool v Juventus Anfield 5th April 2005 In memory and friendship”\r\n\r\nMa questa è un’altra storia, fatta di vera “amicizia”, quello che voglio raccontare parte da più lontano.\r\n\r\nAtene, 25 maggio 1983, Amburgo-Juventus. A distanza di solo un anno il remake di quella che fu la finalissima del campionato mondiale spagnolo tra le nazionali di Germania e Italia\r\nCome si concluse quella partita è storia, vinse l’Amburgo con un gol dal limite dell’area di rigore di tale Felix Magath dopo pochi minuti dall’inizio dell’incontro e non bastò oltre un’ora per rimettere, da parte dei bianconeri, il risultato in equilibrio.\r\nLa mattina susseguente, in ogni città d’Italia, si ammirarono le scritte: “Grazie Magath”, “Grazie Amburgo”; il tutto ad inneggiare la sconfitta della Juventus in una partita che tutti avevano già archiviato con la vittoria proprio dei bianconeri. Questa è storia, questa è l’essenza dello sfottò sportivo.\r\nMonaco di Baviera, 28 maggio 1987, Juventus-Borussia Dortmund. Ancora Italia contro Germania, ancora la Juventus in campo, ancora una vittoria tedesca contro una delle formazioni, quella bianconera, più forte di tutti i tempi e ancora, inevitabilmente, i graffiti sui muri di Milano, Roma e Napoli: “Grazie Riddle”, “Grazie Borussia”. Questa è storia, questa è l’essenza dello sfottò sportivo.\r\nAmsterdam, 20 maggio 1998, Real Madrid-Juventus. Ennesima finale per i bianconeri, ennesima sconfitta dopo aver dominato in lungo ed in largo la competizione continentale, ennesima beffa per il gol di Pedrag Mijatovic in chiarissimo fuorigioco. Ed anche in questa occasione i cartelloni pubblicitari furono sostituiti dalle scritte: “Grazie Real Madrid”, “Grazie Mijatovic che ci hai tenuto in gioco”. Questa è storia, questa è l’essenza dello sfottò sportivo.\r\nEppure, in oltre 25 anni, nessuna tifoseria italiana ha mai pensato di gemellarsi con le opposte tifoserie spagnole e tedesche, e ne avrebbero avuto motivo, ricordando, invece, in ogni occasione a tutti i “gobbi” le disfatte della “Signora” in ambito internazionale.\r\nOra, che il “collettivo autonomo viola” venga a raccontare che il gemellaggio tra i “viola” ed i “reds” sia figlio della trasferta della tifoseria toscana in quel di Liverpool, nell’incontro tra l’Everton (altra squadra di Liverpool) e la Fiorentina, va bene per tutti quelli che non conoscono la storia e che “bevono” tutto di un fiato la storiella del buon senso e della maturità del nuovo calcio.\r\nEd ecco che a distanza di poco meno di un mese dalla notte di “amore” tra i “reds” e la “viola” è andato in scena il buon senso e soprattutto la maturità sportiva.\r\nNell’anticipo dell’ottava giornata di campionato tra Juventus e Fiorentina nessuno si è fatto mancare niente.\r\nNelle due curve bianconere sono stati esposti questi striscioni: “Noi non perdoniamo, noi non dimentichiamo 29/5/1985”, “Onore ai caduti dell’Heysel, chiediamo rispetto”, “Un gemellaggio da squallore per una tifoseria senza onore”. Un chiaro messaggio rivolto alla tifoseria viola per rivendicare quanto accaduto nella notte fiorentina. Di contro i “gigliati” hanno pensato bene di cantare “Amo Liverpool”, con tanto di sciarpe rosse, tralasciando il rispetto nei confronti delle vittime cadute a Bruxelles e offendendo, non solo la tifoseria bianconera ma la vita di 39 persone che erano andate a godersi un giorno di sport.\r\nE’ mia abitudine, da sempre, ascoltare tutte le campane, per non estremizzare un gesto coinvolgendo ogni singolo, e per questo voglio evidenziare il pensiero di un tifoso della Fiorentina.\r\nDa Fiorentina.it., autore Sustiene: “Un conto è essere indignati per i fatti di Calciopoli, un altro è affermare che meno juventini ci sono e meglio è, con chiaro riferimento alla disgrazia dell’Heysel. La vita umana non ha colori, se non si capisce questo si è dei poveri infelici e mi vergogno che la Fiorentina, da sempre in prima fila per correttezza e solidarietà, abbia dei “tifosi” così, uomini piccoli piccoli. L’idea dello striscione di solidarietà per le vittime dell’Heysel sarebbe più che giusto, la rivalità sportiva deve restare tale…la vita è un’altra cosa”.\r\nNella serata torinese, purtroppo, si è voluti andare oltre, e testimonianze dirette di chi era allo stadio raccontano di una maglia rossa nel settore ospiti con la scritta “- 39 “, con chiaro riferimento a quanto accadde nella tragica notte di Bruxelles.\r\nNaturalmente spero che questo fatto sia accertato dalle autorità competenti (le telecamere a circuito chiuso non possono essersi fatto sfuggire il gesto) e di conseguenza prese le misure idonee per denunciare i responsabili, perché se tanto clamore possono fare i cori nei confronti di Balotelli (società bianconera giustamente punita con la chiusura dello stadio), altrettanto clamore dovrebbe fare un gesto che ignobilmente si prende gioco del dolore e della perdita di 39 connazionali.\r\nL’essenza dello sfottò sportivo si è persa, mentre chi crede che civiltà e maturità hanno sostituito il becero tifo da stadio non conosce la storia.\r\n(Credits: giulemanidallajuve.com)